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Tè, copertina e i film di Natale che vi consiglio

Anche i più cinici cedono sotto i colpi dei film di Natale. Andiamo, saranno scontati, saranno leziosi, ma fanno atmosfera come nient’altro riesce a fare. Ho selezionato per voi alcuni film e serie tv abbastanza recenti o appena usciti. Qualcuno classico, altri molto meno, ce n’è per tutti i gusti e nazionalità. La corazzata made in Usa l’ho lasciata per ultima perché magari avete voglia di scoprire altri bei prodotti europei o asiatici. Spero di darvi qualche consiglio utile per accompagnare degnamente divano e copertina! E…ah! Alternate con qualche buon libro! E…ah! (2) Buon Natale!

Giusto in tempo per Natale – Jeszcze przed swietami (Polonia)

Questo è uno dei miei film di Natale preferiti. C’è una madre single che lavora come corriere, ma la ditta sbaglia le etichette sui pacchi e lei consegna i regali di Natale alle persone sbagliate. Compreso quello per suo figlio! In una corsa contro il tempo, lei e un suo cliente cercheranno di rimediare all’errore  della fabbrica. Mi sono piaciute le situazioni e i protagonisti. La postina, in particolare, è bravissima! Guardatelo, non vi pentirete. 

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Julestorm – A storm for Christmas (Norvegia)

Rimaniamo al freddo, con una serie tv norvegese delicata e commovente. Sei episodi in cui una girandola di personaggi è bloccata da una tempesta di neve in aeroporto a Oslo. Le loro storie si intrecceranno, fino a rivelare i lati più intimi della loro personalità e della vita. C’è il barista, il prete dell’aeroporto, i viaggiatori in partenza per il caldo, il pilota cinico, cuccioli che nessuno vuole…L’atmosfera è leggera, ma preparate i fazzoletti.

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Come sempre a Natale

Sempre in Norvegia, dove il Natale è molto sentito. Per festeggiare il loro fidanzamento, Thea invita Jashan a casa sua in Norvegia. Ma le radici indiane di lui e le tradizioni norvegesi della famiglia di lei trasformeranno il tutto in uno scontro di culture destinato a creare caos. Quello che doveva essere per tutti un Natale “come al solito” si trasformerà in un caos che metterà a dura prova le convinzioni preconcette e le tradizioni di tutti, nonché la storia d’amore tra Thea e Jashan. Carino, corto, senza pretese, un piccolo spaccato di tradizioni del profondo nord.

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Odio il Natale (Italia)

Gianna ha 30 anni, fa l’infermiera, è realizzata nel lavoro ma non nella vita sentimentale. Da quando l’ex fidanzato Francesco l’ha lasciata tre anni prima, non ha più avuto una relazione. In famiglia tutti non si fanno gli affari loro e così, esasperata, Gianna dice loro una piccola, grande bugia: presenterà il suo nuovo fidanzato a Natale. Ha 24 giorni di tempo per trovarlo, ma l’impresa non sarà affatto facile. Leggero, leggero. Anche dove avrebbero potuto spingere, decidono di non farlo. In linea con le produzioni italiane, si può dare di più, ma c’è Venezia che comunque vale la visione. La seconda serie non cambia registro e attinge a mani basse da Sex and the City. Odio il Natale è remake della serie di cui vi parlo subito dopo. 

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Hjem til jul – Natale con uno sconosciuto – Home for Christmas (Norvegia)

Come vi dicevo, Odio il Natale è il remake italiano di questa serie norvegese. Le dinamiche sono le stesse, infermiera trentenne relegata al tavolo dei bambini e la sua ricerca di un fidanzato da presentare alla famiglia. Le dinamiche sono le stesse, ma in Norvegia scavano più nel profondo. Quindi, decidete voi: leggerezza, al limite della superficialità, italiana, o il profondo Nord.

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Your Christmas or mine? – Il tuo Natale o il mio? (Gran Bretagna)

Commedia inglese natalizia uscita da poco. James e Hailey sono una giovane coppia di studenti che andrà dalle rispettive famiglie per Natale. Dopo che si sono salutati alla stazione, entrambi cambiano idea e scendono dal proprio treno per salire  su quello dell’altro. Complice anche qui una tempesta di neve, si ritrovano da soli a casa dell’altro. Senza che nessuna delle due famiglie sappia che stanno insieme. Così, lei, un tantinello invadente per i miei gusti, si ritrova dal ricco padre di lui e lui si ritrova nella caotica famiglia di lei. Riusciranno a uscirne vivi? Commedia senza grandi variazioni sul tema, la cosa migliore secondo me è la colonna sonora. Nei film inglesi si può sempre contare su buona musica.

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A year-end medley (Corea del Sud)

Il modo migliore per iniziare il nuovo anno. Leggero ma con sentimento come sanno fare solo i coreani, spiritoso e sofferto insieme, più va avanti e più diventa super romantico. Non è un film di Natale, ma di Capodanno. E’ la storia di un gruppo di persone che si trovano in un albergo per l’ultimo dell’anno, ognuno con la sua storia e i suoi traumi. Tutti alla ricerca dell’anima gemella. Con un parterre di attori di kdrama di tutto rispetto, su tutti Lee Dong Wook che qui è fascinoso al massimo. Da vedere se amate gli asiatici. p.s. per chi non lo conosce, secondo i coreani, la persona con cui sei quando scende la prima neve diventerà il tuo amato, tenetelo a mente.

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Dash & Lily (Usa)

E’ un vero peccato che abbiano deciso di non rinnovare Dash & Lily per una seconda serie. Mi ha ricordato i film di Woody Allen, con New York vera protagonista delle 8 puntate. Dash e Lily si incontrano, per modo di dire, grazie a un taccuino che Lily lascia da Strand e che Dash trova. Nasce un gioco a colpi di quiz e sfide, che li coinvolge sempre di più e che fa spostare il taccuino in diversi posti della città. E’ una serie molto carina, che vi consiglio per i pomeriggi festivi, soprattutto se ci sono adolescenti nei paraggi. 

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Best Christmas ever! (Usa)

Film carino, con un cast super esperto. Come ogni altro Natale, Jackie invia un’arrogante newsletter per le feste che fa sentire la sua vecchia compagna di università Charlotte completamente inadeguata. Quando qualche giorno prima di Natale per uno scherzo del destino Charlotte e la sua famiglia arrivano a casa di Jackie, Charlotte ne approfitta per dimostrare che la vita della sua vecchia amica non è così perfetta come appare. Finale un po’ così, avrebbero potuto inventare qualcosa di meno mirabolante. Protagonisti, Heather Graham, Brandy, Jason Biggs e Matt Cedeño.

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Fall into winter (Usa)

Quando il suo fidanzato del liceo decide di investire in un’azienda di caramelle di famiglia, Kerry non è molto entusiasta dell’idea. È possibile che cambi idea? Anche qui, niente di nuovo sotto il manto nevoso. Tv movie per passare un pomeriggio sul divano, con un’attrice famosa ed esperta del genere, al suo ritorno in tv dopo vicende personali burrascose.

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Natale tutto incluso (Canada)

Tracey Moore, una travel blogger, si reca in una cittadina per trascorrere le sue vacanze di Natale. Tutto senza spese, a una condizione: che scriva una recensione su un bed and breakfast della zona. Che sta lottando per non chiudere, schiacciata dalla concorrenza di un hotel di lusso. Dovrebbe fare dei video su un weekend romantico, ma viene lasciata dal fidanzato prima di arrivare…semplice semplice, da guardare con una cioccolata calda in mano. 

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Il diario segreto di Noel (Usa)

Quando un autore di bestseller torna a casa a Natale per sistemare l’eredità della madre, trova un diario il cui contenuto nasconde segreti del passato. Nel frattempo, si presenta alla porta una ragazza in cerca delle sue origini. Qui c’erano tutti gli elementi per un bellissimo film, peccato che alla coppia protagonista manchi un po’ di pathos, sembrano più due amici che due innamorati. La storia però non mi è dispiaciuta, e neanche la casa di Noel, quindi ve lo segnalo. 

The Noel Diary. (L to R) Barrett Doss as Rachel, Justin Hartley as Jake in The Noel Diary. Cr. KC Bailey/Netflix © 2022.

Un Natale di cuore (Usa)

Da Beverly Hills in poi, Jennie Garth è una garanzia. Qui è Jaime, una vedova che per onorare lo spirito natalizio del marito, decide di fare dei regali a chi ne ha bisogno. La voce si diffonde e la gente in città si chiede chi sia questo Babbo Natale segreto. Lei vuole rimanere anonima, ma incontra Scott. E’ il giornalista del programma mattutino che Jamie guarda da anni ed è molto interessato a rivelare ai suoi telespettatori chi sia questo Babbo Natale così generoso…Commedia dei buoni sentimenti, ben scritta e ben recitata. 

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Un castello per Natale (Usa)

La famosa scrittrice americana Sophie Brown (Brooke Shields) viene stroncata perché ha osato far morire il protagonista di una sua serie. Decide quindi di partire per la Scozia, perché il nonno le parlava sempre di un castello. Una volta lì, si mette in testa di comprare il castello, ma il proprietario, il duca scozzese Myles, è riluttante a venderlo a una straniera. La trama è abbastanza inconsistente, ma Brooke Shields è sempre fascinosa, il castello pure…si lascia guardare. Nel film c’è anche Drew Barrymore. 

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I believe in Santa (Usa)

E’ un film di Natale che parte un po’ in sordina, sembra la solita storia fantasy con Babbo Natale travestito da umano. Invece, qui c’è solo un uomo adulto che crede ancora a Santa e celebra il Natale con tutti i rituali possibili e immaginabili. Incontra però Lisa, una sorta di Scrooge in gonnella, che del Natale ha solo brutti ricordi. Lui si mette in testa di farle cambiar idea, ci riuscirà? In realtà la pellicola parla della capacità di accettare gli altri per come sono, senza volerli per forza incasellare in una categoria. Il protagonista per i miei gusti è un po’ troppo plasticoso, ma i due attori nella realtà sono sposati e il loro affiatamento è percepibile.

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Consigli utili per Natale di Donna Letizia

Mi date altri titoli di film di Natale che secondo voi meritano? Scrivetemi nei commenti! 

Roma, 100 presepi in mostra al Vaticano

I 100 presepi, sempre a proposito di tradizioni, sono ormai una certezza nel periodo di Natale. Quest’anno il Vaticano ospita la quinta edizione della mostra, 100 presepi provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, che si “sfidano” a colpi di originalità e sapienza, per essere decretati “il più bello” dai visitatori che ogni anno affollano il colonnato per ammirarli. Ma vediamo qualche foto. E sbrigatevi: avete tempo solo fino all’otto gennaio, altrimenti dovrete aspettare l’anno prossimo!

Il presepe Atac

Parto dal mio preferito: il presepe Atac. L’autista che porta nel suo autobus una sorta di Arca di Noè umana e non, antico romano compreso, mi è sembrato molto significativo come messaggio. Anche se l’azienda di trasporti ci fa impazzire nella vita di tutti i giorni, e infatti l’antico romano sembra inveire contro qualcuno…hahaha, nella creazione di questo manufatto hanno fatto veramente un bel lavoro.

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La guerra 

Non può mancare un riferimento alla guerra in Ucraina, con un presepe tematico che rappresenta distruzione e soldati invece del tipico villaggio con abitanti.

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Rappresentanza estera 

Nutrita la rappresentanza estera quest’anno. Hanno inviato i loro presepi Taiwan, Malta, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Ucraina, Venezuela, Guatemala

presepe Taiwan logo

Informazioni pratiche

La mostra è allestita presso il Colonnato di Piazza San Pietro dal 9 dicembre 2022 al 8 gennaio 2023. E’ aperta tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 19:30, con ingresso gratuito e consentito fino a 15 minuti prima dell’orario di chiusura.

 

Natale, New York, Henry Kane e i gioielli rubati

Henry Kane è uno di quegli autori anni ’50 specializzati in hard boiled e riscoperti da queste serie di gialli che per fortuna li fanno conoscere anche a noi. Penna brillante e ironica, un protagonista sagace e una sfilza di belle donne che gli girano intorno. Metteteci New York, la neve, la sera di Natale e l’atmosfera giusta è servita. Mancano giusto copertina e bicchiere in mano, ma a quello, caro lettore, devi pensare da solo. E poi mettiti comodo a gustare questa bella lettura. Magari in buona compagnia, come il nostro Peter Chambers.

Trama

Peter Chambers, l’investigatore privato con un debole (ricambiato) per le belle donne, non può resistere alla richiesta della sua affascinante collega Gene Tiny di occuparsi di una piccola faccenda al posto suo. La detective era stata assunta dal gangster Barney Bernandino perché gli procurasse un misterioso incontro “d’affari” con Sheldon Talbot, uno scienziato che si supponeva fosse morto tempo prima in un incidente e che invece vive sotto falso nome. Ma la vigilia di Natale, subito prima di quell’appuntamento, Gene Tiny è stata arrestata per guida in stato d’ebbrezza e si rivolge a Chambers affinché mantenga i contatti con i due uomini fino all’udienza per il suo rilascio. In fondo si tratta di un incarico poco impegnativo, ben remunerato e da sbrigare in poche ore, ma… Appena l’investigatore mette piede nell’appartamento dello scienziato, scopre che il finto morto stavolta è morto per davvero e si trova implicato in una vicenda che ruota intorno ad antichi gioielli rubati. 

La faccenda scotta 

Gene Tiny era davvero straordinaria, ed era la vigilia di Natale, ed eravamo soli nel mio appartamento, vicini e comodi, con la neve che si accumulava sul davanzale, e il parco tutto bianco e la stanza silenziosa e tranquilla, e quel non so che, che mi bolliva dentro…” non crea un’atmosfera fantastica? Peccato che “Eravamo insieme e immischiati entrambi in una faccenda che s’inquadrava con un morto dalla barba rosso vino, un mucchio di gioielli e l’amara delusione per la perdita di un guadagno di venticinquemila dollari“. Gli elementi ci sono tutti e Henry Kane li riassume quando la storia dei gioielli comincia a scottare. E non solo quella…

Henry Kane, ironia e immagini efficaci

La storia è godibile, gli elementi per divertirsi ci sono tutti e la scrittura di Henry Kane è ricca di immagini efficaci. Sembra proprio di essere lì, a New York, sotto la neve, a indagare con l’investigatore privato. E’ anche ironico, il che non guasta: “Il povero caro non era più lui. O aveva proprio bisogno di dormire come si deve, o aveva bisogno di uno psichiatra. Il sonno costava meno. Tornai a dormire“. Se avessi un caminetto, è questa l’immagine del lettore tipo che mi salterebbe in testa, sdraiato sul divano vicino al fuoco a cercare di districarsi tra tutti i possibili colpevoli. Chi avrà ucciso barba rosso vino? Se state attenti ai passaggi, lo capirete prima della fine. Dovrete però fare molta attenzione, perché quel furbetto di Henry Kane tenterà in tutti i modi di sviarvi, facendo girare a vuoto Pete Chambers come se non sapesse dove andare a parare. Invece lo sa bene, oh se lo sa! Ma se voi siete giallisti esperti, riderete sotto la barba rosso vino. Se non lo siete, vi divertirete un mondo.

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Chi sono i traditori di tutti di Scerbanenco?

“Vi prego, non fraintendetemi. Le donne sono splendide creature. Possono fare tutto quello che fanno gli uomini, e molte cose anche meglio. Certe donne. Altre no. Sono imparziale; ma non voglio cadere nella trappola più vecchia del mondo: quella di commettere la parzialità di essere imparziale. Magari a proposito del modo di guidare una macchina. Gene Tiny al volante di una carretta mi dava le palpitazioni. Non riuscivo a sopportarlo. Ero troppo stanco e avevo bisogno di pace. Guidai io”. 

Il giallo di Natale di Mary Durham

Mary Durham, un’autrice del passato di cui si conosce poco e niente, una villa e una cena di Natale, il padrone di casa che viene ucciso. Morte a Linwood Court. Ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere un’uggiosa giornata di Natale come piace a me: sotto una copertina, una fetta di panettone in una mano e un bel romanzo nell’altra.

Trama

Sir Philip Linwood, baronetto con un cospicuo patrimonio e una tenuta di famiglia nella campagna inglese, sposato con una donna giovanissima, viene ritrovato senza vita in giardino la sera di Natale dal suo assistente Hare, con una ferita sulla nuca. È caduto e ha sbattuto la testa? Oppure è stato assassinato? Di certo, tutti gli invitati alla festa avrebbero avuto un motivo per ucciderlo. Sarà l’ispettore York di Scotland Yard a risolvere il mistero.

Una buona lettura per un giorno di festa

Il romanzo di Mary Durham è ben congegnato e scorre con velocità, una pagina tira l’altra. L’ambientazione è tipica dei gialli classici del dopoguerra, con quell’ambiguità delle vite private che spesso accompagna uno sconvolgimento totale della società, classi sociali che si mescolano e persone che possono inventarsi una nuova identità. E un ispettore di Scotland Yard che con fiuto infallibile arriverà alla verità dopo un’indagine impeccabile. Peccato, invece, che i personaggi siano poco delineati. Anche il cattivissimo Sir Philip Linwood, talmente antipatico da fare una brutta fine, in realtà non si muove e non parla abbastanza per farci percepire tutta la sua acidità, che viene messa in risalto dagli altri protagonisti senza risultare però convincente fino in fondo. Come le motivazioni dell’assassino, un po’ troppo deboli per essere credibili. Motivo per cui fino alla fine rimane l’incertezza su chi sia davvero il colpevole. Rimane una buona lettura per un giorno di festa. 

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Il saper vivere di Donna Letizia: consigli utili per Natale

Donna Letizia. Come comportarsi a Natale e nelle altre occasioni di festeggiamento? Scopriamolo insieme, con un pizzico di ironia. Chi segue Csaba Dalla Zorza in televisione sicuramente l’ha sentita nominare, in ogni puntata c’è un “Donna Letizia direbbe…Donna Letizia suggerirebbe…”. Ma chi è Donna Letizia? Ho scelto di parlarvi di lei per l’Avventolibroso21, una bella iniziativa cui sto partecipando, organizzata da Readbookswith Mar, che ringrazio. Perché l’ho scelta? Perché penso che alcuni consigli siano utili anche per noi, visto che tra qualche giorno ospiteremo qualcuno o saremo ospiti per Natale. Seguitemi nella lettura e quest’anno saremo impeccabili: parola di Colette Rosselli.

Il saper vivere

In questo momento, il vintage mi sta appassionando particolarmente. Come sapete, nel BookClubPeC stiamo leggendo Liala, mentre oggi vi parlo di Colette Cacciapuoti Rosselli. Quest’ultima è stata una scrittrice, illustratrice e pittrice italiana e, come Liala, teneva una  rubrica seguitissima di bon ton, Il saper vivere, prima su Grazia e poi su Gente. Per Liala, invece, fu addirittura creata una rivista, Le Confidenze di Liala, oggi solo Confidenze, dove lei stessa dava consigli alle lettrici. 

Il galateo di Donna Letizia

Donna Letizia era la potenza suprema del galateo. A lei si affidavano milioni di lettrici italiane per non sbagliare un colpo in ogni aspetto della vita sociale. Il saper vivere è un compendio che viene pubblicato ancora oggi da Mondadori ed è considerato una sorta di bibbia, perché al netto di alcune accortezze oggi ormai superate, rimane una buona guida da seguire nei momenti di incertezza. Donna Letizia spazia veramente in tutti i campi della vita privata, dal battesimo al lutto, passando per fidanzamento, matrimonio, inviti, viaggi, corrispondenza e chi più ne ha più ne metta. Curiosamente, manca del tutto la parte relativa al bon ton da tenere sul posto di lavoro. Ma forse, non era la donna lavoratrice il suo target. Oggi mi limito a darvi qualche indicazione sugli aspetti delle festività natalizie che ci preoccupano terribilmente. Sì, confessiamolo, anche chi vive nella modernità più spinta, di fronte alla tovaglia e ai regali, un attimo di tentennamento ce l’ha. Siete d’accordo? E allora proprio di questo vorrei parlarvi: la tavola e i regali. Come comportarsi a Natale e nelle altre occasioni di festeggiamento? Scopriamolo insieme.

Partiamo dalla tavola

Ma ancora prima, partiamo dall’invito. Se ci hanno invitato a pranzo o cena, dobbiamo presentarci all’ora esatta indicata, è consentito solo un ritardo di qualche minuto. “La padrona di casa sarà già in salotto quando arriverà il primo ospite”.

La tavola

Se avete organizzato un pranzo, la tavola deve essere guarnita di fiori. “Centri da tavola, candelabri, zuppiere antiche sono più indicate la sera”. Il formaggio non va mai servito la sera, mentre il caffè si serve in salotto. A mano a mano che gli ospiti arrivano, la padrona di casa serve gli aperitivi. Che devono essere moderati, “dovrebbero, in teoria, stuzzicare l’aperitivo, ma in realtà lo addormentano, a detrimento del pasto che segue”. Quando gli ospiti saranno tutti arrivati, ci si può accomodare a tavola. Già, ma come? 

Segnaposti e posti a tavola

Se gli ospiti sono più di sei, è meglio posizionare dei cartellini segnaposti con i nomi degli invitati. I padroni di casa siedono uno di fronte all’altra, la padrona di casa avrà l’invitato più anziano e più importante alla sua destra, alla sua sinistra quello che lo segue immediatamente in anzianità e importanza. Stessa cosa, il padrone di casa, con l’invitata più importante e quella che la segue immediatamente, nella stessa disposizione. “I celibi e le persone di famiglia vanno messi nei posti più lontani dai padroni di casa. Ma è ovvio che non si metterà in fondo alla tavola la suocera o qualche parente anziana”. Ai pranzi di famiglia i ragazzi siedono in fondo alla tavola. Se sono presenti quattro suoceri, il padrone di casa avrà alla destra la suocera e alla sinistra la madre, stessa cosa la moglie. Se chi invita è celibe, il posto della padrona di casa, di fronte a sé, sarà preso dalla signora che intende onorare.

L’apparecchiatura

Le posate vanno sempre messe ai lati dei piatti, secondo l’ordine in cui verranno usate. Le più lontane dal piatto sono quelle da usare per prime. Coltello, con la lama rivolta verso il piatto, e cucchiaio alla destra, alla sinistra le forchette. Le posate da dessert vengono poste orizzontalmente, davanti al piatto: forchettina con i rebbi a destra, coltello o cucchiaino con lama a sinistra. I bicchieri saranno due, da acqua il più grande e da vino, alla destra del piatto in quest’ordine. Se ci sono due vini, uno rosso e uno bianco, per il rosso si userà un bicchiere medio e per il vino bianco uno più piccolo e verranno posizionati in questo ordine. Per ultimo, l’eventuale bicchiere per il vino da dessert, o la coppa, se viene servito spumante o champagne.

I vini

I vini ordinari possono essere serviti nella caraffa. I vini pregiati, invece, devono essere lasciati nelle loro bottiglie, come l’acqua minerale. Lo champagne deve essere ghiacciato e aperto solo al momento di servirlo. Il vino bianco verrà servito fresco se dolce e ghiacciato se secco, i vini rossi alla stessa temperatura della casa. Senza complicarci la vita inutilmente con i vari abbinamenti vini-pietanze, ricordiamo solo la regola aurea: bianco con il pesce, rosso con la carne.

I dilemmi

Anche se abbiamo fatto tutto bene, al momento X, cioè quello di sedersi a tavola, ecco che i dubbi cominciano ad attanagliarci e quella maglia sul collo ci sembra più stretta di quanto non fosse fino a un momento prima. Ma non preoccupatevi, c’è Donna Letizia a salvarci dall’imbarazzo! Ecco qualche pillola di saggezza, che verrà in soccorso anche dei più distratti.

I gomiti e le mani

“I gomiti devono sempre essere accostati al corpo e le mani, nei momenti in cui non maneggiano posate, non vanno mai abbandonate in grembo. Non agitatele sotto al naso del vicino di tavola, nel corso di una discussione, e non invadete la sua zona con gesti bruschi e sgraziati che possano disturbarlo mentre mangia”.

Il coltello

“Il coltello deve essere tenuto nella destra senza che l’indice oltrepassi il manico e tocchi la lama. Tenere il coltello come una penna stilografica è maleducazione. Il coltello non deve mai essere portato alla bocca (ma occorre dirlo?), né adoperato per tagliare uova, verdure, patate e, soprattutto, il pesce per il quale esistono apposite posate”.

Il cucchiaio e la minestra

La minestra è una di quelle portate che personalmente eviterei, ma Donna Letizia ha suggerimenti anche per chi è così temerario da servirla: “il cucchiaio viene introdotto di punta in bocca. Ma ciò non vuol dire, beninteso, che lo si debba inghiottire fino al manico. E’ tollerato che arrivati agli ultimi cucchiai di minestra, si sollevi appena il piatto, inclinandolo verso il centro della tavola. Assolutamente proibito, invece, soffiare sulla minestra per raffreddarla.”

La forchetta

“La forchetta si tiene con le punte in su quando è nella destra. Quando è nella sinistra, con il coltello nella destra, la forchetta ha le punte in giù”. Il passaggio che segue è fondamentale, perché lo sbagliano praticamente tutti. “Quando si interrompe il pasto per conversare, si incrociano le posate, col manico sul bordo: non devono mai toccare la tovaglia. Alla fine, vanno appoggiate sul piatto perpendicolarmente all’orlo della tavola, con i manici verso il commensale”.

Il bicchiere

“Si beve a piccoli sorsi. Le signore badano a non lasciare sbavature di rossetto sui bordi, e soprattutto non arricciano il mignolo a coda di volpino. Posato il bicchiere ci si asciuga leggermente la bocca. Anche in questa circostanza, le signore fanno in modo di non stampare le labbra sul tovagliolo. Non si alza mai il bicchiere verso chi ci sta versando da bere. Non lo si copre con la mano per rifiutare: basterà un lieve cenno negativo.”

Il tovagliolo

“Lo si spiega parzialmente, ottenendo una striscia lunga che viene distesa sulle ginocchia. Non lo si ripiega mai a fine pasto, ma lo si posa alla sinistra del piatto al momento di alzarsi.”

Il pane e i grissini

Non si taglia mai il pane col coltello. Si spezza,  mano a mano, ogni boccone, possibilmente con la sola sinistra.  Questo vale anche per i grissini. Non si sbriciola il pane sulla tovaglia, non si gioca con la mollica, non si riduce il proprio posto come il piancito di un pollaio. Se, per qualche ragione, non si desidera mangiare la mollica, la si toglie pulitamente mettendola da parte. Mai nel piatto in cui si mangia.”

La salsa nel piatto 

La famosa scarpetta, si fa o non si fa?  Di regola, no. “Solo in famiglia è ammesso raccoglierla con dei pezzetti di pane, purché ci si serva della forchetta e non delle dita, e purché, procedendo a questa operazione, non ci si comporti come se si passasse lo spazzolone della cera su un pavimento.”

Il formaggio

Pentitevi voi che avete sempre usato la forchetta. “Normalmente lo si mangia col solo coltello. Se ne taglia un pezzetto, lo si appoggia con il coltello su un bocconcino di pane e si porta tutto alla bocca”. C’è speranza solo se mangiate certi formaggi “come la ricotta, il mascarpone, e alcune specialità francesi, più somiglianti a dessert che a formaggio”.

Il dolce

“Il dolce si mangia con la forchetta se è solido, con il cucchiaio se è liquido. Nell’incertezza, meglio preferire la forchetta. In caso di necessità, ci si può servire di tutt’e due le posate, per spingere con la forchetta i pezzetti di dolce nel cucchiaio”.

La frutta

La frutta è complicatissima, io proporrei di saltarla a piè pari. Sentite questa: “non si sceglie, si prende quella pera o il grappolo d’uva più a portata di mano. Pere, mele e pesche devono essere tagliate in due o quattro sezioni: ognuna di queste viene infilata nella forchetta e sbucciata col coltello. i semi d’arancia, i noccioli di ciliegia, di prugna, ecc. devono essere sputati nella mano chiusa a cartoccio e deposti nel piatto. I noccioli della frutta cotta, invece, vengono sputati nel cucchiaio o forchetta, appoggiata contro le labbra, e deposti sul bordo del piatto. Le banane devono essere sbucciate con le dita e il coltello. Si mangiano con la forchetta. L’uva viene presentata a piccoli grappoli, in modo da evitare a chi si serve la difficile operazione di dividere in due un grappolo troppo grosso”. L’arancia è un altro dramma. “Si sbuccia col coltello, tenendo il frutto nella mano sinistra. Se l’arancia si presenta ‘facile’ gli spicchi vengono portati alla bocca con le dita. Se l’arancia è molto sugosa e matura la si mangia con la forchetta e il coltello”.

Lo stuzzicadenti

“L’uso degli stuzzicadenti è proibito alle signore, e sconsigliabile agli uomini. Se non sono in tavola non si devono mai richiedere. Se ci sono, si adoperano solo in caso di assoluta necessità: in ogni modo, se ne fa uso con discrezione, cercando di evitare smorfie, ma anche senza coprirsi con ostentazione la bocca.”

I regali

Sui regali, bisogna spendere qualche parola. Per quanto mi riguarda, provo costantemente la tentazione di rinunciare, soprattutto quando, e succede quasi sempre, mi riduco all’ultimo minuto. Cosa scegliere? E piacerà? E quelli che fanno a me? Riuscirò a trattenere una smorfia di delusione? Anche qui, Donna Letizia ci viene in soccorso.

Se devi scegliere un regalo

“Deve tener conto delle preferenze di chi lo riceve. Se il donatore manca di competenza farà bene a non avventurarsi da solo nei negozi: preghi piuttosto un’amica di gusto sicuro di accompagnarlo e di aiutarlo con i suoi consigli”. Donna Letizia poi prosegue: scegliete i regali con tatto, niente di costoso a un amico ricco e niente cianfrusaglie a un’amica modesta, entrambi reagirebbero con imbarazzo. I regali non devono dare “messaggi” che mettano chi li riceve in una brutta posizione. Mai fare regali a un superiore sul posto di lavoro (brutta abitudine che oggi, invece, abbiamo) e mai ringraziare con un regalo la persona che ci ha fatto un favore. E ai ragazzi? “Nulla deprime di più i ragazzi che i regali utili: calzini, fazzoletti, guanti, vengono accettati con disappunto. Le bambine, invece, gradiscono tutto ciò che fa parte dell’abbigliamento”.

Se ricevi un regalo

Come si comporta la persona che riceve un dono? “Svolge subito il pacco e ringrazia calorosamente. Se invece del costoso profumo che si aspettava, la signora si ritrova con una scatola di marron glacés saprà dominarsi ed esclamare: ‘ma come ha fatto a indovinare che sono così golosa?’ Attenzione, però: non sempre il pacco deve essere aperto subito. Quando non tutti gli invitati si sono presentati con un regalo, per esempio, “ci si dovrà limitare a ringraziare in sordina il donatore, aggiungendo che si aprirà il pacco non appena possibile”, altrimenti profondersi in esclamazioni di gioia suonerebbe come un rimprovero a chi si è presentato a mani vuote. E poi, ricordatevi quello che dice Marie Kondo: il regalo esaurisce la sua funzione nel momento in cui ringraziate per averlo ricevuto, siamo tutti autorizzati a farne quello che vogliamo.

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