Assassinio alla BBC – Val Gielgud & Holt Marvell

Non viaggio mai senza un libro dietro, e ora che il mio ereader è rotto, dovevo selezionare con cura un titolo adatto al mio viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici. Mentre cercavo tra i romanzi ancora da leggere, mi è capitato sottomano questo. Perfetto, ho pensato. Se una delle autrici del viaggio è Agatha Christie, un giallo scritto da due uomini suoi contemporanei, Val Gielgud & Holt Marvell, e ambientato a Londra, città  da cui ho iniziato il giro, non può che essere una buona scelta. E così infatti è stato.

La trama

Il bandito scarlatto: così si intitola il nuovo radiodramma che sta per andare in onda sulle frequenze della BBC. L’autore è Rodney Fleming, la nuova stella del teatro inglese. E’ una sera di mezza estate, e tutto è ormai pronto per la trasmissione; sarà  in diretta e il regista, il responsabile degli effetti sonori e gli attori sono ai loro posti nei diversi studi della Broadcasting House. In uno di questi, il 7C, si trova, da solo, Sidney Parsons, un attore semisconosciuto abituato a interpretare parti di secondo piano. E anche questa volta il suo ruolo è marginale: deve dire poche battute, quindi fingere di morire strangolato. Nonostante un paio di intoppi tecnici, la trasmissione procede nel migliore dei modi. Ma quando gli attori si radunano prima di tornare a casa, Parsons non compare. Un controllo nella saletta 7C ne spiega il motivo: è morto. Strangolato. Quella che doveva essere una semplice finzione è diventata realtà : un omicidio in diretta udito dalle centinaia di migliaia di persone che stavano ascoltando il programma.

Vi do un indizio 

Romanzo del 1934, rimasto inedito in Italia fino al 2009, rispetta tutti i canoni del giallo classico. Un omicidio in diretta durante una trasmissione radio, un accusato e altri quattro sospettati, un ispettore di Scotlard Yard che indaga con arguzia e costanza. Il ritmo è incalzante e le tracce e gli indizi si dipanano piano piano. Come in ogni giallo che si rispetti, ovviamente ho tentato di capire chi fosse l’assassino prima del finale. Non faccio spoiler, ma vi do anch’io un indizio: i due autori danno la chiave e a un certo punto, facendo bene attenzione alle risposte dei personaggi, saprete chi è l’assassino. O l’assassina. Solo che non potrete fare come Topsy, non potrete suggerire niente all’ispettore! Solo aspettare che anche lui piano piano ci arrivi. Diabolici questi due scrittori di inizio novecento. D’altra parte, come già  sapete, scoprire gli autori del passato mi piace.

W gli sceneggiati radiofonici

L’unica cosa che non mi convince in pieno del romanzo è la motivazione dell’assassinio, però forse è dovuto più che altro a un senso dell’onore dell’epoca che oggi ci sfugge. Oltre alla storia in sé, ho trovato interessante anche la descrizione tecnica di come avvenivano le dirette degli sceneggiati radiofonici e divertente cercare di indovinare in quale personaggio si nascondessero gli autori. Nella vita, infatti, Val Gielgud & Holt Marvell erano entrambi dipendenti della BBC e lavorano insieme, quindi la ricostruzione dovrebbe essere fedele. Quanto vorrei che li facessero anche oggi! Penso che potrebbero ancora avere la loro fetta di pubblico. Penso anche che questa collana de I bassotti sia buona e ho già adocchiato altri titoli da leggere. Prima però mi butterò a capofitto sui libri che ho riportato a casa dal viaggio letterario, uno di Daphe Du Maurier e uno di una scrittrice locale che ho incontrato per caso in Cornovaglia. Ma di questi incontri vi racconterò come si deve nel diario di bordo…

Dessert allo yogurt bulgaro con frutti di bosco

Durante il mio ultimo viaggio a Sofia, ho scoperto che il mio tanto amato yogurt greco non è affatto greco, ma…bulgaro! Proprio così, negli ingredienti in etichetta troverete scritto “lactobacillus bulgaricus”. Più chiaro di così. Per questo, ho deciso di rifare a casa il delizioso dessert che mi hanno

yogurt sofia 2servito una sera a cena, al termine di un pasto non propriamente dietetico. Per la verità, avrei voluto tentare il kavarma, ma d’estate credo sia impossibile mangiarlo senza un giro al pronto soccorso subito dopo. Così, ho optato per questo dolce facile e veloce, che farà felici i vostri ospiti se coraggiosamente avete effettuato inviti estivi. Se poi avete la fortuna, come è successo a me, di trovare un lampone a forma di cuore, potrete usarlo come una dolce dichiarazione d’amore. E il kavarma è solo rimandato.

Ingredienti per 2 coppette:

  • Yogurt greco  0% 270 g
  • Miele 1 cucchiaio o secondo gusto
  • Frutti di bosco 250 g
  • Zucchero 2 cucchiai
  • Acqua ¼ bicchiere
  • Maizena o fecola di patate 1 cucchiaino

Procedimento:

Scaldate a fuoco lento con acqua e zucchero i frutti di bosco, lasciandone qualcuno intero per la decorazione finale. Quando saranno disfatti, passateli con un colino se volete un coulis senza semini. A me piacciono, quindi ho saltato un passaggio non necessario che allunga i tempi. Aggiungete 1 cucchiaino di maizena o di fecola di patate e continuate a mescolare finché non si addensa. Spegnete il fuoco e aspettate qualche minuto, altrimenti il vetro si spacca, dopodiché versate un mestolo di salsa in 2 bicchieri o scodelle, riempiendo il fondo. Mettete in frigorifero o in freezer mentre preparate lo yogurt.

A proposito di yogurt. Io suggerisco lo yogurt greco puro, quello che non contiene zucchero, né crema di latte, né panna. Primo, perché il gusto acidulo si sposa perfettamente con il gusto del miele, secondo perché stiamo preparando un dolce fresco e leggero e la coerenza nella vita è tutto 🙂

Comunque, finita la filippica dietista, potete scegliere lo yogurt che preferite, verrà bene lo stesso.

Torniamo alla ricetta: prendete lo yogurt e aggiungete un cucchiaio di miele. Assaggiate e decidete se aumentare la dose o meno altro a vostro gusto. Mescolate bene fino a dargli l’aspetto di una crema liscia.

Riprendete i bicchierini dal frigo, suddividete lo yogurt nelle coppette fino a riempirne metà, aggiungete la salsa avanzata formando uno strato intermedio, lasciandone da parte un cucchiaio circa, finite con l’altra metà dello yogurt. A guarnizione, completate con la salsa rimasta e qualche frutto di bosco intero. Rimettete le coppette in frigorifero fino al momento di servire.

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Palazzo Sogliano – Sveva Casati Modignani

Sveva Casati Modignani, la signora del romance italiano, una scrittrice che con eleganza e dolcezza trasporta il lettore nel regno dei buoni sentimenti. Dopo avere letto diversi suoi romanzi anni fa, avevo un po’ perso di vista questa scrittrice, però con Palazzo Sogliano sono tornata ad amare le sue atmosfere leggere.

Trama 

È una sera di maggio quando a Palazzo Sogliano, settecentesca dimora dell’omonima dinastia di corallari a Torre del Greco, squilla il telefono. È Orsola a rispondere e ad apprendere che il marito è morto in un incidente d’auto. Il colpo è tremendo, ma nulla rispetto a quello che la donna scoprirà poco dopo: una serie di foto recenti del marito in compagnia di un bel bambino dagli occhi a mandorla, che si firma: “tuo figlio Steve” e un biglietto del marito in cui la prega di prendersi cura di lui. Orsola si rifugia a Milano, dove insieme all’amica d’infanzia Damiana tenterà di raccogliere i cocci della sua vita. Deve decidere come andare avanti senza Edoardo e come comportarsi con il bambino. Anche perché il marito non era l’unico ad avere dei segreti…

Leggerezza

E’ il primo aggettivo che mi viene in mente dopo aver chiuso il romanzo. Palazzo Sogliano mi ha incuriosito soprattutto per l’ambientazione nel mondo dei corallari, i lavoratori del corallo. Credevo che i corallari non avessero una connotazione specifica, ma che fossero più che altro gioiellieri specializzati. Invece, ho scoperto un universo di professionalità, esperienza, passione, gerarchie e codici di comportamento che rappresentano secondo me la vera essenza del libro. Insieme a un’ambientazione partenopea che per una volta porta la Modignani lontana da Milano. O quasi, dato che il capoluogo lombardo fa da motore dell’intera vicenda.

Binari troppo tranquilli

La storia di Orsola ed Edoardo, invece, scorre su binari tranquilli. Troppo, a mio avviso. Anche quando le vicende narrate richiederebbero scontro, liti furiose o aggressioni verbali, o più semplicemente un minimo di difficoltà dei protagonisti, l’autrice rinuncia e decide di rimanere in superficie, senza turbare le anime dei propri lettori, che oltre al lieto fine, scontato, sanno già fin dalle prime pagine cosa troveranno: un tuffo in un mare di pace, tranquillità, serenità e amore. Almeno per qualche serata, magari estiva, di piacevole lettura. Il che, in questi tempi così affannati e confusi, è forse l’obiettivo che muove la penna di Bice Cairati, alias Sveva Casati Modignani.

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