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Non è stagione, Rocco, eppure nevica

Non è stagione, eppure nevica. Non è Roma, Rocco, eppure  qualcuno l’ama. Non è Marina, eppure…Non è un incidente, né un allontanamento volontario. E’ la terza avventura di Rocco Schiavone, il fortunato personaggio creato da Antonio Manzini. Stavolta, le cose si complicano. Venite che vi racconto.

Trama

Un camion con targa falsa e due disgraziati sopra finisce in un fosso. La questura indaga. I Berguet, ricca famiglia di industriali valdostani, hanno un segreto, Rocco Schiavone lo intuisce per caso. È scomparsa la figlia Chiara Berguet, studentessa molto popolare tra i coetanei. Inizia così per il vicequestore una partita giocata su più tavoli: scoprire cosa si cela dietro la facciata irreprensibile di un ambiente privilegiato, sfidare il tempo in una corsa per la vita, illuminare l’area grigia dove il racket e gli affari si incontrano. Intanto cade la neve ad Aosta, ed è maggio: un fuori stagione che nutre il malumore di Rocco. E come venuta da quell’umor nero, un’ombra lo insegue per colpirlo dove è più doloroso.

Scende la neve ed è silenzio

Non è stagione è il terzo romanzo di Antonio Manzini che leggo, dopo Pista nera e La costola di Adamo. Se il secondo mi aveva dato l’idea di un finale soprendente ma non convincente, stavolta la trama si fa più complessa. Temi e situazioni diverse si intrecciano, si torna a parlare meno dell’ispettore e più dei casi che si presentano in questura. La situazione sentimentale sembra sempre più impantanata e nel caos, quella lavorativa pure. Ecco che, allora, scende la neve, bianca e fresca, ad attutire il rumore della solitudine e dei rimorsi. Stavolta, quello che domina sono le coincidenze, che rischiano di far perdere la vita a qualcuno. Curioso, come l’ultimo libro di cui vi ho appena parlato.  E il malaffare, o l’avidità come volete chiamarlo, che ci sta seppellendo tutti. Ma non sotto la neve.

“Ogni volta che hai a che fare con questa gente, con questa merda, diventi merda anche tu. Sappilo. A poco a poco, sempre di più, e arriverà un giorno in cui ti guarderai allo specchio e dirai: ma chi è quest’uomo che ho davanti? E non c’entra la vecchiaia, Italo, io sto parlando di una cosa qui dentro. Muore ogni giorno con questo schifo. Con questo fango. Non ce la faccio più a buttarmi dentro ‘sta fogna”. 

Antonio Manzini chiude il caso, senza sbavature, e ci dà come antipasto una vista sulla prossima storia, con battute un po’ hollywoodiane, ma ci passiamo sopra. E, allora, che prossima storia sia. A presto con la quarta uscita, Era di maggio.

I romanzi di Rocco Schiavone, in ordine di uscita 

  • Pista nera (2013)
  • La costola di Adamo (2014)
  • Non è stagione (2015)
  • Era di maggio (2015)
  • 7-7-2007 (2016)
  • Pulvis et umbra (2017)
  • Fate il vostro gioco (2018)
  • Rien ne va plus (2019)
  • Ah l’amore l’amore (2020)
  • Vecchie conoscenze (2021)
  • Le ossa parlano (2022)
  • ELP (2023)
  • Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Sud America? (2023)
  • Il passato è un morto senza cadavere (2024)

Patrizia Marzocchi e Le coincidenze necessarie

Patrizia Marzocchi e una dimostrazione in diretta delle coincidenze necessarie in cui crede la sua protagonista, Jolanda Marchegiani. Ho trovato questo romanzo a prezzo stracciato in un supermercato e l’ho preso, attirata dalla trama. Ma il nome dell’autrice mi diceva qualcosa: e infatti era lì, tra i miei contatti facebook, anche se credo non ci siamo mai parlate. Coincidenze? Forse. Necessarie? Sicuramente. Venite che vi racconto.

Trama

Jolanda Marchegiani è un’investigatrice sui generis: ha un’agenzia low cost e di solito indaga su fedifraghi, figli ribelli, inquilini inquietanti.
Quando viene chiamata per la scomparsa di un rappresentante di biancheria intima in un paese della Bassa di cui non sospettava l’esistenza capisce che si trova di fronte a qualcosa di inedito. L’intuizione è confermata dal fatto che nei paraggi è stata uccisa una dottoressa. Questo omicidio sembra collegato a quello di uno psichiatra, sul quale sta indagando lo sgradevole commissario Tommaso Pedroni a Bologna.
Come distinguere i nessi logici tra gli eventi dalle semplici coincidenze? 

Sulle tracce di…Agatha Christie

Dico subito che quello di Patrizia Marzocchi è un giallo ben architettato e ben costruito. In effetti, la premessa viene soddisfatta: non è stato facile distinguere i nessi logici e le semplici coincidenze. Questo perché Patrizia Marzocchi ha seminato indizi qui e là, buttato frasi per sviare l’attenzione, mandato in campo esperti e pivellini, per arrivare a una conclusione che così scontata non è.

Tesi tutta da dimostrare

O meglio, per gli amanti di Agatha Christie i colpevoli da un certo punto in poi sono abbastanza chiari. Cosa che era sicuramente nelle intenzioni dell’autrice, visto che a un certo punto è la stessa Jolanda a essere mezzo e messaggero degli elementi utili. Quello che è difficile, è dimostrare la tesi. La cosa più importante è che l’attenzione rimane fino alla fine, il finale non si perde, come ahimè spesso succede in questi casi, e tutti i personaggi sono funzionali alla riuscita, come un buon giallo deve essere. Quindi, lettura consigliata per chi vuole cimentarsi in un giallo cervellotico.

Sotto una coltre di nebbia

Eh sì, forse avrei dovuto dirvelo all’inizio: qui tra psichiatri, psicologi e detective in autoanalisi, c’è veramente da chiedersi se il male si nasconda davvero sotto il sole, come diceva il buon Hercule. O se, in fondo, sotto una coltre di nebbia si nascondano i pensieri più nascosti dell’umanità. L’unica cosa che spero dal profondo del cuore è che il povero Sassi non incontri mai Rocco Schiavone: alla prima parola su Roma finirebbe pure lui dritto dritto ad Aosta!

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Esmahan Aykol, Kati Hirschel e un omicidio all’Hotel Bosforo

 

Esmahan Aykol, Kati Hirschel e un omicidio all’Hotel Bosforo

Kati Hirschel, una tedesca in Turchia. Sembra l’inizio di una barzelletta e un po’ comica questa libraia trapiantata lo è. D’altra parte, la sua libreria è specializzata in gialli e che altro potrebbe fare se non mettersi a indagare su un omicidio? Venite che vi racconto.

Trama

Kati Hirschel, tedesca-turca trapiantata in città,  ha vissuto a Istanbul per metà circa della sua vita di quarantenne e ne conosce ogni angolo. È indipendente, sola, vanitosa, e dirige una libreria specializzata in gialli. Un giorno Petra, vecchia amica tedesca diventata attrice di una certa fama, la chiama. È all’Hotel Bosforo, giunta nella capitale per un film di produzione turco tedesca. Dopo il loro incontro, però, in albergo viene commesso un crimine, ed è proprio Petra la principale sospettata. Kati, per amicizia o curiosità, si sente coinvolta e decide di indagare.

Esmahan Aykol

Vi avevo già parlato di Esmahan Aykol perché a inizio anno mi è capitato per caso un suo racconto breve tra le mani e la protagonista era proprio Kati Hirschel la libraia. Anche Hotel Bosforo mi è capitato tra le mani per caso e non potevo non leggerlo subito. Adesso, penso di aver capito qualcosa in più su questo personaggio stravagante e sulle sue avventure a Istanbul.

Il giallo come scusa

Intanto, ho capito che chi cerca un giallo, nel senso proprio del termine, farebbe bene a rivolgersi a un altro tipo di scrittura. Qui, la parte del mistero è utilizzata solo al fine di far passare altri messaggi, soprattutto sulla cultura turca vista da uno sguardo innamorato, ma che si sente, o è, esterno. Questa, secondo me, è la cifra con cui accostarsi alla lettura e a Kati Hirschel.

Kati Hirschel

Kati Hirschel mi è sottilmente antipatica ed è un effetto che può fare una donna di quasi quarant’anni che pensa al centro estetico, lavora poco, fa tutto la povera assistente nella libreria, si lamenta dei turchi chiacchieroni, ma poi va in giro a chiacchierare. Quello che mi piace di lei, è l’amore per questa città difficile, Istanbul, mentre tutti intorno la criticano. Vivere da sola in una megalopoli, con gente che ti entra dentro casa come niente, non deve essere facile. Ma è proprio attraverso il suo sguardo con le lenti rosa che possiamo tentare di capire qualcosa di questa  babele. Che sarà presto oggetto di un viaggio, ormai sono innamorata pure io.

La storia

La storia in sé, invece, fa un po’ acqua da tutte le parti. Sembra sconclusionata come la sua protagonista, forse appositamente. Non credo che volontariamente prenderò altri libri di questa autrice, ma se dovessero ricapitare come questi due…la leggerò volentieri.

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Il piccolo Lord, da Fauntleroy a Bridgerton

Ebbene sì, a Bridgerton sono riusciti nell’impresa: tirare fuori dalla naftalina Il piccolo Lord, dargli una mamma e un papà e un’etnia  nuova di zecca. Ma la mente e il cuore vanno subito a lui, al piccolo Cedric Errol, futuro Lord Fauntleroy. E quindi quel libro super vintage, che staziona da sempre nella mia libreria, è stato spolverato e rispolverato per l’occasione.  Venite che vi racconto del biondino riccetto e i suoi splendidi amici “working class”.

Trama

La vita di Cedric Errol trascorre spensierata a New York grazie all’amore della mamma e degli amici che si è conquistato con il suo carattere aperto e gentile. Quando però il nonno paterno – un burbero conte che lui non ha mai conosciuto – lo convoca in Inghilterra per dargli un’educazione da aristocratico, Cedric deve affrontare un’impresa per niente facile per un settenne: separarsi dalle persone più care e, soprattutto, sciogliere il cuore indurito del nonno. 

Sono solo libri per bambini

Sono solo libri per bambini. Bè, non direi proprio. Intanto, questo romanzo era pensato per bambini, ma inaspettatamente ha avuto un grande successo tra gli adulti. In secondo luogo, ha donato libertà economica, e non solo, a questa scrittrice, capace negli anni di inanellare successi su successi. Dopo Il piccolo Lord, infatti, Frances Hodgson Burnett ha sfornato altri capolavori clamorosi, come La piccola principessa e Il giardino segreto. E costituisce anche un precedente legislativo, mai prima di allora un autore aveva vinto una causa per violazione del copyright. Frances Hodgson Burnett ci riesce nel 1888, quando vince una causa riguardante gli adattamenti teatrali del suo lavoro. Pazzesco, oggi non ci sarebbe mai riuscita. 

Ed ecccomi di nuovo alle prese col piccolo Cedric, la mamma “Fatina”, il burbero nonno, i suoi amici “proletari” americani. Tutti insieme formano un quadro che ancora oggi tiene avvinto il lettore. Cedric forse è troppo perfetto, magari anche lui dovrebbe avere qualche scivolone, ma è talmente trasparente e limpido che rappresenta perfettamente come dovrebbe essere un bambino di quell’età: innocente, ingenuo, fiducioso, affettuoso. E il piccolo Lord è tutto questo, forse perché è il prodotto di due mondi, il Vecchio e il Nuovo, lontanissimi e acerrrimi nemici. Eppure…eppure…questi due mondi così distanti condividono lo stesso cielo.

Curiosità

Nell’edizione che ho tirato fuori dalla naftalina, edizioni Saie 1963, le illustrazioni sono di Nico Rosso, un fumettista italiano che ha quasi sempre vissuto e lavorato in Brasile.

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Il duca e io, conosciamo la famiglia Bridgerton

Oggi Netflix rilascia la seconda parte della terza serie, sembra uno scioglilingua, di Bridgerton. E io, proprio ieri sera, ho finito il romanzo che dà avvio alla saga, Il duca e io. Daphne è la prima a scendere in campo: conquisterà il marito che la madre desidera per lei? Venite che vi racconto. E vi lascio anche la ricetta dei biscotti in foto!

Trama

Londra, 1813. Simon Basset, duca di Hastings, è perseguitato da madri di fanciulle da marito impegnate a combinare matrimoni, possibilmente quello della loro prole con lui. Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima per trovare lo sposo perfetto alla sua figliola. Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del “mercato matrimoniale”, Simon e Daphne escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace. Non immaginano che la passione possa scoppiare davvero.

Daphne al debutto 

Come nelle altre stagioni, le differenze tra serie tv e romanzo sono parecchie e, in un certo senso, modificano il corso degli eventi, ma non del finale, come sempre. Le differenze principali, e più importanti, riguardano il ruolo di Daphne in società, nel romanzo è alla sua seconda stagione mentre nella serie sta debuttando, e il suo rapporto con il duca, che nel romanzo conosce già mentre nella serie tv non l’ha mai visto.  L’aspetto interessante è che in entrambi i casi non partiamo dal fratello più grande, Anthony, ma da una sorella.

Chi è Daphne 

Daphne è la sorella maggiore, quella che nella vita, più di tutte le altre, ha sempre voluto sposarsi e avere figli. E questo, per mamma Bridgerton, è un pericolo. Dato che li vuole tutti felicemente sposati, come lei e il marito, deve impedire che la figlia scelga un marito su presupposti per lei sbagliati. Ma, ma…le regole della società impongono a una ragazza di non rimanere troppo “sul mercato”, altrimenti brucia tutte le sue possibilità. Vi ricorda qualcosa? Eh sì, esatto, Anne Elliot di zia Jane Austen ce la ricorda da vicino.

Daphne e Simon

Libri o serie tv che sia, Daphne e Simon come coppia funzionano, insieme rafforzano le loro qualità personali. Lei gli offre la famiglia che non ha mai avuto, lui il padre dei suoi figli che ha sempre sognato. Gli altri fratelli sono sullo sfondo, emerge solo Anthony, non a caso protagonista del secondo libro. I tratti ironici e leggeri cui Julia Quinn ci ha abituato, qui non mancano di certo. Una lettura gradevole per chi ama il genere romance storico, indubbiamente.

L’elenco dei romanzi, in ordine cronologico: 

Il duca e io (Daphne)
Il visconte che mi amava (Anthony)
La proposta di un gentiluomo (Benedict)
Un uomo da conquistare (Colin)
A sir Philip, con amore (Eloise)
Amare un libertino (Francesca)
Tutto in un bacio (Hyacinth)
Il vero amore esiste (Gregory) 
9 Felici per sempre (8 “secondi epiloghi”) 

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