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Inganni – Judith Michael

Oggi ho riesumato dallo scaffale dei romance vintage uno dei pezzi migliori in mio possesso. Ha davvero tutto quello che chiedo a un libro del genere: personaggi tondi, vicende misteriose, descrizioni accattivanti, una storia d’amore intrigante, paesaggi che facciano battere il cuore e una copertina curata. In questo romanzo del 1982 non ci sono Inganni, a dispetto del titolo, perché Judith Michael mette in scena un film che funziona e che, a distanza di anni da quando l’ho letto, ricordo ancora perfettamente.

Trama 

Stephanie e Sabrina sono due gemelle identiche nell’aspetto, ma totalmente diverse come carattere e stile di vita. La prima è sposata con un professore universitario e fa la casalinga in una provincia americana, la seconda è una famosa antiquaria, single, che vive a Londra. Quando, dopo anni, il matrimonio sembra andare a rotoli, Stephanie va in Cina con la sorella, in occasione di un viaggio organizzato dall’Associazione Internazionale degli Antiquari. E’ l’occasione per entrambe di parlare di quello che sta succedendo nelle loro vite. Stephanie, da sempre affascinata dalla vita della sorella, racconta dei suoi problemi con il marito. Sabrina, invece, è alle prese con una brutta gatta da pelare nel suo negozio. Le due sorelle decidono così, quasi per gioco, di scambiarsi i ruoli per una settimana. Ciascuna vivrà la vita dell’altra: è l’inizio di un inganno con cui rischieranno di scottarsi seriamente…

Non si gioca con i sentimenti

E se? Vi siete mai fermati a pensarci? Sicuramente sì. Ora immaginate: e se la vita che avrei voluto la vivesse la mia gemella? In fondo cosa c’è di male a scambiarsi il posto per un po’? Da piccole lo facevano sempre. Eppure, hanno pensato a tutto, ai dettagli più insignificanti, ma non all’aspetto più importante. Non si gioca con i sentimenti degli altri e neanche con i propri se è per questo. Ecco che allora il piano di Sabrina e Stephanie fallisce clamorosamente. Nessuna delle due aveva previsto che la vita dell’altra le sarebbe piaciuta tanto. Così tanto da non voler più tornare indietro, forse.

L’erba del vicino è più morbida?

Le storie delle protagoniste femminili sono entrambe accattivanti, ma è chiaro che è più facile capire Stephanie che non Sabrina. Sabrina conduce una vita scintillante, internazionale, agiata. Stephanie organizza grigliate per gli amici e mette in fila la famiglia prima di uscire la mattina. Quale delle due è più faticosa? La seconda, diremmo tutti. Sarà davvero così? Oppure anche l’oro può diventare opaco se non lucidato a dovere? E poi, chi può dire se l’erba del vicino è più morbida, oltre che più verde, se non ci ha mai camminato sopra?

Non può finire così

Non vi dico altro per non svelare troppo della trama, in cui non mancano misteri e colpi di scena. Dico solo che nello scaffale di un’amante dei romance questo titolo non può mancare. Anche se mi sono accorta che, ahimé, nel mio di scaffale manca il seguito. Non sapevo neanche che esistesse, ma dovrò colmare questa lacuna al più presto. Inganni, infatti, fa parte di una duologia (Deceptions #1 e #2) che si chiude con La tela del mistero, arrivato nel 1994 a dodici anni di distanza del primo. Evidentemente i due autori, Judith Michael è uno pseudonimo sotto il quale si celano i coniugi Judith Barnard e Michael Fain, la pensavano come i lettori. Non può finire così. 

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One Fifth Avenue – Candace Bushnell

Esce oggi nelle librerie americane l’ultimo libro di Candace Bushnell, la creatrice dell’ormai mitico Sex and the city. A 20 anni di distanza dal suo più grande successo, la scrittrice torna a chiedersi “C’è ancora Sex in the city”? Chissà. In attesa di poterlo leggere, ho ripescato uno dei suoi titoli che mi è piaciuto di più. Niente sesso, solo una lotta all’ultimo sangue per accaparrarsi un appartamento di prestigio nel cuore di Manhattan. Chi non vorrebbe partecipare a una guerra del genere?

Trama

Quinta strada, n°l, Manhattan. L’indirizzo più chic di New York. È qui, in questo edificio Art Deco, che abita chi conta davvero in città. Quando l’inquilina più anziana muore e il suo appartamento all’attico viene messo in vendita, sono in molti a tramare per riuscire ad accaparrarselo. Dalla moglie del magnate finanziario all’attrice ribelle fuggita da Los Angeles, dall’autrice della rubrica di pettegolezzi più temuta in città all’arrivista di Atlanta che sogna di diventare la nuova Carrie Bradshaw, i sogni di chi ambisce a gloria e potere si intrecciano sotto le volte di questo celebre palazzo.

Mettetevi nei loro panni

Faccio una premessa: chi vuole leggere i romanzi di Candace Bushnell dovrebbe tentare di mettersi nei panni di gente ricca, sfrontatamente abbiente, che ha ambizioni, valori e gusti ecompletamente (?) diversi dai nostri. Altrimenti questo suo romanzo, e anche gli altri, vi sembreranno un’accozzaglia di gentaccia che pensa solo ai soldi o ai beni materiali. Non dico che in sostanza non sia così, però credo anche che quando i bisogni di base sono stati soddisfatti, il gioco a chi ce l’ha più alto e più grande, l’appartamento, può anche essere divertente da osservare.

Una battaglia di potere 

One Fifth Avenue è, tra quelli che ho letto, il romanzo migliore di Candace Bushnell. La lotta per l’appartamento è avvincente e nasconde, in realtà, la battaglia per accreditarsi all’interno della società newyorchese. Potersi permettere un appartamento in uno degli edifici storici della città, significa far parte dell’élite. Significa avercela fatta e tutti loro hanno lavorato una vita solo per questo. I primi a entrare in scena sono gli inquilini facoltosi da generazioni, quelli rispettati da tutti. Louise Houghton è una quasi centenaria con un attico a tre piani. Dopo l’attico, l’appartamento migliore è al tredicesimo piano, dove vive una “single” ottantenne, Enid Merle. Accanto a lei vive il nipote, Philip Oakland, che di mestiere fa lo scrittore e si è riciclato come sceneggiatore. Ha avuto una storia con l’attrice Schiffer Diamond, tornata da poco per recitare in una serie tv e dimostrare che è ancora sulla cresta dell’onda.

Il male assoluto

Più in basso, nella scala sociale e nell’ex deposito dei bagagli, vivono i Gooch. Mindy Gooch è il capo del consiglio di amministrazione del condominio e nessuno la sopporta, “è il tipo a cui si dà tutto pur di levarsela dalle palle”, però ha potere di veto sui nuovi inquilini. E infine ci sono loro, i parvenu Paul e Annalisa Rich, nomen omen, e Lola. Straricchi, eppure snobbati perché lui traffica in hedge fund, considerati il male assoluto. Lola, invece, vuole diventare la nuova Carrie Bradshaw. Riusciranno a intrufolarsi in una società codificata? Gli altri, li accetteranno? E loro, accetteranno i “diversamente ricchi”? L’equilibrio su cui si basano i rapporti di potere reggerà o verrà sovvertito? E nel secondo caso, chi ne pagherebbe il prezzo più alto? Romanzo altamente consigliato a chi ama New York perché Candace Bushnell conosce bene i suoi polli, cioè le classi dominanti, ma sempre con le avvertenze che vi ho dato sopra.  

Curiosità

1-fifth-avenue-00Il grattacielo esiste davvero ed esteticamente è come lo descrive Candace Bushnell. One Fifth Avenue è stato costruito nel 1927 nel Greenwich Village da due studi di architettura e si trova all’angolo sud-est tra la Fifth Avenue ed Eighth Street. Costituisce una rarità perché è isolato e domina il Greenwich Village e il Washington Square Park. Per l’epoca fu una costruzione originale, perché grazie a un sapiente gioco di luci e ombre dà un’illusione di tridimensionalità, pur essendo in realtà verticale e piatto. Costruito per diventare un albergo, ha 29 piani e 184 appartamenti, circondati di terrazze. La cima culmina in una torre che dovrebbe rimandare al feudalesimo e che invece a Candace Bushnell sembra “una torta nuziale”. 

A voi che sembra: medioevo o matrimonio? 😉

 

 

 

 

 

Il giorno della tempesta – Rosamunde Pilcher

E’ primo pomeriggio, eppure fuori è quasi buio. Tuoni e lampi annunciano pioggia imminente. Chissà perché, quest’atmosfera un po’ grigia mi ha ricordato I giorni della tempesta, di Rosamunde Pilcher. The day of the storm è del 1975 ed è uscito per la prima volta a puntate in una rivista femminile. So che un giorno di pioggia non è proprio l’ideale per suggerirvi un romanzo da ombrellone, ma se ne state cercando uno I giorni della tempesta fa proprio al caso vostro.

Trama

Rebecca Bayliss è una ragazza che vive a Londra da sola e lavora in una libreria. Avvisata che la madre sta morendo, vola in Spagna e scopre con sua grande sorpresa di avere una famiglia di cui ignorava l’esistenza. Decisa a far luce sul mistero delle sue origini, Rebecca si reca in Cornovaglia, nell’antica dimora che la madre le ha indicato. Qui scopre un nonno che sembra custodire un terribile segreto e un bellissimo cugino, al cui fascino è difficile resistere.

Adorerete il nonno

Il giorno della tempesta non è corposo come i capolavori che lo seguiranno negli anni di massima ispirazione di Rosamunde Pilcher, ma contiene già tutti gli elementi che l’hanno resa celebre. Innanzitutto, l’ambientazione nella meravigliosa Cornovaglia, che già da sola vale la lettura. Un maniero, segreti di famiglia da scoprire, un cuore tentennante tra due uomini e una ragazza, Rebecca, che deve ancora capire cosa vuole davvero dalla vita. E’ la lettura perfetta per chi in vacanza preferisce rilassarsi con una lettura leggera ed emozionante. D’altra parte, la stessa Rosamunde ha definito i suoi librida spiaggia per donne intelligenti“. E noi, che siamo donne intelligenti, l’amiamo per questo. Il romanzo è breve e all’inizio è uscito a puntate su una rivista. Forse per questo tutto avviene decisamente in fretta, senza l’approfondimento psicologico cui lei ci ha abituato, però situazioni e personaggi sono come sempre deliziosi. Se non v’innamorerete di Rebecca o dell’uomo che sceglierà, adorerete il nonno. E forse anche il libraio, come nel mio caso 🙂

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Sempre non è per sempre – Helen Van Slyke

Oggi vi parlo di un romanzo super vintage, dal titolo evocativo. Sempre non è per sempre, o meglio, Always is not forever, di Helen Van Slyke. L’ho letto diversi anni fa, ma è come se fosse ieri. Perché questa storia ha una forza tale da rimanere scolpita nella mente. Decisamente uno dei titoli migliori , se non il migliore in assoluto, della scrittrice americana. 

Trama

La giovane giornalista Susan Langdon non ci pensa due volte prima di accettare la proposta di matrimonio del famosissimo pianista Richard Antonini. Sa tutto sulle conquiste femminili di questo genio musicale straordinariamente bello e incredibilmente dotato. Conosceva la sua celebre famiglia, la madre gelosa, avida e possessiva, il suo frenetico mondo, il glamour abbagliante di cui ama circondarsi, la sua dedizione assoluta alla sua carriera. Ma conosce anche, o pensava di conoscere, il vero Richard, il suo Richard, l’uomo che adora e per cui ha rinunciato alla sua di carriera…

Finché morte non ci separi

Quella di sposarsi è una decisione importante, una scelta che condiziona la vita. Scegliere l’uomo giusto è fondamentale. Sì, certo. L’uomo che corrisponde ai nostri ideali magari è lì e mette gli occhi su di noi fra tante. Ma sarà lui quello giusto? Susan è convinta di sì, però Susan è giovane. Troppo giovane e non ha fatto i conti con la realtà della vita. Richard è il prodotto della sua famiglia. Una famiglia che coopta i membri e non li lascia respirare. Soprattutto la matriarca è una virago. Gli altri? Troppo deboli per opporsi, o troppo impegnati a ricavarsi degli spazi di liberà per smuovere le acque. Susan, al contrario, viene da una famiglia normale, dove l’amore viene al primo posto. Riuscirà a non farsi cancellare dagli Antonini?

Il coraggio di perdonare 

Il romanzo è avvincente e, come tutti quelli di Helen Van Slyke, pone domande importanti. Cosa sei disposta a perdonare per amore? Cosa succede quando in una famiglia l’ideale di perfezione si rompe? Le persone cambiano o rimangono sempre quelle che sono? La storia di Susan e Richard è avvincente e rimane nel cuore. Lei, Susan, perché è una donna forte, che cresce con l’andare avanti delle pagine. Lui, Anthony, perché crolla e fa quello che nessuna persona dovrebbe mai fare: non accettare il diverso da sé e distrarsi per un lungo, terribile attimo. Si può perdonare una distrazione dal costo incalcolabile? Mentre leggevo pensavo di no e lo credo tuttora. Quando leggo di storie simili, accadute davvero, mi torna in mente questo romanzo, e mi chiedo: dove trovano il coraggio di perdonare? Sì, il coraggio, perché uccidere o fuggire sarebbe l’istinto naturale. D’altro canto, Richard è un uomo debole e Susan se ne accorge tardi, abbagliata dalla superficie splendente di un mondo dorato. Non è, allora, lei stessa colpevole in parte? Sì, forse. Come vedete, dopo tanti anni ancora discuto con me stessa su questa trama complicata e sofferta.

Se l’avete letto, mi piacerebbe avere un vostro parere. Che ne pensate di Susan e Richard? Avreste concluso il romanzo come fa l’autrice? Aspetto i commenti!

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Il ricco e il giusto

L’isola delle farfalle – Corina Bomann

Sapete che da un po’ di tempo mi sento orfana e sto cercando tra le autrici contemporanee una degna sostituta di Rosamunde Pilcher. Ho letto troppo poco per affermare con certezza che Corina Bomann possa in qualche modo assolvere questa fondamentale funzione nella mia vita. Posso però dire con sicurezza che L’isola delle farfalle mi ha tenuto incollata fino all’ultima pagina…

Trama

È un triste risveglio per l’avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente, infatti, ha scoperto che suo marito l’ha tradita. Come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e vorrebbe vederla un’ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende. Non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…

Quattro indizi per un mistero

Nel suo romanzo d’esordio, Corina Bomann mescola sapientemente gli ingredienti del mistero per confezionare una saga familiare che si muove tra passato e presente, svelando piano piano tutte le sue carte. Una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica: questi sono gli unici elementi di partenza che la zia Emmely affida alla nipote Diana. Da qui, la donna dovrà fare un salto indietro nel tempo, per riconciliare i suoi avi e guardare serenamente al suo futuro. Non sa bene cosa cercare, sa solo che la sua vita ha bisogno di una scossa, di togliersi di mezzo un matrimonio infelice. Scoprirà il segreto della famiglia, l’amore e anche che in lei scorre sangue tamil.

Un altro mondo e un’epoca lontana per sognare

Se ancora non conoscete Corina Bomann, ve la consiglio. Trovo la sua scrittura un tantino superiore a quella di Lucinda Riley, che insieme a lei viene citata come una delle migliori del genere, insieme a Kate Morton. La storia è piacevole, perfetta per i consigli da ombrellone che vi sto dando. Il finale, con quel colpo di scena imprevisto, mi ha commosso. L’isola delle farfalle promossa a pieni voti, senza dubbio. Se proprio devo trovargli un difetto, direi che avrei bilanciato meglio passato e presente, dando più spazio al secondo. Anche il significato della foglia non è propriamente centrato e, chissà perché, Diana dimentica il suo amico tedesco che sta indagando sul contenuto delle foglie. Chissà cosa c’era scritto alla fine? Sono comunque dettagli, il romanzo merita il vostro tempo e vi trasporterà in un altro mondo e in un’epoca lontana. Cosa c’è di meglio per sognare un po’?