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Il segreto della bambina sulla scogliera – Lucinda Riley

E’ il primo romanzo di Lucinda Riley che leggo e l’ho scelto perché sono stata attratta dall’ambientazione irlandese, sempre piacevole per me, e dal mistero che aleggia sulla figura di questa bambina. E poi preferivo partire da un romanzo singolo piuttosto che dalla serie che la sta rendendo famosa, la saga de Le sette sorelle. Ma, ahimè, dovrò fare un altro tentativo con questa scrittrice…

Trama 

Mentre la tempesta infuria sulle coste di Dunworley Bay, Irlanda, una bambina a piedi scalzi è immobile sull’orlo di una scogliera a picco sul mare. Ipnotizzata di fronte a quella strana apparizione, Grania Ryan, una scultrice di successo appena tornata da New York per riprendersi da un brutto trauma, scoprirà ben presto di non aver sognato. Sua madre Kathleen non ha alcun dubbio: la piccola è Aurora Lisle, che ha perso la mamma in circostanze drammatiche proprio in quel luogo. Grania è irresistibilmente attratta dall’incredibile vitalità di Aurora e non può fare a meno di affezionarsi a lei e a suo padre. Ma per quale motivo sua madre non riesce a nascondere la propria ostilità nei confronti dei Lisle? La risposta potrebbe celarsi in un plico di lettere gelosamente custodite da Kathleen.

Più una favola che un romanzo d’amore e mistero

Il romanzo di Lucinda Riley si riscatta nel finale, ma direi che somiglia più a una favola che a un romanzo d’amore e mistero. L’ambientazione irlandese è sempre suggestiva, quindi su questo non mi ero sbagliata in fase di scelta. A patto, però, di sorvolare sulle tante incoerenze disseminate ovunque. E, soprattutto, sulle continue coincidenze, che alla lunga finiscono per annoiare il lettore tanto risultano incredibili. Infine, mi perdonerete questa chiusura personale, ma solo Patrick Swayze può permettersi di rispondere “idem” a una dichiarazione d’amore. A meno che l’omaggio non sia chiaramente espresso. 

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