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Il giorno della tempesta – Rosamunde Pilcher

E’ primo pomeriggio, eppure fuori è quasi buio. Tuoni e lampi annunciano pioggia imminente. Chissà perché, quest’atmosfera un po’ grigia mi ha ricordato I giorni della tempesta, di Rosamunde Pilcher. The day of the storm è del 1975 ed è uscito per la prima volta a puntate in una rivista femminile. So che un giorno di pioggia non è proprio l’ideale per suggerirvi un romanzo da ombrellone, ma se ne state cercando uno I giorni della tempesta fa proprio al caso vostro.

Trama

Rebecca Bayliss è una ragazza che vive a Londra da sola e lavora in una libreria. Avvisata che la madre sta morendo, vola in Spagna e scopre con sua grande sorpresa di avere una famiglia di cui ignorava l’esistenza. Decisa a far luce sul mistero delle sue origini, Rebecca si reca in Cornovaglia, nell’antica dimora che la madre le ha indicato. Qui scopre un nonno che sembra custodire un terribile segreto e un bellissimo cugino, al cui fascino è difficile resistere.

Adorerete il nonno

Il giorno della tempesta non è corposo come i capolavori che lo seguiranno negli anni di massima ispirazione di Rosamunde Pilcher, ma contiene già tutti gli elementi che l’hanno resa celebre. Innanzitutto, l’ambientazione nella meravigliosa Cornovaglia, che già da sola vale la lettura. Un maniero, segreti di famiglia da scoprire, un cuore tentennante tra due uomini e una ragazza, Rebecca, che deve ancora capire cosa vuole davvero dalla vita. E’ la lettura perfetta per chi in vacanza preferisce rilassarsi con una lettura leggera ed emozionante. D’altra parte, la stessa Rosamunde ha definito i suoi librida spiaggia per donne intelligenti“. E noi, che siamo donne intelligenti, l’amiamo per questo. Il romanzo è breve e all’inizio è uscito a puntate su una rivista. Forse per questo tutto avviene decisamente in fretta, senza l’approfondimento psicologico cui lei ci ha abituato, però situazioni e personaggi sono come sempre deliziosi. Se non v’innamorerete di Rebecca o dell’uomo che sceglierà, adorerete il nonno. E forse anche il libraio, come nel mio caso 🙂

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Sempre non è per sempre – Helen Van Slyke

Oggi vi parlo di un romanzo super vintage, dal titolo evocativo. Sempre non è per sempre, o meglio, Always is not forever, di Helen Van Slyke. L’ho letto diversi anni fa, ma è come se fosse ieri. Perché questa storia ha una forza tale da rimanere scolpita nella mente. Decisamente uno dei titoli migliori , se non il migliore in assoluto, della scrittrice americana. 

Trama

La giovane giornalista Susan Langdon non ci pensa due volte prima di accettare la proposta di matrimonio del famosissimo pianista Richard Antonini. Sa tutto sulle conquiste femminili di questo genio musicale straordinariamente bello e incredibilmente dotato. Conosceva la sua celebre famiglia, la madre gelosa, avida e possessiva, il suo frenetico mondo, il glamour abbagliante di cui ama circondarsi, la sua dedizione assoluta alla sua carriera. Ma conosce anche, o pensava di conoscere, il vero Richard, il suo Richard, l’uomo che adora e per cui ha rinunciato alla sua di carriera…

Finché morte non ci separi

Quella di sposarsi è una decisione importante, una scelta che condiziona la vita. Scegliere l’uomo giusto è fondamentale. Sì, certo. L’uomo che corrisponde ai nostri ideali magari è lì e mette gli occhi su di noi fra tante. Ma sarà lui quello giusto? Susan è convinta di sì, però Susan è giovane. Troppo giovane e non ha fatto i conti con la realtà della vita. Richard è il prodotto della sua famiglia. Una famiglia che coopta i membri e non li lascia respirare. Soprattutto la matriarca è una virago. Gli altri? Troppo deboli per opporsi, o troppo impegnati a ricavarsi degli spazi di liberà per smuovere le acque. Susan, al contrario, viene da una famiglia normale, dove l’amore viene al primo posto. Riuscirà a non farsi cancellare dagli Antonini?

Il coraggio di perdonare 

Il romanzo è avvincente e, come tutti quelli di Helen Van Slyke, pone domande importanti. Cosa sei disposta a perdonare per amore? Cosa succede quando in una famiglia l’ideale di perfezione si rompe? Le persone cambiano o rimangono sempre quelle che sono? La storia di Susan e Richard è avvincente e rimane nel cuore. Lei, Susan, perché è una donna forte, che cresce con l’andare avanti delle pagine. Lui, Anthony, perché crolla e fa quello che nessuna persona dovrebbe mai fare: non accettare il diverso da sé e distrarsi per un lungo, terribile attimo. Si può perdonare una distrazione dal costo incalcolabile? Mentre leggevo pensavo di no e lo credo tuttora. Quando leggo di storie simili, accadute davvero, mi torna in mente questo romanzo, e mi chiedo: dove trovano il coraggio di perdonare? Sì, il coraggio, perché uccidere o fuggire sarebbe l’istinto naturale. D’altro canto, Richard è un uomo debole e Susan se ne accorge tardi, abbagliata dalla superficie splendente di un mondo dorato. Non è, allora, lei stessa colpevole in parte? Sì, forse. Come vedete, dopo tanti anni ancora discuto con me stessa su questa trama complicata e sofferta.

Se l’avete letto, mi piacerebbe avere un vostro parere. Che ne pensate di Susan e Richard? Avreste concluso il romanzo come fa l’autrice? Aspetto i commenti!

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L’isola delle farfalle – Corina Bomann

Sapete che da un po’ di tempo mi sento orfana e sto cercando tra le autrici contemporanee una degna sostituta di Rosamunde Pilcher. Ho letto troppo poco per affermare con certezza che Corina Bomann possa in qualche modo assolvere questa fondamentale funzione nella mia vita. Posso però dire con sicurezza che L’isola delle farfalle mi ha tenuto incollata fino all’ultima pagina…

Trama

È un triste risveglio per l’avvocatessa berlinese Diana Wagenbach. Solo la sera precedente, infatti, ha scoperto che suo marito l’ha tradita. Come se non bastasse, una telefonata dall’Inghilterra la informa che la cara zia Emmely ha le ore contate e vorrebbe vederla un’ultima volta. Non le resta che fare i bagagli e prendere il primo volo verso l’antica dimora di Tremayne House, dove i suoi avi hanno vissuto per generazioni. Diana non può sapere che cosa l’attende. Non sa che in punto di morte zia Emmely le sta per consegnare un terribile segreto di famiglia, custodito gelosamente per anni. Come in un rebus, con pochi, enigmatici indizi a disposizione, a Diana è affidato il difficile compito di portare alla luce che cosa accadde tanti anni prima, nel lontano Oriente, a Ceylon, l’incantevole isola del tè e delle farfalle. Qualcosa che inciderà profondamente anche sul suo destino…

Quattro indizi per un mistero

Nel suo romanzo d’esordio, Corina Bomann mescola sapientemente gli ingredienti del mistero per confezionare una saga familiare che si muove tra passato e presente, svelando piano piano tutte le sue carte. Una foto ingiallita che ritrae una bellissima donna di fronte a una casa tra le palme, una foglia incisa in caratteri misteriosi, una bustina di tè, una vecchia guida turistica: questi sono gli unici elementi di partenza che la zia Emmely affida alla nipote Diana. Da qui, la donna dovrà fare un salto indietro nel tempo, per riconciliare i suoi avi e guardare serenamente al suo futuro. Non sa bene cosa cercare, sa solo che la sua vita ha bisogno di una scossa, di togliersi di mezzo un matrimonio infelice. Scoprirà il segreto della famiglia, l’amore e anche che in lei scorre sangue tamil.

Un altro mondo e un’epoca lontana per sognare

Se ancora non conoscete Corina Bomann, ve la consiglio. Trovo la sua scrittura un tantino superiore a quella di Lucinda Riley, che insieme a lei viene citata come una delle migliori del genere, insieme a Kate Morton. La storia è piacevole, perfetta per i consigli da ombrellone che vi sto dando. Il finale, con quel colpo di scena imprevisto, mi ha commosso. L’isola delle farfalle promossa a pieni voti, senza dubbio. Se proprio devo trovargli un difetto, direi che avrei bilanciato meglio passato e presente, dando più spazio al secondo. Anche il significato della foglia non è propriamente centrato e, chissà perché, Diana dimentica il suo amico tedesco che sta indagando sul contenuto delle foglie. Chissà cosa c’era scritto alla fine? Sono comunque dettagli, il romanzo merita il vostro tempo e vi trasporterà in un altro mondo e in un’epoca lontana. Cosa c’è di meglio per sognare un po’?

Poirot a Styles Court – Agatha Christie

Il primo romanzo della dama del giallo Agatha Christie e anche quello in cui fa la sua comparsa Hercule Poirot, l’ometto belga dalle acutissime intuizioni. Il romanzo all’uscita è un mezzo flop: chi avrebbe detto nel 1920 che l’investigatore privato sarebbe diventato famosissimo e che la sua creatrice lo avrebbe odiato con tutto il cuore?

Trama

Styles Court è un’estesa proprietà terriera dell’Essex che John Cavendish avrebbe dovuto ereditare. Contrariamente a ogni previsione, tuttavia, alla morte del padre la sola beneficiaria è la sua matrigna Emily. La donna ha poi sposato in seconde nozze Alfred Inglethorp, un cacciatore di dote. Una notte, improvvisamente, la tragedia: Emily muore fra atroci sofferenze, di fronte agli occhi increduli dei familiari. Il misterioso caso cattura l’attenzione di Hercule Poirot, ex  investigatore della polizia belga, che inizia a seguire le tracce dell’assassino chiamato dal suo vecchio amico, il capitano Hastings.

Una testa d’uovo dal fiuto infallibile

Poirot era un ometto dall’aspetto straordinario. Non arrivava al metro e sessantacinque ma aveva un portamento molto fiero. Aveva la testa a forma d’uovo, e la teneva sempre inclinata di lato. I baffetti erano rigidi e militareschi. La sua accuratezza nel vestire era quasi incredibile. Credo che un granello di polvere gli avrebbe dato più fastidio di una ferita. Eppure questo elegantone, che ora zoppicava leggermente, era stato ai suoi tempi uno dei funzionari più in gamba della polizia belga. Come investigatore, il suo fiuto aveva straordinario. Aveva all’attivo numerosi trionfi, essendo riuscito a risolvere i casi più complicati”.

Trappole per (lettori) topi

Sembra quasi incredibile che Agatha Christie abbia scritto The Mysterious Affair at Styles (Poirot a Styles Court) giovanissima e che ben sei case editrici l’abbiano rifiutato prima che una si decidesse ad acquistarlo. Perché in questo suo esordio ci sono già tutti gli elementi che faranno di lei una delle più grandi autrici di gialli. Innanzitutto, una trama in cui i personaggi sono caratterizzati magnificamente, con rapide pennellate che fanno subito intuire i tratti caratteriali predominanti. Poi, una storia che diverte perché tutti, ma proprio tutti, potrebbero essere potenzialmente gli assassini. La scrittrice, a sua volta, si diverte a tendere trappole all’ingenuo lettore, che viene tratto in inganno, gli viene sottratto l’elemento principale per capire e poi, alla fine, si deve arrendere all’evidenza: “c’ero quasi arrivato”. Quasi, Watson, quasi.

Un perfettino a cui nulla sfugge 

Invece Hercule Poirot va spedito come un treno: lucido, razionale, poco incline a errori di giudizio grossolani dovuti a simpatie o antipatie. Per lui, tutti sono oggetto di analisi e tutti potenzialmente pericolosi. E’ così che riesce a risolvere l’enigma: conosce la natura umana e la esamina spassionatamente. Forse è questo che lo rende un po’ antipatico: un perfettino a cui nulla sfugge e che non si confida con nessuno per non farsi scappare i criminali finisce per farsi odiare persino dal buon capitano Hastings.

Consigli ai (lettori) topi

Sul racconto, invece, voglio dare un consiglio a chi deve ancora leggerlo: fate attenzione a tutti i dettagli, anche i più insignificanti. Vi do un indizio: in foto c’è una tazzina di caffè…Sappiate che nel finale vorrete uccidere Agatha perché fa come Poirot, non si confida con nessuno, neanche con il lettore. Sarà per questo che lo odiava? 😉 Non vi dico che è la migliore Christie perché non è così, trattandosi del suo esordio. Questo romanzo, tuttavia, è utile per conoscere il mitico Poirot e l’aiutante che lo affiancherà in tante indagini. Solo per questo, possiamo considerarlo un pezzo da novanta per tutti gli amanti del giallo classico.

p.s. E voi che l’avete letto che mi dite? Vi è piaciuto questo esordio del piccolo ispettore belga?

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Quante ne sai? 15 curiosità su Agatha Christie che forse non conosci

Secondo appuntamento con il quiz “Quante ne sai?” dopo quello su Jane Austen. Agatha Christie è così celeberrima che  proporre un quiz su di lei mi sembrava quasi un azzardo. Però, però….sai proprio tutto, tutto, su Agatha? Ricordo le regole: leggi 15 curiosità sulla vita e le opere della dama inglese del giallo e spunta quelle che già conoscevi. Mettiti alla prova con il quiz e poi scrivi nei commenti quante ne sapevi. Solo chi totalizza 15/15 potrà fregiarsi del titolo di Agatha Christie‘s addicted! Pronti? Via!

1) La camera 411 del Pera Palas

Il Pera Palas venne costruito a Istanbul nel 1892 dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits per ospitare i passeggeri dell’Orient Express all’ultima tappa del viaggio. Sembra che nella camera 411 dell’albergo Agatha Christie abbia scritto buona parte di (Murder on the Orient Express) Assassinio sull’Orient Express. Oggi la stanza 411, “The Agatha Christie Room”, è un piccolo museo in onore della scrittrice. L’albergo omaggia la giallista anche nel ristorante, che si chiama non a caso “Agatha”.

2) Bleak House 

Tra i classici, l’autore preferito di Agatha era Charles Dickens, che le ricordava quando la mamma le leggeva Bleak House. Firmò per la MGM una sceneggiatura di Bleak House. Le riprese del film sarebbero dovute iniziare nella primavera del 1962, ma alla fine non se ne fece nulla.

3) Prima scrittrice da 100.000 copie 

Quando nel 1935 furono pubblicati i libri tascabili Penguin, The Mysterious Affair at Styles (Poirot a Styles Court) fu uno dei primi 10 titoli. Nel 1948, fu la prima scrittrice di gialli ad avere 100.000 copie di dieci dei suoi titoli pubblicati da Penguin nello stesso giorno.

4) La prima Miss Marple

La prima Miss Marple televisiva è del 1956. L’episodio A murder is announced (Un delitto avrà luogo) andò in onda una sola volta e solo negli Stati Uniti, all’interno della serie televisiva Goodyear Television Playhouse. Miss Marple era interpretata dall’attrice e cantante britannica Gracie Fields. La prima Miss Marple al cinema è stata, invece, Margaret Rutherford, alla quale la stessa Christie ha dedicato The mirror crack’d from side to side (Assassinio allo specchio).

5) Il primo film 

Il primo film tratto da un romanzo di Agatha Christie è il tedesco Die Abenteuer G.M.B.H. Tratto da The Secret adversary (L’avversario segreto), del 1922, era un film muto, diretto da Fred Sauer e interpretato dall’attore italiano Carlo Aldini e dalle attrici britanniche Eve Gray e Hilda Bayley.

6) La disgrafia

Agatha dettò tutti i suoi romanzi a un assistente. Soffriva di disgrafia, una disabilità dell’apprendimento, che le impediva di scrivere in modo leggibile.

7) Madame Tussauds

Nel 1972 fu immortalata per il museo di Madame Tussauds. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, Agatha Christie posò per Madame Tussaud mentre eseguivano innumerevoli misurazioni, tra cui anche quella del cranio. Ha anche donato un vestito, come era consuetudine. La sua statua di cera per un po’ di tempo è stata esposta con Alfred Hitchcock. Oggi è ancora in mostra, ma le sue statue di cera sono conservate in un’area privata. Due anni fa è stata destinataria di una petizione pubblica perché venisse spostata tra i grandi della letteratura, come Wilde, Dickens e Shakespeare.

8) Le sue fobie

Nella sua autobiografia, l’autrice ha elencato le sue fobie, tra cui folla, musica ad alto volume, feste, fumo di sigaretta, marmellata, ostriche e zampe di uccelli.

9) Donazioni

Agatha frequentava regolarmente la chiesa di Santa Maria Vergine nel villaggio di Churston Ferrers, nel Devon meridionale. Nel 1955, donò alla chiesa i diritti d’autore ricevuti per una storia breve chiamata Greenshaw’s Folly e il suo contributo venne utilizzato per restaurata la vetrata nell’edificio.

10) Autocitazioni

Nel suo romanzo di Miss Marple del 1942, The body in the library, C’è un cadavere in biblioteca, si autocita. Lo fa attraverso il personaggio di Peter Carmody, il quale afferma di amare la narrativa poliziesca e di possedere copie firmate da alcuni autori, tra cui Agatha Christie e Dorothy L. Sayers.

11) I contemporanei preferiti

I suoi scrittori contemporanei preferiti erano l’autrice irlandese Elizabeth Bowen e l’autore inglese Graham Greene.

12) Il New York Times 

Quando morì Hercule Poirot, il New York Times pubblicò il suo necrologio.

13) Il preferito e il peggiore 

Il suo lavoro preferito era Witness for the Prosecution (Testimone d’accusa). Al contrario, ha descritto The mystery of the blue train (Il mistero del treno azzurro) come “il peggior libro che abbia mai scritto”. E c’è un motivo preciso per cui considerava Il mistero del treno azzurro il peggiore ed è strettamente legato alle sue vicende personali. Leggete la biografia e capirete.

14) Beacon cove

A Torquay, di fronte allo yacht club frequentato dal padre, c’è Beacon cove, la baia dove andava a nuotare da piccola, chiamata allora “Ladies Bathing Cove”, e dove rischiò un giorno di affogare, pur essendo un’ottima nuotatrice.

15) Il Pavillion

Agatha amava molto andare ad ascoltare la musica di Wagner al Pavillion, la sala concerti di Torquay. Proprio lì, nel 1913, ricevette la proposta di matrimonio del suo primo marito alla fine di un concerto del compositore tedesco.

 Hai segnato le curiosità che già conoscevi? Quale punteggio hai realizzato? Scrivilo nei commenti! 

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