Archivi tag: dieta

Fa’ tutto senza piangere – Aurora Pelucchi

Un argomento di cui parlare, un argomento scomodo, una malattia vera e propria. Essere una persona obesa. Questa è la storia di un percorso difficile, costellato da episodi che potranno stupirvi, farvi adirare, piangere e ridere insieme alla protagonista e alla sua “speciale” interlocutrice. Aurora e Chiara, due facce della stessa medaglia. Un’intervista improbabile che si trasforma nella scoperta di un mondo ben visibile eppure sottovalutato. Una rinascita a nuova vita attraverso simpatici aneddoti, brutte ricadute, episodi dolorosi e un desiderio immenso di libertà e riscatto. Un nuovo modo di vedere l’obesità attraverso le parole di chi l’ha vissuta sulla propria pelle per anni e l’ha affrontata quasi sempre con il sorriso e con una cosa che a molti manca: il coraggio.

Aurora ci mette la faccia

Aurora Pelucchi fa una cosa coraggiosa, anzi, molto più che coraggiosa. Ci mette la faccia e il nome. Ci racconta una storia che più o meno conosciamo tutti perché nelle premesse ricalca quella di un programma televisivo che va molto di moda, Vite al limite. A chi non piacciono le storie di riscatto e redenzione? Solo che Aurora questa storia di riscatto e redenzione non l’ha inventata. Ha messo su carta la storia della sua vita, una vita al limite in carne e ossa. E siccome è una donna spiritosa, mi perdonerà questo pessimo gioco di parole.

Quell’immagine nello specchio

Aurora ripercorre, attraverso una fantomatica intervista, le dolorose tappe che l’hanno portata a un certo punto a guardarsi in uno specchio senza riconoscersi. Chi è quella persona? Come ho fatto a mettere su così tanti chili in poco tempo? I perché sono diversi e tutti validi: il bullismo, i lutti, il dolore, la solitudine. Tutte cause che si sono stratificate fino a diventare alibi, scuse, per non ammettere che serve un cambio di rotta. Quell’immagine nello specchio fa scattare un click: Aurora toglie il piede dal freno e fa inversione. Si sottopone ad accertamenti infiniti, frequenta regolarmente una psicologa e si sottopone a un intervento di bypass gastrico. Fin qui tutto bene, il percorso procede a gonfie vele e tutto sembra prefigurare un successo (il che, come sappiamo, non è scontato). Cosa la spinge allora a rendere pubblica la sua storia?

“Scrivere un libro non è mai facile, se poi va a toccare un argomento così personale, lo è ancora di più. Ho voluto mettere nero su bianco la mia vita avendo in mente uno scopo ben preciso… aiutare le persone obese ad aiutarsi e aiutare le persone non obese a capire e rispettare chi invece lo è”.

L’obesità non è una malattia…o sì?

Se questo era lo scopo, è perfettamente riuscito. Come sapete, affronto spesso il tema dell’alimentazione, argomento che mi appassiona. Leggendo il libro di Aurora Pelucchi, però, qualcosa ho imparato. Innanzitutto, l’obesità non è riconosciuta dalla sanità come malattia, al contrario di anoressia e bulimia. Perciò, tutte le spese sono a carico del paziente. Questa è una distorsione da correggere, perché l’obesità, non sfugge a nessuno, è una malattia. Non è pigrizia, non è golosità. E’ una patologia potenzialmente mortale. Ho scoperto anche che dopo l’operazione alcuni cibi diventano proibiti e che la capacità dello stomaco e dell’intestino di elaborare quello che viene introdotto non tornerà mai più la stessa. Quindi, non solo è una malattia, ma anche invalidante. Aurora sostiene che la colpa sia solo dell’obeso e di nessun altro. Io la penso diversamente, credo che siamo il prodotto delle nostre scelte, ma anche dei condizionamenti che subiamo.

Vale la pena leggere questo libro?

Sì, anche se pensate che il problema non vi tocchi. Primo, perché non è vero, tutti abbiamo o abbiamo avuto un amico o un’amica ghettizzato dagli esseri perfetti. Almeno fuori. Secondo, perché è una storia che fa riflettere su quanti gesti della vita quotidiana diamo scontati, mentre per il nostro prossimo possono diventare un ostacolo insormontabile. Me lo ricorderò, la prossima volta che uscirò per una passeggiata.

Per un obeso è utile?

Sì, utilissimo, perché nessun generale ha mai vinto una battaglia da solo. Il potere del gruppo, e del racconto di chi ce l’ha fatta, possono trasformarsi in un’arma potente contro un nemico comune. Per usare le parole di Aurora, “Dovete usare il vostro cervello, dovete seguire il vostro cuore, dovete metterci l’anima, ma dovete vivere per voi stessi e non per il cibo. Voi siete speciali e non lasciate che nessuno vi dica MAI il contrario!”

E per Aurora?

E per Aurora? E’ utile la nostra lettura? Sì. Vorrei darle qualche umile consiglio da lettrice sportiva. Buttati. Lanciati nella sperimentazione di nuovi sapori, di pietanze diverse, di ricette stravaganti. Coltiva il gusto e il piacere della buona tavola, anche se leggera. Dimentica l’ascensore, scopri il piacere/dolore di muoverti, torna in piscina e inizia a frequentare una palestra. Non domani, ora. E fidati, non ne potrai più fare a meno. Perché io, quel vestito bordeaux lo voglio vedere indossato!

Leggi anche: 

Le francesi non ingrassano, di Mireille GuilianoLe francesi sono eleganti, si godono la vita, non fanno sport, fumano, condiscono con il burro e non metterebbero piede in palestra neanche morte. Eppure, non ingrassano. Perché? Come fanno? Mireille Guiliano lo spiega a noi comuni mortali. Sarà vero che non ingrassano? Ho provato per voi il metodo Guiliano e vi racconto com’è andata.

Domani mi sposo, di Alison SherlockCorpo nuovo, vita nuova! è un programma di dimagrimento che promette miracoli. Gli iscritti, Violet Kathy, Maggie, Lucy ed Edward, però, non fanno che ingrassare, terrorizzati da Trudie, che segretamente li disprezza. Violet forma un nuovo club, The Desperate Bride’s Diet Club, all’insaputa di Trudie. 

La vegetariana, di Han Kang«Ho fatto un sogno» dice Yeong-hye, e da quel sogno di sangue e di boschi scuri nasce il suo rifiuto radicale di mangiare, cucinare e servire carne, che la famiglia accoglie dapprima con costernazione e poi con fastidio e rabbia crescenti. È il primo stadio di un distacco in tre atti, un percorso di trascendenza distruttiva che infetta anche coloro che sono vicini alla protagonista, e dalle convenzioni si allarga al desiderio, per abbracciare infine l’ideale di un’estatica dissoluzione nell’indifferenza vegetale. 

Domani mi sposo – Alison Sherlock

Settembre, si sa, è tempo di diete dopo le follie dell’estate. Questo romance di Alison Sherlock è il titolo ideale per trovare la motivazione giusta. Violet deve perdere 35 kg per arrivare in forma al matrimonio. Ci riuscirà?

Trama

Dopo l’iniziale euforia per l’inattesa proposta di matrimonio, Violet è presa dal panico. Come potrà mai, lei che ha sempre indossato taglie forti, entrare in un abito da sposa? Decide così di iscriversi a Corpo nuovo, vita nuova!, un programma di dimagrimento che promette miracoli. Presto si accorge che l’unico aspetto positivo di quel club sono i nuovi amici, Kathy, Maggie, Lucy ed Edward. Quanto al peso, tutti non fanno che ingrassare, terrorizzati da Trudie, che segretamente li disprezza. Un giorno però, Violet va a pranzo nel ristorante di famiglia del suo capo e viene travolta da un’esplosione di sapori. Ispirata da quest’esperienza culinaria, convince i suoi compagni di dieta a formare un nuovo club, all’insaputa di Trudie. E le favolose ricette italiane cominciano a fare il loro effetto. Riuscirà Violet a trasformarsi in tempo per il suo matrimonio? E soprattutto, perdere peso risolverà davvero tutti i suoi problemi?

Dentro ognuno di noi c’è una storia

Come al solito, il titolo originale, The Desperate Bride’s Diet Club, è più azzeccato di quello tradotto. Perché in effetti, nel romanzo non seguiamo solo la storia di Violet, ma anche quella degli altri componenti del gruppo. Tutti loro hanno una storia personale da raccontare, fatta di disperazione (Violet), solitudine (Kathy), bullismo subito (Lucy), noia (Maggie) e bassa autostima (Edward). Questo è l’aspetto che mi è piaciuto di più: dietro una persona c’è una storia e dietro un comportamento c’è un motivo. A volte comprensibile, altre meno, però c’è. L’autrice è brava a esplorare un mondo pieno di sfaccettature e a farlo senza scadere nel pietismo o, peggio, nella critica dura. 

Più “italialianità”, please 

Soprattutto, mi è piaciuto il fatto che l’autrice abbia parlato di cucina italiana, e di capi italiani bellocci, con una certa cognizione di causa. Per una volta ci siamo risparmiati gli spaghetti alla Alfredo o amenità di questo genere. Via libera, invece, a parmigiano, basilico, olio d’oliva e allegria a tavola. Ovvero, i principi della dieta mediterranea. Possiamo perdonarle una certa tendenza a definire pietanze cosiddette light “leggere”, perché quasi sempre tutto sono tranne che leggere e perché le abbandona quasi subito in nome di una cucina vera e appetitosa, anche se a basso contenuto calorico. L’unico aspetto che purtroppo mi fa un po’ abbassare il giudizio, è la lunghezza della storia, ben oltre il momento in cui tutto avrebbe dovuto trovare la giusta composizione e il finale che, bé, dopo tutta la costruzione precedente, avrebbe dovuto possedere più pathos, più calore. Più “italianità”, insomma.

Voi che ne dite? Vi è piaciuto questo esordio di Alison Sherlock?

Leggi anche: 

Le francesi non ingrassano, di Mireille Guiliano

Dessert allo yogurt bulgaro con frutti di bosco

Durante il mio ultimo viaggio a Sofia, ho scoperto che il mio tanto amato yogurt greco non è affatto greco, ma…bulgaro! Proprio così, negli ingredienti in etichetta troverete scritto “lactobacillus bulgaricus”. Più chiaro di così. Per questo, ho deciso di rifare a casa il delizioso dessert che mi hanno

yogurt sofia 2servito una sera a cena, al termine di un pasto non propriamente dietetico. Per la verità, avrei voluto tentare il kavarma, ma d’estate credo sia impossibile mangiarlo senza un giro al pronto soccorso subito dopo. Così, ho optato per questo dolce facile e veloce, che farà felici i vostri ospiti se coraggiosamente avete effettuato inviti estivi. Se poi avete la fortuna, come è successo a me, di trovare un lampone a forma di cuore, potrete usarlo come una dolce dichiarazione d’amore. E il kavarma è solo rimandato.

Ingredienti per 2 coppette:

  • Yogurt greco  0% 270 g
  • Miele 1 cucchiaio o secondo gusto
  • Frutti di bosco 250 g
  • Zucchero 2 cucchiai
  • Acqua ¼ bicchiere
  • Maizena o fecola di patate 1 cucchiaino

Procedimento:

Scaldate a fuoco lento con acqua e zucchero i frutti di bosco, lasciandone qualcuno intero per la decorazione finale. Quando saranno disfatti, passateli con un colino se volete un coulis senza semini. A me piacciono, quindi ho saltato un passaggio non necessario che allunga i tempi. Aggiungete 1 cucchiaino di maizena o di fecola di patate e continuate a mescolare finché non si addensa. Spegnete il fuoco e aspettate qualche minuto, altrimenti il vetro si spacca, dopodiché versate un mestolo di salsa in 2 bicchieri o scodelle, riempiendo il fondo. Mettete in frigorifero o in freezer mentre preparate lo yogurt.

A proposito di yogurt. Io suggerisco lo yogurt greco puro, quello che non contiene zucchero, né crema di latte, né panna. Primo, perché il gusto acidulo si sposa perfettamente con il gusto del miele, secondo perché stiamo preparando un dolce fresco e leggero e la coerenza nella vita è tutto 🙂

Comunque, finita la filippica dietista, potete scegliere lo yogurt che preferite, verrà bene lo stesso.

Torniamo alla ricetta: prendete lo yogurt e aggiungete un cucchiaio di miele. Assaggiate e decidete se aumentare la dose o meno altro a vostro gusto. Mescolate bene fino a dargli l’aspetto di una crema liscia.

Riprendete i bicchierini dal frigo, suddividete lo yogurt nelle coppette fino a riempirne metà, aggiungete la salsa avanzata formando uno strato intermedio, lasciandone da parte un cucchiaio circa, finite con l’altra metà dello yogurt. A guarnizione, completate con la salsa rimasta e qualche frutto di bosco intero. Rimettete le coppette in frigorifero fino al momento di servire.

Leggi anche: 

La Dame Blanche, dessert estivo da 5 minuti 5

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

 

Le francesi non ingrassano – Mireille Guiliano

La prima ricetta che ho postato, quella che Mireille Guiliano chiama “la minestra di porri magica” e contenuta nel suo libro Le francesi non ingrassano, mi è costata la perdita del gruppetto che avrebbe dovuto accompagnarmi in quest’avventura, la prova pratica dei trucchi contenuti nel manuale per rimanere in forma senza privazioni.

Pazienza, quando avrete voglia di provarla, scoprirete che la minestra di porri non solo è deliziosa, ma mantiene anche quello che promette: far partire il programma con una sensazione di leggerezza che migliora l’umore e dà sprint al tentativo.

L’idea di partenza 

L’idea di partenza era questa: provare o meno la bontà dei rimedi suggeriti nel manuale “Le francesi non ingrassano” da Mireille Guiliano, autrice che negli anni ha ricevuto diverse critiche, soprattutto per la sua convinzione che “french do it better”. Le francesi sono eleganti, si godono la vita, non fanno sport, fumano, condiscono con il burro e non metterebbero piede in palestra neanche morte. Eppure, non ingrassano. Perché? Come fanno? Mireille Guiliano lo spiega a noi comuni mortali.

E io ho voluto provare. Anche perché ho comprato questo libro in un momento di follia diversi anni fa e mi sono limitata a leggerlo. A che serve un manuale se non si mettono in pratica le ricette magiche che contiene? Perché ogni manuale che si rispetti è così, promette miracoli e cambiamenti epocali e anche solo averlo tra le mani e leggerlo tacita la coscienza e ci tranquillizza. Se ce l’ha fatta lei, posso farcela anch’io. E’ così semplice, da domani cambierò. Tutto qui? Sono cose che già so, devo solo trovare il tempo di dedicarmi anche a questo, come se la mia vita non fosse già abbastanza complicata. Poi, sapete meglio di me come va a finire: il manuale finisce su uno scaffale e addio miracoli.

Il programma detox

Stavolta, ho deciso di cimentarmi. Un mese, un solo mese seguendo, più o meno, il programma detox di Mireille.

A pensarci bene, e a dedicarsi per bene, si tratta semplicemente di adottare criteri di buon senso nella ricerca del benessere e dei piaceri della vita.

Questo, a mio avviso, è il punto centrale del manuale e l’aspetto più importante da tenere presente ogni giorno nel nostro percorso di vita: stare bene, godersela, non stare lì a contare le calorie e a soffrire di privazioni, non uccidersi di esercizi in palestra per poi usare l’ascensore anche per salire un piano.

Come riuscire a fare questo? La Guiliano prende a esempio le francesi e le loro abitudini: niente palestra, lunghe camminate all’aria aperta. Niente ascensore, solo scale. Niente cibi confezionali, solo prodotti di stagione e possibilmente a km0. Niente ingordigia, alzarsi da tavola senza essere pienamente soddisfatti, pregustando il momento in cui potremo di nuovo assaggiare i cibi che ci hanno deliziato. E così via.

Niente di eccezionale, niente che non sappiamo già. Solo, bisogna aver voglia di prenderci cura di noi stessi ed è qui che, come si dice, “casca l’asino”.

Per la cronaca: provando per divertimento, ho perso quasi 3 kg, più o meno quelli che prendo a ogni romanzo che scrivo per l’ansia da pubblicazione di cui soffro. Ora sto scrivendo il terzo e credo proprio che alla fine Mireille dovrà venirmi di nuovo in soccorso.

Poi, ci sarebbe un’altra storia da raccontare, quella dei miei viaggi in Francia con vicine di posto alle prese con un piatto d’insalata senza pane come pasto completo. E’, appunto, un’altra storia e un altro discorso, ben più serio di questo, ma siamo proprio proprio sicuri che le francesi non ingrassino?

Le francesi non ingrassano. E neanche noi. Il primo weekend

Siamo quasi alla fine della prima settimana di sperimentazione del metodo di Mireille Guiliano per essere come Le francesi non ingrassano. Com’è andata finora? Il metodo del diario vi ha lasciato qualche dubbio? A me no, anzi…per quanto mi riguarda si sta rivelando utile. Cosa ho scoperto? Per esempio, che i momenti più pericolosi della giornata sono il rientro a casa e l’apertura del frigorifero prima di preparare i pasti. Che a un caffè in compagnia non so proprio resistere, e neanche a un dolcetto offerto. Potreste ribattere che queste cose una le sa già: certo, ma vederle nere su bianco fa tutto un altro effetto. Soprattutto, se aggiungi un calcolo vuoto per pieno delle calorie aggiunte senza neanche accorgertene.

Il menù del weekend:

Passiamo al menù del weekend. La scrittrice che stiamo testando afferma che il primo fine settimana sia l’unico davvero duro del programma e propone il trucco della minestra di porri magica, cui ricorre ancora oggi quando esagera un po’.

Il programma prevede di utilizzarla per tutto il fine settimana, a ogni attacco di fame, intervallata dall’acqua di cottura dei porri stessi, da bere in tazza. Arrivati (?) a domenica sera, la cena prevede una porzione piccola di carne o pesce, due ortaggi cotti a vapore e conditi con poco olio e un frutto.

Dopo aver compilato il diario ed esserci depurati per due giorni, saremo sicuramente pronti per entrare nel vivo del piano!

O no?