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Omicidio a capodanno – Christopher Bush

Una festa in maschera di fine anno, due degli ospiti ritrovati assassinati a fine serata, un investigatore dilettante tra gli invitati, una villa isolata e circondata dalla neve. C’erano tutti gli ingredienti per iniziare le letture 2020 col botto. E invece, un botto c’è stato, ma non quello che mi sarei aspettata…entrate che vi racconto.

Trama

A Little Levington Hall, la villa del giovane scienziato Martin Braishe, si è appena concluso un ballo in maschera. Gli ospiti si stanno ritirando nelle loro stanze quando all’improvviso salta l’impianto elettrico. Lì per lì nessuno dà peso alla cosa, ma l’indomani in molti lamentano il furto di denaro e oggetti di valore. Non è però un semplice ladro quello che si aggira per la Hall: nella sua camera, infatti, viene ritrovato il corpo dell’attrice Mirabel Quest. E poco dopo anche quello di suo cognato, lo schivo e cupo romanziere Denis Fewne. Ma perché non ci sono impronte sul manto di neve che circonda la villa? Bisogna chiamare la polizia, e presto, ma la casa è del tutto isolata: il telefono è fuori uso, le strade impraticabili. Toccherà a Ludovic Travers, uno degli ospiti, indagare su questi strani e spaventosi accadimenti per impedire all’assassino di colpire di nuovo.

Un’indagine confusa…

In teoria avevo programmato di far uscire questo commento il 31 dicembre o l’1 gennaio, in tempo per farci gli auguri di buon anno. Invece, confesso di non essere riuscita a finirlo nei tempi previsti. Il perché è presto detto: il giallo parte bene, ma in più occasioni scivola nella noia, su personaggi poco caratterizzati e su un’indagine che definire confusa è un eufemismo. Sappiamo che Travers sta capendo qualcosa, ma fino alla fine non sappiamo cosa. Finché non arriva un poliziotto, che a sua volta capisce tutto senza farci capire niente. Quello che voglio dire è che mancano gli indizi che consentano a chi legge di partecipare ai fatti e di trarre le sue conclusioni.

…e troppo lunga

Alla fine, tuttavia, il giallista esperto avrà capito chi è l’assassino e, probabilmente, anche il motivo per cui ha ucciso. Ed è un vero peccato che l’elemento più interessante, scatenato involontariamente da una delle vittime, venga taciuto quasi fino alla fine. Forse, sono stata traviata dalla fiducia infinita che ripongo nella collana I bassotti, finora mai deludente. Questo romanzo, ahimè, un po’ lo è. Forse perché non conoscevo Ludovic Travers, un personaggio ricorrente nei gialli di Christopher Bush. Magari l’autore dà per scontati tratti del suo carattere e del modo in cui si muove che per me sono rimasti un mistero. O forse perché troppo lungo e senza colpi di scena degni di questo nome.

Ambientazione intrigante

Tutto negativo, quindi? No, certamente. Mi è piaciuto l’affiatamento tra Ludovic Travers, l’investigatore dilettante, e l’investigatore della polizia che viene chiamato a indagare ufficialmente. Per una volta, non c’è il solito schema poliziotto poco furbo – dilettante super intelligente. Anzi, il poliziotto dà quel quid per la risoluzione che all’improvvisato investigatore sarebbe mancato. Sempre godibile, poi, l’ambientazione: una villa inglese di campagna isolata, la neve che nasconde il rosso sangue. Intrigante, non trovate?

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Assassinio alla BBC – Val Gielgud & Holt Marvell

Non viaggio mai senza un libro dietro, e ora che il mio ereader è rotto, dovevo selezionare con cura un titolo adatto al mio viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici. Mentre cercavo tra i romanzi ancora da leggere, mi è capitato sottomano questo. Perfetto, ho pensato. Se una delle autrici del viaggio è Agatha Christie, un giallo scritto da due uomini suoi contemporanei, Val Gielgud & Holt Marvell, e ambientato a Londra, città  da cui ho iniziato il giro, non può che essere una buona scelta. E così infatti è stato.

La trama

Il bandito scarlatto: così si intitola il nuovo radiodramma che sta per andare in onda sulle frequenze della BBC. L’autore è Rodney Fleming, la nuova stella del teatro inglese. E’ una sera di mezza estate, e tutto è ormai pronto per la trasmissione; sarà  in diretta e il regista, il responsabile degli effetti sonori e gli attori sono ai loro posti nei diversi studi della Broadcasting House. In uno di questi, il 7C, si trova, da solo, Sidney Parsons, un attore semisconosciuto abituato a interpretare parti di secondo piano. E anche questa volta il suo ruolo è marginale: deve dire poche battute, quindi fingere di morire strangolato. Nonostante un paio di intoppi tecnici, la trasmissione procede nel migliore dei modi. Ma quando gli attori si radunano prima di tornare a casa, Parsons non compare. Un controllo nella saletta 7C ne spiega il motivo: è morto. Strangolato. Quella che doveva essere una semplice finzione è diventata realtà : un omicidio in diretta udito dalle centinaia di migliaia di persone che stavano ascoltando il programma.

Vi do un indizio 

Romanzo del 1934, rimasto inedito in Italia fino al 2009, rispetta tutti i canoni del giallo classico. Un omicidio in diretta durante una trasmissione radio, un accusato e altri quattro sospettati, un ispettore di Scotlard Yard che indaga con arguzia e costanza. Il ritmo è incalzante e le tracce e gli indizi si dipanano piano piano. Come in ogni giallo che si rispetti, ovviamente ho tentato di capire chi fosse l’assassino prima del finale. Non faccio spoiler, ma vi do anch’io un indizio: i due autori danno la chiave e a un certo punto, facendo bene attenzione alle risposte dei personaggi, saprete chi è l’assassino. O l’assassina. Solo che non potrete fare come Topsy, non potrete suggerire niente all’ispettore! Solo aspettare che anche lui piano piano ci arrivi. Diabolici questi due scrittori di inizio novecento. D’altra parte, come già  sapete, scoprire gli autori del passato mi piace.

W gli sceneggiati radiofonici

L’unica cosa che non mi convince in pieno del romanzo è la motivazione dell’assassinio, però forse è dovuto più che altro a un senso dell’onore dell’epoca che oggi ci sfugge. Oltre alla storia in sé, ho trovato interessante anche la descrizione tecnica di come avvenivano le dirette degli sceneggiati radiofonici e divertente cercare di indovinare in quale personaggio si nascondessero gli autori. Nella vita, infatti, Val Gielgud & Holt Marvell erano entrambi dipendenti della BBC e lavorano insieme, quindi la ricostruzione dovrebbe essere fedele. Quanto vorrei che li facessero anche oggi! Penso che potrebbero ancora avere la loro fetta di pubblico. Penso anche che questa collana de I bassotti sia buona e ho già adocchiato altri titoli da leggere. Prima però mi butterò a capofitto sui libri che ho riportato a casa dal viaggio letterario, uno di Daphe Du Maurier e uno di una scrittrice locale che ho incontrato per caso in Cornovaglia. Ma di questi incontri vi racconterò come si deve nel diario di bordo…