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Robin Carr, Ritrovarsi a Virgin River

Robin Carr ci racconta di una seconda possibilità: chi di noi non la vorrebbe? Eppure, la vita a volte sembra accanirsi sempre con gli stessi. Ma a Virgin River tutto è possibile: anche che una storia senza speranza diventi l’unica ragione per vivere. Venite che vi racconto cosa succede nel quinto libro della serie, Ritrovarsi a Virgin River.

Trama

Un amore segreto e inconfessabile, una donna irraggiungibile! Paul Haggerty aveva quasi rinunciato a esser felice quando Vanessa è rimasta sola con un figlio piccolo e bisognosa del sostegno di un amico. Ma il destino sembra perseguitarlo perché, quando pensa di poter finalmente aprire il proprio cuore e dichiararsi, un ostacolo inaspettato si pone sulla sua strada. 

Vanessa non è tonda

Non sto leggendo i libri in ordine, quindi dopo i primi due ho attaccato la terza uscita doppia, Ritrovarsi a Virgin River e Sognare a Virgin River. Oggi vi parlo del primo dei due. Rispetto a quelli che avevo già letto, purtroppo la coppia principale non mi ha appassionato più di tanto. Soprattutto lei, non l’ho trovata “tonda”, anzi. Sempre lì a sottolineare che lei non è una donna che si piange addosso. Perché, quelli che non si riprendono subito dopo un lutto si piangono addosso? Non credo. Essendo partite col piede sbagliato, non abbiamo recuperato. Come non ho recuperato con il padre di Vanessa: va in pensione e non può aiutare la sorella, lasciando sola la nipote ad affrontare tutto, per stabilirsi a Virgin River? Mah, trovo questa famiglia molto autocentrata.

I dialoghi sono tondi

Per il resto, rimangono gli elementi positivi che mi avevano spinto ad andare avanti: una comunità montana dove tutti aiutano tutti, in cui gli elementi naturali selvaggi, e a volte violenti, spingono le persone a stringersi e vivere le difficoltà con senso pratico e sincero. I dialoghi vanno in questo senso, danno un quid in più alla narrazione. Ora non mi resta che andare avanti con Sognare a Virgin River. Vi racconterò.

Tutti i libri in ordine

  • La strada per Virgin River (Virgin River)
  • Innamorarsi a Virgin River (Shelter Mountain)
  • I ponti di Virgin River (Whispering Rock)
  • Le stagioni di Virgin River (A Virgin River Christmas)
  • Ritrovarsi a Virgin River (Second Chance Pass)
  • Sognare a Virgin River (Temptation Ridge)
  • Destinazione Virgin River (Paradise Valley)
  • Natale a Virgin River (Under the Christmas Tree)
  • Le campane di Virgin River (Forbidden Falls)
  • Novità a Virgin River (Angel’s Peak)
  • Tra i boschi di Virgin River (Moonlight Road)
  • Midnight Confessions
  • Un’eredità a Virgin River (Promise Canyon)
  • Chiaro di Luna a Virgin River (Wild Man Creek)
  • Una chef a Virgin River (Harvest Moon)
  • Bring Me Home for Christmas – inedito in Italia
  • Sotto il cielo di Virgin River ( Hidden Summit)
  • Viaggio a Virgin River (Redwood Bend)
  • Mele dolci a Virgin River (Sunrise Point)
  • Romantiche vacanze a Virgin River (My Kind of Christmas)
  • Ritorno a Virgin River – (Return to Virgin River)

Il quaderno dell’amore perduto di Valérie Perrin

Un’altra sopresa in questa estate di sorprese, il mio incontro con Valérie Perrin. Non amo i libri o gli scrittori che vanno di moda, perché spesso le mode sono influenzate da fattori molto poco oggettivi. Ma ho trovato a un buon prezzo il primo libro della scrittrice francese, tradotto dopo il grande successo dei suoi lavori successivi. Bè, mi sono ricreduta: successo meritato. Venite che vi racconto.

Trama

Segnata dalla morte dei genitori, la giovane Justine ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di lavorare come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l’amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino?

Il quaderno azzurro

Il romanzo di Valérie Perrin mi è piaciuto moltissimo, soprattutto il finale. I fatti sono narrati da una giovanissima che, chissà perché, ha una sola passione: gli anziani. Accudirli e ascoltarli è un lavoro che le piace, soprattutto perché non lo fa più nessuno, parenti su tutti. Quindi, questi anziani finiscono nelle case di riposo, spesso senza nessuno che li vada a trovare. E, soprattutto, senza nessuno che voglia ascoltare la loro storia. Infatti, non a caso il titolo originale è “I dimenticati della domenica”. Justine lo fa, li ascolta, e compra anche un quaderno azzurro, per non perdersi neanche una parola di quello che le viene detto. E così, veniamo anche noi a conoscenza del grand amore di Hélène e della vita che è passata e sta per lasciarla andare. Ma Hélène ha un compagno fedele, che non l’abbandona e la sorveglia costantemente. Sarà solo lei a decidere quando andare e lui lo segnalerà. 

Justine

Nonostante il focus su Hélène e l’amore della sua vita, è stata proprio Justine a incuriosirmi di più. E a farmi versare una lacrimuccia, o forse più di una, al termine della lettura. Perché nonostante le sue vicende familiari non semplici, è una ragazza trasparente, gentile, generosa, molto salda nei suoi valori. Se tutti gli operatori sanitari fossero come lei, vivremmo in modo più sereno anche l’inevitabile tristezza degli ultimi momenti, ne sono sicura. Al netto di alcuni passaggi non proprio convincenti, soprattutto nella fase in cui il terribile segreto della sua famiglia verrà rivelato, Un romanzo che vi consiglio se avete voglia di nostalgia, riflessione e romanticismo sottobosco. 

A questo punto, non mi rimane che leggere anche gli altri. Voi siete appassionati di Valérie Perrin? Qual è il vostro romanzo preferito? Fatemi sapere nei commenti! 

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Alba Donati e la sua La libreria sopra la collina

Nel dicembre 2019, Alba Donati realizza di essere stanca di Firenze e decide di cambiare vita. Come? Aprendo una libreria a Lucignana, poche case sull’Appennino lucchese. Una libreria per poche case sparse quando i franchising e le multinazionali stanno chiudendo? Esatto. Come ha fatto? Venite che vi racconto.

Trama

Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l’infinito a portata di mano. Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno.

Perché hai aperto una libreria in un paesino sconosciuto?

E’ una domanda che si sente ripetere spesso. E questa è la risposta che dà di solito. “Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna educare i più piccoli, perché a quattordici anni piangevo da sola davanti alla tv la morte di Pier Paolo Pasolini, perché ho avuto maestre e professoresse straordinarie, perché mi sono salvata”. E poi perché crede al lato bello della vita, ai sentimenti di amicizia e amore, alla possibilità di ricreare una vita lenta dal sapore passato in un mondo che va sempre più veloce, ma per andare dove? “Come mi è venuto in mente? Le cose non vengono in mente, le cose covano, lievitano, ingombrano la nostra fantasia mentre dormiamo. Le cose hanno gambe proprie, fanno un cammino parallelo in una zona di noi che noin non sappiamo nemmeno lontanamente dove sia e a un certo punto bussano: eccoci, siamo le tue idee pronte per essere ascoltate”.

Come si realizza un sogno?

E qui passiamo al lato meno romantico di questa iniziativa imprenditoriale. Come si apre una libreria? Alba Donati dice che ci vogliono soldi per partire, un locale adatto (nel suo caso ereditato dalla zia). E tante idee, sopratuttto. La libreria ha successo perché agisce in controtendenza. O forse in tendenza, perché sono tante le persone stanche di entrare in negozi dove nessuno ti guarda in faccia e stanno lì a controllare se uscirai con una refurtiva. Il potenziale cliente, per loro, è piuttosto un potenziale ladro. A chi di noi non è capitato di sentirsi osservato più del dovuto mentre pensa ai fatti suoi e decide se comprare merce di scarsa qualità o meno? Alba Donati, invece, si inventa un cottage letterario immerso nel verde, che la gente organizza gite per poter andare a vedere. Tutto bello? Ma no, quando mai.

Il diario della libreria sulla collina

Un mese dopo l’apertura, un incendio distrugge la libreria. Parte un crowfunding solidale che la rimette in piedi. Poi, parte il lockdown e sono guai, il pellegrinaggio rallenta. In questo diario, Alba Donati raccoglie sei mesi di vita della libreria. Svolazzando come una farfalla, senza affrontare nessun argomento nel profondo, la poetessa racconta di sé, della famiglia, della vita di paese, di quello che i clienti della libreria si aspettano di poter ricevere dal libro che hanno scelto. Un momento di break nella frenesia quotodiana, per la maggior parte. E sentirsi parte di una comunità, di un gruppo, quello dei lettori a ogni costo. Alba Donati ci racconta la sua vita di libraia felice e finalmente risolta, che ha trovato la sua casa dove in fondo era sempre stata. Nasconde, probabilmente, la gran parte della fatica che c’è dietro. E anche che tutto questo è possibile perché altre attività sostengono economicamente questa. Nasconde anche, probabilmente, le difficoltà che la vita in un paesino così minuscono comporta. Accenna a un 30% di persone contrarie alla libreria, ma non dice perché. Probabilmente perché attira attenzione non gradita.

La felicità è dove vogliamo che sia

A volte, leggendo, mi sono persa dietro ai nomi e a fatti piccoli, che assumono rilevanza in un microcosmo. A più riprese ho pensato che così non potrei vivere, che il mondo è troppo vasto per rinchiudersi, che gli svantaggi superano di gran lunga i vantaggi. O forse no? Quello che mi ha lasciato questo breve racconto di vita, a parte qualche titolo interessante da appuntare, è che la felicità è dove vogliamo che sia. E Alba Donati l’ha trovata qui, in questo microcosmo chiamato Lucignana,  fra le Alpi Apuane e l’Appennino toscano. 

E voi? Dove volete che sia la vostra felicità? Cìè un posto dove vorreste ricominciare da capo con un sogno da realizzare? Scrivetemi nei commenti! 

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Siete mai stati da Strand? Si trova a New York ed è una delle librerie più famose del mondo. A parte i tre piani di libri all’interno, c’è davvero da perdersi negli scaffali dell’usato all’esterno. Mentre curiosavo persa tra migliaia di titoli e di possibilità, mi capita tra le mani un libricino verde e apparentemente innocuo: Anne of Green Gables, di L. M. Montgomery. Il primo romanzo della serie Anna di Tetti Verdi, o Anna dei verdi abbaini, o più comunemente Anna dai capelli rossi è nelle mie mani, al fantascientifico prezzo di 0,48 centesimi di dollaro, circa 40 centesimi di euro. L’ho appena finito e dovete sapere perché non è innocuo come sembrava…

 

Rifugio di montagna, protette dal Virgin River

La montagna anche in questo secondo capitolo come luogo di protezione, in cui una donna può rifugiarsi mentre scappa dalla sua vita precedente. Nel primo capitolo, da un grande dolore. Nel secondo, il romanzo di cui vi sto per parlare, da un marito violento. E voglio parlarvene proprio oggi, che si celebra in tutto il mondo la violenza contro le donne. Facciamo abbastanza? A Virgin River sanno come prendere in mano la situazione. Donne e uomini. E un forte senso di comunità. Venite che vi racconto.

Trama

La vita a Virgin River scorre quasi in un’altra dimensione, avvolta nell’abbraccio protettivo dei boschi che la circondano. Il luogo ideale per trovare rifugio e rigenerarsi. È una sera d’autunno. Piove. L’unico locale di Virgin River sta per chiudere. Ma ecco arrivare una giovane donna ferita. Una donna che non vuol dire il suo nome, che sobbalza a ogni rumore, che è chiaramente in fuga. John “Preacher” non ha un buon carattere e, con quel suo fisico imponente, incute lo stesso timore reverenziale delle sequoie che svettano nei dintorni. La fragilità di Paige, però, risveglia in lui il senso del dovere e l’istinto di protezione verso i più deboli. E in breve questi sentimenti evolvono in qualcosa di molto più dolce e intenso perché gli occhi di chi ci ama davvero non si lasciano ingannare dalle apparenze, ma vedono direttamente la nostra anima.

L’abbraccio della montagna 

Di nuovo una donna che fugge. Nel primo capitolo, dalla morte del marito e da una vita che non sente più sua. In questo, una donna con un bambino piccolo in fuga da un marito violento. La montagna di Virgin River è pronta ad accoglierla. come un rifugio (il titolo originale è proprio Mountain shelter, Rifugio di montagna). Non solo lei, anche Preacher, il burbero aiutante di Jack alla locanda, apre le sue possenti braccia per farle spazio nella sua vita solitaria. Come nel primo capitolo, lo stile della casa è quello: diretti, asciutti, subito al sodo, sia gli uomini sia le donne. Questo aspetto mi piace molto, come mi piace lo stile di Robyn Carr per i dialoghi, sembra quasi di essere lì con loro. Anche l’aspetto riguardante la violenza di genere viene trattato con la giusta profondità. La scrittrice è molto brava a far percepire la paura, gli errori che vengono commessi da chi vive queste situazioni sulla propria pelle, l’importanza di avere intorno una comunità che ti protegga e ti aiuti a uscirne. Devo dire che questa serie mi sta piacendo, penso che continuerò, anche se confesso: il numero dei volumi un po’ mi spaventa. Voi che siete più avanti, che mi dite? La serie prosegue con la stessa intensità?

Tutti i libri in ordine

  • La strada per Virgin River (Virgin River)
  • Innamorarsi a Virgin River (Shelter Mountain)
  • I ponti di Virgin River (Whispering Rock)
  • Le stagioni di Virgin River (A Virgin River Christmas)
  • Ritrovarsi a Virgin River (Second Chance Pass)
  • Sognare a Virgin River (Temptation Ridge)
  • Destinazione Virgin River (Paradise Valley)
  • Natale a Virgin River (Under the Christmas Tree)
  • Le campane di Virgin River (Forbidden Falls)
  • Novità a Virgin River (Angel’s Peak)
  • Tra i boschi di Virgin River (Moonlight Road)
  • Midnight Confessions
  • Un’eredità a Virgin River (Promise Canyon)
  • Chiaro di Luna a Virgin River (Wild Man Creek)
  • Una chef a Virgin River (Harvest Moon)
  • Bring Me Home for Christmas – inedito in Italia
  • Sotto il cielo di Virgin River ( Hidden Summit)
  • Viaggio a Virgin River (Redwood Bend)
  • Mele dolci a Virgin River (Sunrise Point)
  • Romantiche vacanze a Virgin River (My Kind of Christmas)
  • Ritorno a Virgin River – (Return to Virgin River)

Leggi anche: 

Sulla strada per Virgin River, il primo romanzo della serie

Sulla strada per Virgin River, il primo libro della serie

E così, sono finita anch’io sulla strada per Virgin River. Ho trovato a buon prezzo i primi due libri della serie, ma non avevo capito che sono ben 21! Oddio, ce la farò a leggerli tutti? Varrà la pena di leggerli tutti? Se avete già tentato l’impresa, fatemi sapere che ne pensate! Intanto, io vi parlo del primo romanzo, Sulla Strada per Virgin River.

Trama

Virgin River è il luogo ideale per trovare rifugio e rigenerarsi. Protetta da torreggianti sequoie e scandita dal gorgoglio di acque cristalline, la vita di questo delizioso villaggio di montagna scorre senza affanni e pericoli. Ma non senza emozionanti sorprese. In un momento particolare della sua vita, Melinda sente il bisogno di prendere le distanze dalla vita frenetica di Los Angeles e si trasferisce a Virgin River. Qui, l’attende una natura di incontrastata bellezza e un ambulatorio in cui esercitare la sua professione di ostetrica. Melinda sembra ritrovare il suo equilibrio. Almeno finché non compare sul suo cammino l’affascinante Jack, che conosce tutti i sentieri dei boschi di Virgin River, compresi quelli che conducono verso una nuova, insperata, felicità.

Stile diretto e clima disteso

Vi dico in premessa che il romanzo mi è piaciuto. Robyn Carr ha uno stile di scrittura diretto, che mi ha conquistato fin dall’inizio. I dialoghi sono concreti, reali. Doc e Melinda non se le mandano a dire. Lui è un medico ormai anziano, che non vuole accettare di non farcela da solo, lei un’infermiera che sa il fatto suo e che non accetta di essere comandata a bacchetta. Neanche lei e Jack se le mandano a dire, se è per questo. Sono tutti molto franchi e questi rapporti tra gli abitanti e i nuovi arrivati hanno creato subito un clima disteso anche per me lettrice. La storia scorre placida e tranquilla, come se fossimo su una barca che attraversa un fiume. Sì, ci sono delle rapide e qualche momento di tensione, ma qui ci sono uomini e donne alpha che prendono in mano i remi e risolvono le situazioni più incresciose.

Jack e Melinda

La storia tra Jack e Melinda parte in quarta, e anche questo mi è piaciuto, niente tentennamenti di troppo. Avrei voluto che Melinda ne avesse avuto qualcuno in più sulla sua vita passata, perché andiamo, le sirene della grande città non la sfiorano neanche? Possibile? Eppure, la sorella non era poi così convinta della sua capacità di resistere. Dove andrà Melinda nella seconda stagione di Virgin River? Chissà. A parte Los Angeles, la nostalgia per il suo vecchio amore tornerà o rimarrà confinata in un angolo del suo cuore? E Jack, saprà davvero tenerla con sé nonostante tutto? La risposta a queste domande mi spinge a proseguire nel racconto, che ho trovato ben impostano e ben condotto. C’è una scena sotto la pioggia che sono sicura piacerà anche a voi come è piaciuta a me.

Un solo appuntino (spoiler)

Faccio un solo appuntino a Virgin River. Era proprio necessario uccidere l’orso? Quando mai potremmo credere che “un orso ci stava aggredendo”, come dichiarano goliardici gli uomini al ritorno dalla loro battuta di caccia? Gli orsi attaccano solo se si sentono in pericolo. Dite la verità, siete andati a disturbarlo, ne avete fatto un trofeo e ve ne vantate pure? Pessimo finale, cari miei abitanti di Virgin River.

Voi, invece? Siete fan della serie? Quanti ne avete letti? Mi consigliate di vedere la serie tv o no?

Tutti i libri in ordine

  • La strada per Virgin River (Virgin River)
  • Innamorarsi a Virgin River (Shelter Mountain)
  • I ponti di Virgin River (Whispering Rock)
  • Le stagioni di Virgin River (A Virgin River Christmas)
  • Ritrovarsi a Virgin River (Second Chance Pass)
  • Sognare a Virgin River (Temptation Ridge)
  • Destinazione Virgin River (Paradise Valley)
  • Natale a Virgin River (Under the Christmas Tree)
  • Le campane di Virgin River (Forbidden Falls)
  • Novità a Virgin River (Angel’s Peak)
  • Tra i boschi di Virgin River (Moonlight Road)
  • Midnight Confessions
  • Un’eredità a Virgin River (Promise Canyon)
  • Chiaro di Luna a Virgin River (Wild Man Creek)
  • Una chef a Virgin River (Harvest Moon)
  • Bring Me Home for Christmas – inedito in Italia
  • Sotto il cielo di Virgin River ( Hidden Summit)
  • Viaggio a Virgin River (Redwood Bend)
  • Mele dolci a Virgin River (Sunrise Point)
  • Romantiche vacanze a Virgin River (My Kind of Christmas)
  • Ritorno Virgin River – (Return to Virgin River)

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Rifugiarsi in montagna, protette dal Virgin River. Il secondo capitolo

Pretty little liars- Sara Shepard

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