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Ich bin Berliner/7: il mare di Berlino

Eh sì, a Berlino c’è il mare. Non lo sapevate? Guardate questa, miscredenti, e ricredetevi. img_5114

E’ proprio vero: quando la realtà non ti piace, c’è sempre la fantasia a soccorrerti. D’altronde, quando è estate e l’afa ti attanaglia. non desideri altro che buttarti in acqua. A Berlino hanno fatto così: hanno preso un distretto industriale dismesso, l’hanno riempito di sabbia, hanno installato docce e spogliatoi e trasportato una vasca nello Sprea. Ecco servita ai berlinesi una piscina di tutto rispetto, la Badenschiff. Appena ho sniffato aria di cloro, ho deciso di avventurarmi per la periferia, armata di costume e asciugamani, alla ricerca di questa meraviglia. Ve l’ho detto, no? Berlino è una città che vive nell’ombra, bisogna conoscere i luoghi del divertimento e capire come raggiungerli. Nel caso della piscina, non è stato per niente facile. Arrivata nei pressi, stavo quasi per arrendermi, quando ho notato un tizio vestito da bagnino, o almeno così sembrava. Seguiamolo, Watson! Per fortuna non mi sono sbagliata, perché vi dirò, il posto era abbastanza inquietante. Arrivo tutta contenta sulla battigia e la barista/receptionist mi gela: alt, la piscina è aperta solo fino alle 14. Arrggghhh, su Instagram non era specificato! Ma fa caldo, non si potrebbe…e niente, sono tedeschi. Niet su tutta la linea.

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Delusissima, non mi resta che tornare sulle mie ciabatte (!). Direzione: Torre della televisione. Incerta fino alla fine se salirci o no, alla fine ho ceduto. L’ex simbolo della DDR, oggi è uno degli emblemi della città unificata, nonché l’edificio pubblico più alto d’Europa con i suoi 368 metri di altezza. Un ascensore tipo quelli di New York, con il vetro trasparente sul tetto per ammirare la velocità di salita, mi ha portato fino in cima, in un ambiente circolare da cui si può osservare praticamente tutta la città, con targhette che indicano tutti i luoghi di interesse vicini e lontani e danno qualche cenno storico di ognuno. Secondo me è utile salirci o all’inizio del viaggio, o alla fine, come nel mio caso. All’inizio, per decidere con cognizione di causa su quali monumenti e posti concentrarsi: c’è talmente da vedere che bisogna per forza fare una scelta! Oppure, aspettare la fine, e ripercorrere tutto quello che si è visto in un solo colpo d’occhio. Stavolta, per fortuna, non mi sono pentita: la vista non è male e, tutto sommato, vale il prezzo del biglietto. A proposito, attenzione a non perderlo, perché secondo le loro procedure di sicurezza serve per far aprire il tornello elettronico. Ovviamente non ho fatto caso al cartello che indicava il warning e a un certo punto ho iniziato a sudare freddo. Perché i guardiani non verranno ad aiutarvi e faranno finta di niente di fronte a voi presi dal panico. Alla fine l’ho trovato, ma ho lasciato altri due ignari distratti a tirare fuori tutto dalla borsa. Chissà se alla fine ce l’hanno fatta?

Troppe emozioni oggi, mi serve una cenetta. Mi dirigo di nuovo verso Hackescher Markt: lo so, sono noiosa, ma sapete che l’ho eletta mia piazza preferita. Stavolta, mi sono seduta al 1840 Restauration e ho ordinato:

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Kartoffeln kaiser suppe, cioè zuppa di patate con pezzetti di carne. A dispetto dell’apparenza, non era niente male.

img_5132 Curriwurst con patate. Niente a che vedere con quello preso al fast food, soprattutto per la salsa, molto più gustosa con un sentore piccante. img_5133

Per chiudere in bellezza, dolce berlinese di gelato alla vaniglia, frutti rossi e croccante di pistacchio. Tutto perfetto, ad eccezione dell’abitudine, sembra piuttosto diffusa in città, di chiedere “spintaneamente” la mancia al cliente. Ora, in linea di principio non avrei niente in contrario, ma la mancia obbligatoria la trovo di pessimo gusto e ingiusta per il cliente, che dovrebbe premiare il locale solo se ritiene che il locale l’abbia meritata. Un piccolo particolare che non è riuscito a rovinare la cena, per fortuna!

 

Il racconto del viaggio a Berlino continua domani, con una chicca da lettori. Stay tuned!

Margherita dolcelunedì

Mi è sempre piaciuto il lunedì. La ripresa del ritmo, il racconto delle mirabolanti attività del fine settimana, che chissà se sono poi vere, andare al museo o a prendere un aperitivo come se fosse un giorno di festa. Oggettivamente, però, è un giorno difficile e quando torni a casa non vedi l’ora di coccolarti con qualcosa di goloso.

Io spesso scelgo il comfort food tipico del fine settimana, lei, la regina Margherita di Napoli, il motivo per cui non vedo l’ora di mettermi sul divano e accendere la tv, lasciando scivolare via piano piano le tensioni della giornata.

Stavolta ho scelto un impasto misto di farina integrale e farina 0, di forza w260 e ovviamente la mia mother. Il poolish con la pasta madre andrebbe fatto di sera, lasciando lievitare tutta la notte per poi lavorare l’impasto il giorno dopo. Per mancanza di tempo ho accorciato un po’ i tempi, lavorando il primo poolish all’alba per mettere in forno la sera.

Gli ingredienti, per 4 pizze tonde o una teglia intera:

  • 120 gr di pasta madre rinfrescata, 160 gr di acqua, 120 gr farina manitoba per il poolish
  • 200 gr di farina integrale, 200 gr di farina 0, 180 gr di acqua, 7 gr di malto d’orzo, 2o gr olio evo, sale, per l’impasto finale
  • passata di pomodoro, 4 mozzarelline di bufala, sale, olio evo, mix di basilico e timo, per il condimento.

Il poolish

Himg_5179o messo in una ciotola la mia mother e ho aggiunto l’acqua tiepida. Con un cucchiaio ho girato finché il lievito madre non si è sciolto completamente. Ho poi aggiunto la farina e mescolato. L’impasto, come potete vedere dalla foto, è rimasto molle. Ho coperto con pellicola trasparente e sono andata a lavorare.

 

 

La sera

Hoimg_5180 aggiunto al poolish acqua emulsionata con olio, il malto d’orzo, le due farine, piano piano fino ad assorbimento, e ho mescolato. Ho poi rovesciato l’impasto sulla spianatoia e ho lavorato di gomito per un quarto d’ora, più o meno. Alla fine, ho lasciato riposare. L’ideale sarebbe stato far riposare, effettuare una serie di pieghe, lasciar riposare, pieghe e poi in forno. Ho saltato qualche passaggio e ho fatto riposare per circa un’ora, eseguito una serie di pieghe e fatto riposare giusto il tempo di accendere il forno a 250° e preparare il condimento.

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Il condimento

Ho sminuzzato e fatto scolare la mozzarella, sono andata nell’orto, cioè sul terrazzo, a prendere basilico e timo, e li ho lavati e tagliuzzati per avere pronto il mix da spargere sopra la pizza. Il sugo andava già bene così, ma se vi sembra troppo liquido potete metterlo sul fuoco per farlo restringere.

La regina Margherita

Ho ripreso l’impasto, l’ho tagliato in 4 parti e l’ho lavorato con le mani per dargli forma. Potete creare quello che volete, una pizza tonda e una lunga, una quadrata, eccetera. Una volta steso l’impasto, con un cucchiaio l’ho cosparsa di pomodoro e mozzarella, poco olio e altrettanto poco sale, il mix di odori. 250° per 10 minuti circa, o comunque fino a quando alzandola la vedete cotta sotto e poi, mi raccomando…

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…un bel bicchiere di birra, un piatto colorato, qualche tovagliolo spiritoso e di corsa sul divano.

 

 

 

 

Buon lunedì!

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