Archivi tag: Margaret Millar

Margaret Millar e l’assassinio di Miranda

Margaret Millar, la regina del suspense, porta a passeggio i suoi lettori circumnavigando il globo prima di dare risposta alla domanda iniziale: dov’è finita Miranda? Non so voi, ma quando arriva l’estate i gialli sulla mensola si moltiplicano. E gli scrittori del passato fanno sempre la parte del leone.

Trama

Dov’è Miranda Shaw? Era appena rimasta vedova e il suo avvocato ha bisogno della sua firma per l’omologazione del testamento, ma la sua villa è vuota e due giovani donne confuse, Cordelia e Juliet, indossano i suoi gioielli. È scappata? Con Grady, il bagnino del suo club, che manca anche lui? Sta schivando il suo avvocato? O è stata uccisa…?

La scrittrice si diverte a portare a spasso i lettori

Con questa commedia nera, come viene definita, Margaret Millar si diverte, ah! ci scommetto che si sia divertita!, a portare a spasso il lettore per 2/3 del romanzo. Che fine ha fatto Miranda? Mentre l’investigatore privato Tom Argon, questo è il secondo libro della serie n.d.r., viene mandato sulle sue tracce, Margaret Millar infarcisce pagine e pagine di quelli che apparentemente sono dettagli, cioè le vite oziose e noiose dei ricchi frequentatori del Country Club da cui tutto parte: un alcolista che scrive lettere anonime, un bagnino bello e avido, la segretaria e il direttore del Club, un delinquente in erba arrabbiato col mondo, una disabile di pessimo carattere e suo marito, un ammiraglio in pensione e le loro figlie, due donne adulte con la mente di bambine. E Argon, dov’é? Argon chiude la sua indagine abbastanza agilmente e, ahimè, è proprio in questo momento che il giallo prende vita, anche se lui sparisce!

La soluzione finale salva il giallo

Alla fine, purtroppo, il romanzo finisce per annegare nella noia, anche il lettore comincia a sentirsi come questi ricchi annoiati. Che fare? Andare avanti, questo ve lo consiglio. Perché la soluzione finale del giallo non è male: alla fine l’assassinio c’è, ma di Miranda o di qualcun altro? O di nessuno? O forse ce n’è più di uno, in un certo senso? C’è anche un processo…insomma, da un certo punto in poi la velocità triplica e tutto diventa più interessante. In testa alla fine mi rimarrà proprio il finale e una domanda che vorrei fare a Margaret Millar se fosse ancora viva: come fa un custode a mangiare gelati in una casa senza luce elettrica (tranquilli, non è uno spoiler)?

Leggi anche: 

Quando chiama una sconosciuta – Margaret Millar

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Quando chiama una sconosciuta – Margaret Millar

Margaret Millar è la moglie di Ross MacDonald ed è anche considerata la più grande scrittrice di suspense di tutti i tempi. Anche perché, come una volta le disse Agatha Christie, ha scritto sempre libri diversi. Cosa che lei considerava un gran complimento. Quando chiama una sconosciuta è il primo titolo che leggo e vi dico che mi ha tenuto avvinta fino all’ultima pagina con una storia giocata su un sottile gioco psicologico…

This lie is true, yes, this is a very true lie

Questa bugia è vera, sì, questa è una bugia molto vera

Trama

Helen Clarvoe ha appena trent’anni, ma è già una donna sola. Dopo la morte di suo padre, da cui ha ereditato un ingente patrimonio, ha lasciato la madre e il fratello per rinchiudersi in una suite del Monica Hotel, a Hollywood, tagliando i ponti col mondo. In una sera come tante, il suo telefono squilla. All’altro capo del filo c’è una donna, Evelyn Merrick, che dice di essere una sua vecchia amica e mostra di sapere tutto di lei. Helen, al contrario, non si ricorda di Evelyn, anzi è atterrita dal tono sempre più ostile e rancoroso della donna, che sostiene di vedere in una sfera di cristallo un sanguinoso incidente di cui l’altra sarà vittima. Sconvolta, la giovane riattacca, e da quel momento la sua vita cambia. Helen si rivolge disperata all’avvocato Paul Blackshear. Sarà lui a scoprire l’identità della sconosciuta e al tempo stesso un terribile segreto.

Vi do un indizio

Margaret Millar costruisce una storia come quelle che piacciono a me: per set una camera d’albergo e un gioco psicologico che coinvolge tre attori principali, Helen, Evelyn e Blackshear, e comprimari abili a distogliere l’attenzione del lettore giallista ora su un particolare, ora su un altro. Oppure, a fornire involontariamente degli indizi. Il rompicapo è costruito bene e il gioco psicologico che Margaret mette in scena funziona e mi ha tenuto incollata fino all’ultima pagina. Peccato solo che abbia avuto una rivelazione, che poi si è rivelata azzeccata, a 3/4 del romanzo. Senza svelare troppo sulla trama, perché vi toglierei sadicamente tutto il gusto della lettura, vi do un indizio: c’è un particolare, quasi all’inizio, che Margaret piazza per far capire la chiave ai suoi lettori, dimostrando di essere onesta nei nostri confronti. Lì per lì non ci farete caso, forse, ma è un passaggio fondamentale. Buona lettura! 🙂 

Leggi anche:

Assassinio alla BBC – Val Gielgud & Holt Marvell