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Book Club PeC: Le parole che non ti ho detto, di Nicholas Sparks

Il tempo vola e siamo già al secondo romanzo che leggeremo per il Book Club PeC (Penna e Calamaro). Un libro al mese, scelto insieme. Stavolta, leggeremo Le parole che non ti ho detto dell’autore americano Nicholas Sparks.  Parleremo dell’ambientazione, dei personaggi, della storia. Ci confronteremo con sensazioni, modi di pensare, idee diverse dalle nostre. E’ anche questo il bello di condividere e confrontarsi, no? Allora, se siete pronti con il libro in mano, vi lascio qualche dettaglio iniziale sul romanzo che stiamo per leggere e un’avvertenza su cosa l’abbia ispirato. Alla prossima settimana con altre curiosità sul romanzo e il primo dibattito!

Message in a bottle

Le parole che non ti ho detto è un romanzo di Nicholas Sparks. Un autore americano nato negli anni sessanta e baciato dal successo, praticamente quasi tutti i suoi romanzi finiscono per diventare film acclamati. Questo non fa eccezione: è il suo secondo lavoro, è stato pubblicato nel 1998, ed è stato portato sullo schermo da Kevin Kostner e Robin Wright. Come quasi sempre, preferisco il titolo originale, Message in a bottle, che trovo più significativo rispetto alla storia raccontata nel romanzo.

Prima di partire 

Come significativo è lo scrittore Nicholas Sparks quando spiega che per l’idea alla base di questo romanzo ha preso spunto dalla storia dei suoi genitori. Mi dispiace, ma non posso dirvi di più: più avanti, alla fine della lettura, vi racconterò cosa intende dire e perché questo particolare potrebbe cambiare l’opinione che avete del libro e, soprattutto, di come va a finire. Lo so, sono taaanto cattiva, ma è meglio leggerlo e POI sapere di cosa si tratta, fidatevi 3:)

Vuoi partecipare? 

Sei capitato qui per caso, ma vorresti saperne di più? Se anche tu vuoi partecipare al Book Club PeC leggi qui come farlo. Unico requisito: tanta voglia di leggere.

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Book Club P&C: I ponti di Madison County, il romanzo

I ponti di Madison County. Come nelle migliori riunioni da amici, anche per il primo libro del Book Club PeC, siamo arrivati alle battute finali. Ci siamo confrontati sui personaggi, sui tempi e i luoghi in cui è ambientata la storia, e sulla storia in sé. Ora è tempo di tirare le fila ed esprimerci sul romanzo in sé. La lettura è finita e ora possiamo confessarlo: ci è piaciuto o no questo incredibile bestseller? Parto io con le mie sensazioni, se volete commentate sotto il post le vostre impressioni.

Ni

Alla fine per me è un ni. Mi è piaciuta la storia nel complesso, mi hanno appassionato le vicende di Francesca e Robert, soprattutto nella parte che riguarda loro singolarmente. Il loro vissuto, le origini, chi erano Francesca e Robert prima di diventare una “terza entità” costituita dall’unione di due anime, per usare la definizione dell’uomo.

Perché ni? 

Perché penso che la parte più emozionante sarebbero dovuti essere i loro quattro giorni insieme. Sui quali invece l’autore quasi sorvola. Come mai? Perché vuole lasciare all’intimità della coppia la vera essenza della storia e lasciare il lettore fuori dalla porta? Oppure? Come giudicate voi questa parte?

Non mi è arrivato

La domanda che ancora mi faccio, a pagine ormai chiuse, è questa: cosa ha reso speciale questo rapporto tra una casalinga e un cowboy? E’ stato davvero amore? Oppure un sogno, un’illusione, un vento spazzato via dai primi raggi del sole? Voi che dite?

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi ha dato, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa su personaggi, ambientazione e storia, o se volete sapere come funziona il Book Club PeC, cliccate sotto:

Book Club P&C: I ponti di Madison County, la storia

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Book Club P&C: I ponti di Madison County, il nomade e la casalinga

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Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

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Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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Book Club P&C: I ponti di Madison County, la storia

I ponti di Madison County. Ci stiamo prendendo tutto il tempo per assaporare la storia senza fretta. Abbiamo parlato dei personaggi e commentato tempi e luoghi in cui Robert James Waller ha immerso i suoi protagonisti. Ora abbiamo terminato la terza settimana di lettura e, se abbiamo proseguito senza impedimenti, dovremmo essere giunti a a 3/4 del romanzo. Quindi, possiamo iniziare a dire qualcosa sulla storia in sé. Come di consueto, vi lascio sotto qualche spunto di riflessione. Ai lettori la parola.

Ponti come metafora 

In uno dei commenti mi avete detto che i ponti rappresentano una metafora, due mondi lontani che si avvicinano. Francesca e Robert come due alieni, che improvvisamente trovano un punto d’incontro. Siete d’accordo con quest’affermazione? Vi rispecchiate in questa filosofia che permea il romanzo?

La storia vi convince?

La lettura, invece?  Come prosegue? State incontrando difficoltà o vi piace quello che leggete? La vicenda di Francesca e Robert vi appassiona, o in alcuni punti avete sentito un calo di tensione? Oppure, come tanti lettori, pensate che sia molto irreale, non una vera storia d’amore, ma solo un’infatuazione passeggera tra due persone che si piacciono?

E lo stile con cui I ponti di Madison County vengono raccontati? 

Vi piace? O avreste preferito un altro modo di narrare?

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi sta dando, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa su personaggi o ambientazione, o se volete sapere come funziona il Book Club P&C, cliccate sotto:

Book Club P&C: I ponti di Madison County, il nomade e la casalinga

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Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

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Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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A.A.A. cercasi lettori per Club di lettura P&C. Ecco come partecipare!

Se almeno una volta in vita tua hai detto “vorrei parlarne con qualcuno, ma non posso”, questo è il Club di lettura che fa per te. Sto organizzando il gruppo P&C (Penna & Calamaro): ogni mese leggiamo un libro e commentiamo. Come funziona? E perché dovrei partecipare? Leggi le risposte ai tuoi dubbi e, se sei interessato, commenta lasciando il tuo nome. Puoi segnalare la tua partecipazione anche usando i link facebook, twitter e instagram presenti in homepage. Intanto, ti do tutte le informazioni.

Come funziona?

Ogni mese leggiamo un libro scelto a maggioranza dei partecipanti, tra le proposte dei partecipanti stessi. Solo per questo mese, quello di partenza, il campo della scelta è ridotto a due: I ponti di Madison County, di Robert J. Waller, o I cercatori di conchiglie, di Rosamunde Pilcher. Scrivi nei commenti con quale dei due preferiresti iniziare. Ci riuniamo qui, una volta a settimana per parlare di, in ordine:

  1. ambientazione (prima settimana);
  2. personaggi (seconda settimana);
  3. storia (terza settimana);
  4. libro/romanzo nel complesso (quarta settimana).

Sono obbligato a commentare? No, ma la tua opinione è sempre benvenuta.

Sono obbligato a rispettare i tempi? Sì e no. Se li rispetti, la conversazione sarà più piacevole per tutti, ma il post rimane aperto ai commenti anche se non hai possibilità di rispettare i tempi che ci siamo dati.

Perché partecipare? 

Intanto, sembra banale ma non lo è, perché ci divertiamo insieme facendo una cosa che ci piace: leggere. Poi, perché non abbiamo mai tempo, ma se gli altri aspettano il nostro parere, forse lo troveremo. In più, potremo dare un’occasione a libri che mai e poi mai (ma dire mai) avremmo scelto autonomamente. Ultimo, ma non ultimo, il confronto ci fa crescere e ci fa bene, in tutti i sensi.

Allora, vi ho convinto?

Lasciate nei commenti nome e romanzo preferito, I ponti di Madison County, di Robert J. Waller, o I cercatori di conchiglie, di Rosamunde Pilcher? e partiamo! Vi aspetto!

Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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Book Club PeC: Le parole che non ti ho detto sulla spiaggia di Cape Cod

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A maggio leggiamo Min Jin Lee e il pachinko

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Per il Book Club PeC leggiamo: Cime tempestose, di Emily Brontë

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Figlie del mare – le “comfort women” di Mary Lynn Bracht

“Comfort women”. Così venivano e vengono chiamate le donne, o meglio, le bambine coreane, cinesi, giapponesi e filippine, prelevate a forza dai soldati giapponesi durante la seconda guerra mondiale per farne le loro prostitute. Donne di conforto. Un eufemismo per indicare una pagina di storia cancellata per decenni e che solo ora piano piano sta tornando alla luce. Oggi, in occasione del Giorno della memoria, voglio parlarvi di loro, le “comfort women”.

Trama

Corea, 1943. La sedicenne Hana è una haenyeo, una donna pescatrice di Jeju. Fa parte di una stirpe di donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini. Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria. Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera. Corea del Sud, 2011. Arrivata a ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare…

Comfort women 

Già il nome fa ribrezzo, non vi sembra? Donne di conforto per gli uomini che, poveretti, fanno la guerra. Lo so, sono sempre esistite, in tutte le guerre e in tutte le latitudini. In questo caso, però, la cosa grave è che per anni hanno sostenuto che fossero volontarie! E certo, chi di noi non si farebbe deportare per confortare chissà chi? A fatica, e solo recentemente sono uscite fuori le storie delle sopravvissute, secondo me molto parzialmente. Un po’ per l’età delle protagoniste, un po’ per la naturale ritrosia a raccontare vicende così dolorose. Ho rintracciato dei link cinesi e dopo averne letta qualcuna ho dovuto chiudere. Anche se mi riprometto di leggerle tutte.

Figlie del mare 

Tornando al romanzo, le protagoniste sono haenyeo, una figura di cui sto per parlarvi in modo approfondito e che ho conosciuto durante il mio viaggio in Corea del Sud. Il pregio di quest’opera prima è la scrittura, che subito ti trascina nella vita di queste due sorelle, e aver contribuito a far conoscere il dramma vissuto da queste donne. Mary Lynn Bracht è una scrittrice americana di origine coreana e per documentarsi ha trascorso diverso tempo proprio a Jeju. Pur non tacendo alcuni particolari macabri, il tono del racconto è ottimistico e di speranza. Tifiamo tutto il tempo per Hana ed Emi e forse, dico forse, un po’ di luce in fondo al mare c’è. 

Se volete sapere di più sulle donne pescatrici, continuate a seguire Penna e Calamaro e vi racconterò tutto 🙂

A voi è piaciuto Figlie del mare? Raccontatemi nei commenti!

Leggi anche:

http://www.pennaecalamaro.com/2019/10/27/autumn-in-korea/

Le malerbe di Keum Suk Gendry-Kim

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Il Giorno della Memoria, Shoah e non solo