Archivi categoria: Carta

Serie Netflix, Bridgerton sì o Bridgerton no?

Bridgerton sì o Bridgerton no? Io dico Bridgerton nì. Sì alla serie tv targata Netflix, no all’unico libro della serie che ho letto, che però non è il primo! Mi è capitato tra le mani La proposta di un gentiluomo, il terzo della serie, e quello ho letto. Vi parlerò di entrambi, serie e romanzo, e poi aspetto un vostro parere nei commenti. Vi convince la serie di Julia Quinn o no? E quella di Shonda?

Trama (La proposta di un gentiluomo) 

Sophie Beckett discende da una nobilissima famiglia, ma non ha avuto una vita facile: è, infatti, la figlia illegittima del conte di Penwood ed è sempre stata trattata come una domestica, soprattutto dopo che il padre, morendo, l’ha lasciata sola con la matrigna e le sorellastre. Mai e poi mai avrebbe immaginato di partecipare un giorno al celebre ballo in maschera di Lady Bridgerton. Né tanto meno di incontrarvi un principe azzurro che stesse aspettando proprio lei. Eppure, mentre volteggia leggera tra le forti braccia del bellissimo Benedict, secondogenito della famiglia, le sembra quasi impossibile che quell’incantesimo debba dissolversi allo scoccare della mezzanotte. Non dimenticherà mai quella serata, ne è sicura. Neanche Benedict potrà scordare la sensazione provata danzando con quella sconosciuta. Chi si celava dietro quella maschera? Il giovane ha giurato a se stesso che l’avrebbe scoperto, per poi sposarla. Ma quando, anni dopo, conosce casualmente Sophie, che crede una cameriera, il suo proposito vacilla: è giunta l’ora di porre fine alla ricerca della misteriosa ragazza che gli ha rapito il cuore e abbandonarsi a un nuovo sentimento? Perché certo Sophie non poteva essere al ballo… oppure sì?

Cenerentola

Non ci troviamo di fronte a una trama particolarmente originale, tanto che la stessa autrice afferma di aver voluto omaggiare Cenerentola. Non è che ne sentissi particolarmente il bisogno e probabilmente se l’avessi saputo non avrei aperto il romanzo.  Purtroppo ho letto la dedica dopo aver iniziato e, visto che il personaggio di Benedict mi piaceva anche nella serie, sono andata avanti. Ripeto, non aspettatevi un granché di originale. Il romanzo scorre senza sussulti, e tutti vissero felici e contenti, e avanti il prossimo. Una bella favoletta per una lettura poco impegnativa, che ogni tanto ci vuole. Con i protagonisti della serie grandi assenti, perché a parte qualche notizia su Daphne, dei due Basset sappiamo ben poco.

La serie 

La serie, secondo me, è di tutt’altra pasta, perché la mano di Shonda Rhimes si vede tutta. Dei romanzi, rimangono la famiglia protagonista, che trovo originale nella sua composizione e nelle sue dinamiche, la corte, la misteriosa Lady Whistledown, che ne La proposta di un gentiluomo rimane celata, e la forza di queste donne, tutte moderne e indipendenti, anche se ovviamente legate ai ruoli sociali della loro epoca. Personalmente, le vicende di Simon e Daphne Bridgerton mi hanno annoiato abbastanza, perché dove andremo a finire è abbastanza chiaro fin dall’inizio. Invece, mi è piaciuto rivedere Bath, dove è ambientata la serie, dove ero andata qualche anno fa a trovare Jane Austen durante il mio viaggio Sulle tracce delle grandi scrittrici

La madre

Sia nel romanzo sia nella serie, la mia preferita rimane la madre, Lady Violet Bridgerton, donna rimasta vedova precocemente che ha cresciuto otto figli da sola, e personalmente, spingendoli a cercare nei loro partner l’amore vero, quello che lei ha vissuto con il marito. Seguita a ruota da Lady Whistledown, che dà un po’ di brio alle mattine annoiate degli aristocratici. 

Polemiche inutili

Tutto il resto, la regina nera, il sesso spinto (che poi non è per niente spinto), il linguaggio troppo moderno, sono aspetti di un grande circo che Shonda mette in piedi da anni per mostrarci che, in fondo, siamo tutti uguali e sotto lo stesso cielo. Anzi, proprio il parlato è uno degli elementi migliori. Lo consiglio caldamente ai non anglosassoni per fare un po’ di esercizio, dato che tutti gli attori hanno una dizione molto buona, avendo lavorato in teatro prima del grande salto. Non so se guarderò le prossime puntate, ma tutto sommato la prima serie non mi è dispiaciuta.

Voi che mi dite? L’avete vista o avete letto i romanzi? Bridgerton sì o Bridgerton no? Scrivetemi nei commenti! 🙂

L’elenco dei romanzi, in ordine cronologico: 

Il duca e io (Daphne)
Il visconte che mi amava (Anthony)
La proposta di un gentiluomo (Benedict)
Un uomo da conquistare (Colin)
A sir Philip, con amore (Eloise)
Amare un libertino (Francesca)
Tutto in un bacio (Hyacinth)
Il vero amore esiste (Gregory)
Felici per sempre (8 “secondi epiloghi”)

Leggi anche:

I biscotti di Lady Whistledown, una ricetta facile facile. Anche con videoricetta 

Julia Quinn torna su Netflix con i Bridgerton!

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Sulle tracce delle grandi scrittrici: a Bath da Jane Austen

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Vorrei che fosse già domani – Massimo Cacciapuoti e Miriam Candurro

Ci sono molti motivi per scegliere un libro. A volte è un titolo, più spesso la trama o l’autore. Qualche volta, per i cultori dell’usato, un appunto all’interno. Quando ho aperto Vorrei che fosse già domani di Massimo Cacciapuoti e Miriam Candurro, ho trovato una sola parola: “Leggimi”. E io ho letto.

Trama 

Al liceo è giorno di manifestazione. Nei corridoi deserti, Paolo cerca agitato tra i suoi post-it quello su cui ha annotato le coordinate per arrivare in classe. Perché da quando, tre anni prima, un brutto incidente gli ha fatto perdere il senso dell’orientamento, la sua vita è diventata un insieme di istruzioni. Ma all’improvviso, il suo sguardo incrocia due profondi occhi verdi. Quelli di Cristina che, dopo settimane di assenza, si è decisa a rientrare a scuola. Il loro incontro dura un attimo, sufficiente a cambiare ogni cosa. A poco a poco, tra bigliettini scambiati di nascosto sotto il banco e pomeriggi passati sui libri, Cristina, mossa da una curiosità che non riesce neanche a spiegarsi, rompe il guscio dentro al quale Paolo si è rinchiuso. Gli fa capire che l’invisibilità non è la soluzione a tutti i problemi. E Paolo, finalmente pronto a lasciarsi andare di nuovo, convince Cristina a non rinunciare alla propria unicità. Ma a un certo punto Paolo deve prendere una delle decisioni più difficili. Perché non c’è legame più forte di quello che si conquista ogni giorno. Un legame che niente può spezzare. Nemmeno un tempo che sembra infinito.

Eminegligenza spaziale

All’inizio del romanzo, Cristina e Paolo sono due adolescenti come tanti, niente di speciale: scuola, sport, uscite con gli amici. A un certo punto, entrambi subiscono un trauma, per motivi diversi, e tutto cambia. In peggio: Paolo non può più uscire da solo. Eminegligenza spaziale, gli diagnosticano. Cioè l’incapacità di orientarsi nello spazio. Cristina viene colpita in modo più subdolo, ma ugualmente terribile. Bulimia nervosa, nessuno gliela diagnostica, ma è quello di cui soffre. E le persone di cui si fidava, sua madre soprattutto, all’improvviso diventano nemiche.

Uno spiraglio di luce

Finché questi due adolescenti fragili, in cerca d’amore, all’improvviso si riconoscono in mezzo a mille. E insieme provano a superare le proprie paure. Dimostrando che, in fondo, per quanti traumi un essere umano possa subire, è sempre l’amore e la fiducia negli altri la chiave per resistere e rimanere a galla.

Mi è piaciuto il tema

La malattia di cui soffre Paolo può capitare a tutti, anche se nel suo caso è permanente e non temporanea. Lo stress, le preoccupazioni, possono farci perdere l’orientamento all’improvviso. E’ quello che dice l’autrice, Miriam Cacciapuoti, la conoscerete forse come una delle protagoniste di Un posto al sole, la fiction di Rai3. Anche quello che succede a Cristina accade più frequentemente di quanto il nostro cervello non sia portato a pensare, molto spesso i traumi seri accadono in famiglia.

Due adulti centenari 

A malincuore, però, devo dire che il romanzo si sfilaccia quando Paolo e Cristina cominciano a frequentarsi. I dialoghi sembrano quelli di due adulti centenari, sempre saggi, calibrati, poco realistici nelle loro dinamiche. Lei che dice “benvenuto in famiglia” a un personaggio appena comparso sulla scena. A sedici anni? Io che leggo e che rimango lì a chiedermi: “e quindi? Tutto risolto con la madre? Così, in un battito di ciglia? E a Paolo non racconta niente?” Paolo, infatti, è ben delineato, di lui sappiamo quasi tutto. Cristina, invece, rimane un mistero. Risolve dentro di sé i problemi, grazie a Paolo?, ma non si confida con nessuno. Perché?

Genitori e scuola non pervenuti 

Come sullo sfondo rimangono, un’altra volta, genitori e scuola. Gli universi che a quell’età dovrebbero accompagnarti. Che pensano i professori di questi due ragazzi? E i compagni di classe? I genitori, invece? Soprattutto i padri, dove sono? Dico un’altra volta perché anche Sofia Viscardi con Succede li aveva lasciati nell’ombra. Anzi, pure lì totalmente assenti. Peccato, insomma. Rimane una storia carina da seguire, ma niente di più.

Leggi anche: 

Altre storie di adolescenti 

Book Club PeC: Le parole che non ti ho detto sulla spiaggia di Cape Cod

Per il Book Club, stiamo leggendo Le parole che non ti ho detto, di Nicholas Sparks. Dopo la prima settimana di lettura solitaria, o qualcosa di più, siamo pronti per parlare insieme dell’ambientazione.

Sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Nicholas Sparks vi sta trasmettendo, in positivo o in negativo.

Siamo nel 1997

O meglio, non sappiamo esattamente in che anno siamo quando comincia. Sappiamo che è dicembre e Theresa, la protagonista, è sulla spiaggia e ha in mano tre lettere, più altri oggetti che non riesce a tirare fuori dalla borsa. “Per ora”.

Su quale spiaggia si trova Theresa? Poche pagine più avanti torniamo al passato, all’inizio della storia. Ad agosto del 1997. 

Theresa corre all’alba sulla spiaggia di Cape Cod

Siamo negli Stati Uniti, e più precisamente nel New England. Theresa abita a Boston e si trova in vacanza in una località famosissima, Cape Cod, a un’ora e venti da casa. Cosa ci è andata a fare? A ritrovare se stessa, dopo anni turbolenti che hanno fatto seguito a un divorzio.

Fisher House 

cape-cod-Nicholas SparksGià il nome della casa in cui è ospite Theresa fa sognare di essere lì invece che in casa: Fisher House, la casa del pescatore. Nicholas Sparks la descrive così:Theresa doveva riconoscere che il posto era bello. Fisher House era la casa di un capitano ristrutturata con gusto, su un promontorio roccioso che si affacciava su Cape Code Bay.” Per ora non ci dice di più. 

Né è ancora apparso l’altro protagonista, Garrett, se non tramite una lettera portata dal mare… 

Continuate voi nei commenti, questo è l’inizio di una storia. Nicholas Sparks come descrive il paesaggio? Siete riusciti a immergervi tramite le sue parole? Vi è sembrato di essere negli anni novanta? Vi piacerebbe essere a Cape Cod nella Fisher House? 

Sono solo alcuni suggerimenti. Sentitevi liberi di riportare frammenti di testo e le vostre parole. Non ci sono quelle giuste, né quelle sbagliate. Qui quello che importa sono sono le nostre emozioni.

Avete voglia di provare? Aspetto i vostri commenti sotto a questo post!

p.s. ovviamente se l’avete già letto, o se capiterete in futuro su questo post, i vostri pareri sono benvenuti 🙂

Leggi anche: 

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club PeC: Le parole che non ti ho detto, di Nicholas Sparks

Il tempo vola e siamo già al secondo romanzo che leggeremo per il Book Club PeC (Penna e Calamaro). Un libro al mese, scelto insieme. Stavolta, leggeremo Le parole che non ti ho detto dell’autore americano Nicholas Sparks.  Parleremo dell’ambientazione, dei personaggi, della storia. Ci confronteremo con sensazioni, modi di pensare, idee diverse dalle nostre. E’ anche questo il bello di condividere e confrontarsi, no? Allora, se siete pronti con il libro in mano, vi lascio qualche dettaglio iniziale sul romanzo che stiamo per leggere e un’avvertenza su cosa l’abbia ispirato. Alla prossima settimana con altre curiosità sul romanzo e il primo dibattito!

Message in a bottle

Le parole che non ti ho detto è un romanzo di Nicholas Sparks. Un autore americano nato negli anni sessanta e baciato dal successo, praticamente quasi tutti i suoi romanzi finiscono per diventare film acclamati. Questo non fa eccezione: è il suo secondo lavoro, è stato pubblicato nel 1998, ed è stato portato sullo schermo da Kevin Kostner e Robin Wright. Come quasi sempre, preferisco il titolo originale, Message in a bottle, che trovo più significativo rispetto alla storia raccontata nel romanzo.

Prima di partire 

Come significativo è lo scrittore Nicholas Sparks quando spiega che per l’idea alla base di questo romanzo ha preso spunto dalla storia dei suoi genitori. Mi dispiace, ma non posso dirvi di più: più avanti, alla fine della lettura, vi racconterò cosa intende dire e perché questo particolare potrebbe cambiare l’opinione che avete del libro e, soprattutto, di come va a finire. Lo so, sono taaanto cattiva, ma è meglio leggerlo e POI sapere di cosa si tratta, fidatevi 3:)

Vuoi partecipare? 

Sei capitato qui per caso, ma vorresti saperne di più? Se anche tu vuoi partecipare al Book Club PeC leggi qui come farlo. Unico requisito: tanta voglia di leggere.

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: I ponti di Madison County, il romanzo

I ponti di Madison County. Come nelle migliori riunioni da amici, anche per il primo libro del Book Club PeC, siamo arrivati alle battute finali. Ci siamo confrontati sui personaggi, sui tempi e i luoghi in cui è ambientata la storia, e sulla storia in sé. Ora è tempo di tirare le fila ed esprimerci sul romanzo in sé. La lettura è finita e ora possiamo confessarlo: ci è piaciuto o no questo incredibile bestseller? Parto io con le mie sensazioni, se volete commentate sotto il post le vostre impressioni.

Ni

Alla fine per me è un ni. Mi è piaciuta la storia nel complesso, mi hanno appassionato le vicende di Francesca e Robert, soprattutto nella parte che riguarda loro singolarmente. Il loro vissuto, le origini, chi erano Francesca e Robert prima di diventare una “terza entità” costituita dall’unione di due anime, per usare la definizione dell’uomo.

Perché ni? 

Perché penso che la parte più emozionante sarebbero dovuti essere i loro quattro giorni insieme. Sui quali invece l’autore quasi sorvola. Come mai? Perché vuole lasciare all’intimità della coppia la vera essenza della storia e lasciare il lettore fuori dalla porta? Oppure? Come giudicate voi questa parte?

Non mi è arrivato

La domanda che ancora mi faccio, a pagine ormai chiuse, è questa: cosa ha reso speciale questo rapporto tra una casalinga e un cowboy? E’ stato davvero amore? Oppure un sogno, un’illusione, un vento spazzato via dai primi raggi del sole? Voi che dite?

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi ha dato, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa su personaggi, ambientazione e storia, o se volete sapere come funziona il Book Club PeC, cliccate sotto:

Book Club P&C: I ponti di Madison County, la storia

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: I ponti di Madison County, il nomade e la casalinga

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"