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Esmahan Aykol, Rubacuori a capodanno

Racconto breve di di Esmahan Aykol, inizialmente inserito in una raccolta di Sellerio sui gialli di Capodanno insieme ad altri autori e poi ripubblicato da La Repubblica come libricino a sé stante. Con questo mini libro facile facile inizio le letture del 2024 e faccio la conoscenza con questo personaggio, Kati, la libraia tedesca di Istanbul. Venite che vi racconto.

Trama

Kati Hirschel, la libraia di Istanbul, cerca la sua cara amica scomparsa proprio prima che inizi la serata dei festeggiamenti per capodanno. Che fine avrà fatto? Con l’aiuto di altri invitati, Kati fa partire un’indagine per le strade di Istanbul, nella notte più pazza dell’anno. 

Racconto troppo breve

Non conoscevo questa scrittrice turca, Esmahan Aykol, né il personaggio della sua serie in giallo, Kati Hirschel. Il racconto è troppo breve per farsi un’idea precisa, però mi ha messo sufficiente curiosità per voler leggere qualcos’altro di suo. Qui, domina un’atmosfera ansiogena: c’è una donna scomparsa la sera di capodanno, quando tutta la città impazzisce e inghiotte gli incauti. Cosa le sarà successo? I piani per la serata vanno a farsi benedire e parte una caccia all’inseguimento della scomparsa. 

Le origini di Esmahan Aykol

La scrittrice Esmahan Aykol è turca, ma figlia e nipote di immigrati. Kati vive a Instabul, ma è tedesca. Ed è così che vede la città e la cultura turca, come una straniera. Mi piace l’idea, penso che leggerò altro di quest’autrice e vi farò sapere. Magari inizierò proprio la serie de La libraia di Instanbul, che se non sbaglio è composta di cinque libri che ormai risalgono a qualche anno fa (quindi, forse, finita?). Per ora, posso dirvi che alla fine sapremo che fine ha fatto “l’amica”.

Voi conoscete i libri di Esmahan Aykol? Quali suoi titoli mi consigliate? 

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La serie di Petra Delicado

Una famiglia quasi perfetta – Jane Shemilt

Jane Shemilt ha pubblicato un thriller che fa precipitare una famiglia fino a quel momento, o quasi, nell’incubo della scomparsa. Che fine ha fatto la figlia perfetta? O presunta tale? Perché si sa, i figli sono le persone che i genitori conoscono meno, anche se pensano sempre il contrario. Jenny farà eccezione?

Trama

Jenny è un medico, sposata con un famoso neurochirurgo e madre di tre adolescenti. Quando Naomi, la figlia quindicenne, non fa ritorno a casa dopo la scuola, la vita perfetta che Jenny credeva di aver costruito va in pezzi. La polizia la cerca in lungo e largo, senza successo. Naomi è scomparsa nel nulla e la famiglia è distrutta. I mesi passano e le ipotesi peggiori – rapimento, omicidio – diventano sempre più plausibili, ma in mancanza di indizi significativi l’attenzione sul caso si affievolisce. Jenny, però, non si arrende. A un anno dalla sparizione della figlia, sta ancora cercando la verità, anche se ogni rivelazione, ogni tassello sembra allontanarla dalle certezze che aveva. Presto capisce che le persone di cui si fidava nascondono terribili segreti, Naomi per prima. Seguendo le flebili tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé, Jenny si accorgerà che sua figlia è molto diversa dalla ragazza che pensava di aver cresciuto…

Finale tirato via 

Impossibile provare simpatia per la madre creata da Jane Shemilt: moderna, forse troppo moderna, una delle tante donne convinte che si possano vivere mille vite e portare avanti tutto perfettamente. O quasi. Ed è quel quasi a dare il senso al romanzo. Una donna e un uomo ciechi, che non vedono quello che succede in casa loro, spinti da…ambizione? superficialità? stanchezza cronica?
Assegno due stelle a un finale tirato via, all’ennesima scelta sbagliata di questa madre troppo debole e rinunciataria, a una serie di spunti e indizi propri di un thriller che non vengono alla fine spiegati e a un andirivieni nei tempi del racconto che ha reso meno avvincente la lettura.

A voi è piaciuto? Che mi dite?

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