Archivi tag: viaggio letterario

Buda e il bar dove si rifugiava Sissi

State guardando Sissi, la miniserie su Canale 5? In sintesi, la serie racconta gli anni dell’adolescenza della futura imperatrice. La giovane e spensierata duchessa Elisabetta, “Sissi“, in Baviera si innamora di Franz Joseph I D’Austria e lo sposa. È elogiata come la donna più bella d’Europa, ma si sente sempre più sola e rinchiusa alla corte imperiale di Vienna. E cosa faceva Sissi quando si sentiva persa e sola? Vi stupirà sapere che faceva quello che fanno milioni di donne in tutto il mondo! Continuate a leggere e vi racconterò questa storia semisconosciuta su una delle nobili più iconizzate della storia cinematografica.

Il castello reale di Gödöllœ

Nel mio ultimo viaggio a Budapest, Viaggio nei caffè letterari di Budapest, sono tornata a Buda, che è indubbiamente il mio posto preferito nella capitale magiara, perché guardare il tramonto dall’alto, con i colori arancio-rosa del cielo che si riflettono e si fondono con il castello, i ponti e il Danubio, per me è qualcosa di unico e andrebbe visto almeno una volta nella vita.

budapest 360 logo

Ma non divaghiamo e torniamo a Sissi. Proprio a Buda si trova il castello reale di Gödöllœ, il più grande e sfarzoso edificio barocco d’Ungheria, dono d’incoronazione del popolo ungherese ai sovrani d’Asburgo. Anche conosciuto come la “Versailles ungherese”, anche se personalmente odio non poco questi paragoni, era la residenza estiva dei sovrani e la preferita di Sissi. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, è stata restaurata e aperta al pubblico alla fine degli anni novanta. Sissi e la famiglia vi trascorrevano diversi mesi all’anno e, col tempo, Gödöllœ diviene il rifugio di Sissi. Se state seguendo la fiction, saprete che Sissi soffriva terribilmente le imposizioni di corte. Qui, invece, era lasciata più libera. 

fachada-principal-palacio-godollo-budapest

Ruszwurm cukrászda

Ma dove andava l’imperatrice quando non ne poteva più? Si rifugiava nel Ruszwurm cukrászda, o Confetteria Ruszwurm, per mangiarsi in santa pace un pezzo di torta, accompagnato da una cioccolata calda.

ruswum1 logo

Proprio così donne, Sissi una di noi. Si dice che a volte sparisse e qualcuno della corte andasse a cercarla lì, per riportarla indietro, costringendola a lunghe sedute di ginnastica per rimettersi in forma. Altre storie, meno edificanti, dicono che Sissi soffrisse di problemi alimentari e che fosse lei stessa a punirsi, o che avesse un amante e comprasse dolci per lui.

ruswum 2 (2) logo

Perché sceglieva proprio questa caffetteria? L’ambiente è più spartano rispetto agli altri caffè di moda di cui vi ho parlato nel post precedente, come potete vedere nelle foto. Forse, Elisabetta sceglieva questa confetteria perché più riservata, ma famosa per le sue leggendarie paste alla crema. Che secondo me comprava per se stessa, solo per riprendere fiato da una vita stressante. Chi di noi ogni tanto non prova questa sensazione di soffocamento? Un angoletto per se stessi spesso è la soluzione agognata.

budapest sissi caffè

Voi che ne pensate? Vi convince come teoria? Sia come sia, vi consiglio di passarci e giudicare voi stessi se le paste meritano o no 😉

SiSi Day 4

Leggi anche: 

Viaggio nei caffè letterari di Budapest

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Un caffè letterario a Budapest: le terme di Széchenyi

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

 

Viaggio nei caffè letterari di Budapest

Ero già stata a Budapest anni fa, mentre studiavo, e mai avrei pensato, per N motivi, di farvi ritorno. E’ proprio vero che non bisognerebbe MAI dire MAI nella vita. Eccomi di nuovo qui a Budapest, a girare per una città profondamente cambiata. In meglio, da quello che posso vedere con gli occhi superficiali di un turista da weekend. Non vi racconterò il giro classico, un po’ perché non ho avuto il tempo materiale di farlo, un po’ perché vorrei lasciarvi qualche chicca da segnare se il vostro è un viaggio di più giorni, oppure se più semplicemente siete alla ricerca di qualcosa di diverso da chiese e monumenti (che comunque vi consiglio di visitare!). Questo è il mio secondo viaggio letterario, dopo quello in Inghilterra Sulle tracce delle grandi scrittrici. L’ho chiamato “Un caffè letterario a Budapest”. Come diceva Sándor Márai Non c’è letteratura senza un Caffè. Ed è lì che vorrei condurvi, alla scoperta dei caffè della capitale magiara in qualche modo collegati alla letteratura e agli scrittori. Con qualche incursione nel mondo delle principesse, dello street food e delle terme. Insomma, un melting pot, come sempre. Pronti? Partiamo, che il tempo fugge!

budapest fina logo

Városliget

La Ruota del Tempo

La più grande clessidra d’Europa si trova in un parco di Budapest, Városliget, che si trova vicino a Piazza degli Eroi ed è considerato uno dei luoghi principali della città in cui rilassarsi. Il Timewheel è di otto metri di diametro, pesa 60 tonnellate, è costruito in vetro, acciaio e granito per durare nei secoli. E’ di fatto una gigantesca clessidra, che ha sostituito una statua di Lenin: la ruota contiene infatti 7 tonnellate di sabbia, che scende dall’alto verso il basso. Il 31 dicembre di ogni anno viene girata a mano per far ricominciare il deflusso. Anche se ha la forma di una clessidra e si chiama Ruota del Tempo, non ha la funzione di misurare il tempo che passa, ma di testimoniare la sua monumentalità e l’eterno movimento. Davanti, c’è un’iscrizione con una frase di Sant’Agostino: “cos’è il tempo. Se nessuno me lo chiede, lo so. Se devo spiegarlo, non lo so“. L’installazione è stata realizzata nel 2004, per supportare l’entrata dell’Ungheria nell’Unione Europea.

Castello Vajdahunyad

Oltre alla ruota, al centro del parco c’è il Castello Vajdahunyad, che come set fotografico non è male, soprattutto al tramonto. E’ in realtà un complesso di 21 edifici e diversi stili architettonici, costruito per ripercorrere la storia dell’architettura ungherese. Sembra un po’ il castello delle fiabe, con tanto di laghetto artificiale annesso. Considerando la centralità del parco, sicuramente vale una sosta, magari dopo aver visto i monumenti di Piazza degli Eroi o mentre andate/tornate dalle terme di Széchenyi, che sono sempre dentro il parco.

Terme di Széchenyi

Di queste terme vi ho già parlato in un altro post. Qui mi limiterò a sottolineare che non si può andar via da Budapest senza aver visitato almeno una volta le terme. Sono famosissime e c’è un motivo. Assolutamente non potete perderle.

Massolit bookstore & cafe

Un’insegna minuscola e una vetrina poco appariscente per un locale tutto da scoprire. Si trova nel quartiere ebraico e ha una clientela variegata: studenti con il pc o libri, giovani alternativi, mamme con bebè a passeggio e perfino professori che correggono tesi. Insomma, un’allegra confusione da godersi con calma. L’atmosfera è assolutamente informale, ci sono tavolini in legno, qualche poltrona e scaffali dove pescare libri usati, per leggerli o comprarli, con un giardinetto sul retro. A libri nuovi e usati si affianca una caffetteria semplice, con caffè macinato al momento, tè verde o nero, infusi, fette di torta, quiche o biscotti per accompagnare. Tu scegli il posto, ordini e i ragazzi al bancone chiamano quando è pronto per il ritiro. Io ho ordinato cappuccino e Zserbó, un dolce delle feste ungherese ripieno di marmellata, noci e zucchero e ricoperto di glassa al cioccolato. Tutto ottimo, nessuno ti mette fretta ed è un posto alternativo, con avventori curiosi che valgono da soli la sosta. Il locale ha anche una tessera per il coworking, se abitassi a Budapest non mi dispiacerebbe affatto scrivere al Massolit. Non potevo, ovviamente, uscire senza un libro in mano: ho scelto My Sergei, un ricordo del marito scomparso scritto dalla famosa pattinatrice russa Ekaterina Gordeeva.

massolit 1 logo massolit 2 logo massolit 3 logo

New York Cafè

Purtroppo quando sono arrivata davanti alla vetrina, ho trovato una fila infinita. Nonché prezzi altissimi per Budapest. I due fattori combinati mi hanno fatto desistere, però c’è da dire che il New York Café fa parte da sempre dell’anima di Budapest. All’inizio del XX secolo si chiamava New York Kávéház ed era frequentatissimo da artisti, scrittori ed editori, anche perché ai piani soprastanti c’erano le redazioni dei giornali più influenti dell’epoca. Si dice che Ferenc Molnár, I Ragazzi della Via Paal vi dice qualcosa?, abbia gettato le sue chiavi nel Danubio, per essere sicuro che non chiudesse mai. E avrebbe scritto proprio su uno dei tavoli del NY Cafè il suo leggendario romanzo. Favola o verità? Chissà. Fatto sta che a un certo punto è stato costretto a chiudere. Dopo la seconda guerra mondiale, cadde in rovina e diventò un negozio di articoli sportivi. Riaprì poi nel 1954, con il nome di Hungária, ma solo nel 2006 è stato riportato al suo splendore originale. Oggi fa parte di un albergo, il New York Palace, e serve dolci e piatti tradizionali. Se avete voglia di una pausa elegantissima, è il posto giusto per voi. 

new york cafè logo new york cafè 2 logo

Café Párisi (ex Book Cafe Lotz Terem) 

Questo è un locale spettacoloso, che purtroppo io ho trovato chiuso per restauro, ma in cui vi consiglio di avventurarvi perché dopo la ristrutturazione, e varie vicende societarie, ha riaperto ed è molto affascinante, con uno stile legato alla Belle-Époque, affreschi delpittore ungherese Károly Lotz, specchi enormi e oro ovunque. Tra l’altro, si trova nella via principale dei negozi, Andrassy Ut, quindi non faticherete a trovarlo. Ora ha riaperto con il nome di Café Párisi, come l’ex grande magazzino che portava lo stesso nome. Nel XIX secolo il caffè nasce come casinò, che nel 1911 viene trasformato nel grande magazzino “Art Nouveau di Parigi”, il primo centro commerciale della città. Ancora oggi, sull’insegna sulla facciata sotto la quale si entra nell’edificio si legge Párisi Nagy Áruház (“Grandi Magazzini di Parigi”). Nella parentesi book cafè, l’edificio al piano superiore ospitava la libreria Alexandra. 

Buda e il bar di Sissi

A Sissi e al caffè in cui andava a rifugiarsi, il Ruszwurm, ho dedicato un post a parte.

Ospedale nella roccia

Questa è una tappa che ovviamente non c’entra nulla con caffè e letteratura, però se cercate un indirizzo che esula dal classico giro turistico di Budapest, questo posto fa per voi. L’ospedale nella roccia si trova nelle grotte sottostanti il Castello di Buda, quindi dopo aver preso un caffè nel bar di Sissi, potete proseguire fin qui. L’ospedale ha avuto un ruolo importante per Budapest: inizialmente come struttura di pronto intervento sia nella seconda guerra mondiale sia in occasione della rivoluzione del 1956. Nel periodo della guerra fredda, è diventato un rifugio antiatomico e la struttura è stata mantenuta segreta fino al 2002. Entrando nel museo, ho potuto visitare i veri alloggi di fortuna in cui medici, infermieri e volontari, senza sosta cercavano di aiutare i feriti, con una ricostruzione realistica, e anche in qualche modo impressionante, delle difficoltà con cui dovevano arrangiarsi sia loro sia i pazienti. La fondazione che lo gestisce dal 2015 è indipendente e ha aperto il museo con lo scopo di dimostrare che “anche in guerra e in dittatura si può scegliere di comportarsi da persone, scegliendo il bene. I veri eroi sono quelli che restituiscono la vita, non quelli che la tolgono”. Emozionante, da vedere. 

budapest pic

Caffè Gerbeaud

Se Ruszwurm rappresentava il rifugio solitario di Sissi, il Gerbeaud era il caffè ufficiale delle visite con il marito. L’ambiente rococò, elegantissimo, e la posizione super centrale ne facevano un punto di ritrovo dell’élite cittadina e straniera. E anche oggi, con prezzi non proprio abbordabili, è un indirizzo da considerare se volete concedervi uno stravizio, in tutti i sensi. Io ho ordinato, infatti, una selezione delle torte classiche più famose servite dalla pasticceria: la Dobos torte, inventata dal pasticcere ungherese J. Dobos, con ricetta rimasta segreta fino al suo ritiro dall’attività. La torta è composta da 6 strati di pan di spagna e 5 strati di crema di cioccolato e burro, con un topping al caramello. La Eszterházy torte, che prende il nome da una casata nobiliare, composta da crema al burro aromatizzata con cognac e spalmata su quattro strati di pasta di meringa e mandorle grattugiate. La torta è ricoperta da una glassa fondente e decorata con un caratteristico motivo a strisce di cioccolato. E come farmi mancare la Gerbeaud torte? Una cosetta leggera: sei strati di pan di Spagna, su cui viene spalmata una crema di cioccolato e burro, con la cima ricoperta da uno strato sottile di caramello. Il bordo è ricoperto di nocciole macinate, castagne, noci o mandorle. Talmente mediocri che la foto è stata scattata appena in tempo, prima di spazzolare anche il piatto! 😀 Dopo questo tris, una sosta alle terme direi che è d’obbligo

budapest pic3 logo

Il Szimpla Kert e i Ruin pub

Anche qui siamo lontani dalla letteratura, però un po’ di svago ci vuole. I ruin pub, o ruin bars come vengono anche chiamati, sono un must prima di lasciare Budapest. La cosa migliore, sempre se avete tempo, sarebbe girarne diversi, magari nella stessa notte. Io sono stata in uno dei più conosciuti dagli stranieri, ma forse non il più “sincero”,  il Szimpla Kert. Purtroppo non ho avuto tempo di vederne altri, ma qui trovate l’elenco completo, così potete farvi un’idea e una mappa ideale del giro a seconda di cosa vi ispira di più. Poi fatemi sapere nei commenti quali avete scelto e se vale la pena, così la prossima volta a Budapest ci andrò! 

Street Food Karaván

In Ungheria lo chiamano “la mecca dello street food” e la definizione mi sembra azzeccata. Attaccato a Szimpla, è uno spazio all’aperto dove sono posteggiati numerosi camion servono street food take away o  da consumare sul posto in uno dei tanti tavolacci di legno. C’è veramente di tutto, piatti tradizionali, internazionali e vegetariani, la scelta non manca. Io ho preso un dolce super, super buono, il kürtoskalács. Un dolce tipico ungherese conosciuto anche come “chimney cake”, “torta camino”, per la sua forma. Intanto, te lo preparano sul momento, quindi è divertente seguire il procedimento. Stendono la pasta fino a farla diventare una sfoglia sottile, poi l’allungano fino a farla diventare un cordone lunghissimo, che avvolgono su un apposito mattarello. L’appiattiscono per unire i filamenti e passano questa spirale cilindrica nello zucchero, che rimane attaccato. Poi, lo cuociono sulla brace e, caldissimo, lo passano velocemente su cannella, o cacao, cocco, vaniglia, a scelta del fortunato che lo mangerà. Lo lasciano riposare un minuto, il tempo di riuscire a staccarlo dalla forma, et voilà, una robina deliziosa e caldissima scivola nelle tue mani. Mi raccomando, non perdetevelo, sarebbe un peccato. 

chimney con logo

Caffè central

Il Caffè Central era un altro dei ritrovi culturali della capitale, frequentato da scrittori, poeti e intellettuali per tutto il diciannovesimo e ventesimo secolo. Ed è stata l’ultima tappa prima di tornare a casa. Dopo varie vicissitudini, alla fine posso dire che le sorti dei Caffè fanno toccare con mano quale disastro sia stata la guerra per l’Ungheria, è stato ristrutturato nel 2000 assumendo l’aspetto che ha ancora oggi. Devo dire che mi è piaciuto molto bere qui il mio tè con pasticcini finale e partecipare al giochino del sottopiatto di carta. Scrivi la tua poesia usando queste parole e, accanto, uno cornice dentro cui sbizzarrirsi. La mia poesia è questa, che ve ne pare?  

poesia liza logo

Dove mangiare a Budapest?

Se siete arrivati a leggere fin qui, avete diritto a un premio. Dove mangiare a Budapest? Vi lascio quest’indirizzo, fidatevi e prenotate per tempo, che è sempre pieno: Hungaricum Bisztró. Il locale è delizioso, il personale è gentile e il cibo molto buono. Il grande valore aggiunto, secondo me, è il suonatore di cimbalom, uno strumento musicale suonato in Ungheria, che ha reso l’atmosfera ancora più gradevole. A fine serata, per ringraziare il suonatore ho comprato il cd. La cena è iniziata con pane e panna acida con paprika e finita con palinka, liquore tipico, entrambi offerti dalla casa. Il menù è tradotto anche in italiano, quindi non avrete problemi.

Che ne dite? Vi ho convinto a partire per un weekend di relax totale a Budapest? 

Leggi anche: 

Un caffè letterario a Budapest: le terme di Széchenyi

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Buda e il bar dove si rifugiava Sissi

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Dove il vento dell’est soffia ancora: il mio weekend a Sofia, in Bulgaria

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Un caffè letterario a Budapest: le terme di Széchenyi

A Budapest, le terme di Széchenyi sono le mie preferite. Oggi che si chiudono i campionati europei di nuoto, con record mondiali e ori inaspettati, e che lo sguardo già si volge alle olimpiadi di Tokyo, vi racconto un episodio divertente che mi è capitato durante l’ultimo viaggio nella capitale ungherese.

Le terme di Budapest, un sogno

Le terme di Budapest sono un’attrazione irrinunciabile per tutti i turisti. Eh sì, perché dovete sapere che l’acqua e il nuoto per gli ungheresi è quasi una religione. Come gli antichi romani, amano trascorrere il tempo libero alle terme, che sono attrezzate e tenute molto bene. Mi dispiace di non avere altre foto oltre a quella che vedete, dove una tizia si è affacciata nel momento sbagliato. Subito dopo, un’inserviente ha chiuso la finestra, giustamente, e io ho lasciato la macchina fotografica nell’armadietto, per godermi l’acqua senza pensieri.

István Széchenyi

Tra tutte, le mie preferite sono le terme Széchenyi, dentro le quali nel mio primo viaggio a Budapest ho assistito a una partita di scacchi tra due signori ungheresi. Ma non divaghiamo. Forse per quello, o forse perché accettano uomini e donne nelle stesse vasche, sono tornata lì. Anche perché prendono il nome dal conte ungherese István Széchenyi, scrittore, teorico e politico, considerato uno dei più grandi statisti del paese, e il mio viaggio s’intitola, appunto,  “Un caffè letterario a Budapest”. 

Tra nuotatori ci riconosciamo

Insomma, sono all’interno, in una vasca bassa. Considerate che sono tra le più grandi d’Europa e, di solito, non si sta fermi in una vasca, ma si gira all’interno tra diverse vasche e temperature per riattivare la circolazione e sentire una sensazione di benessere, che poi puoi godere all’esterno, dentro la piscina “estiva”, che comunque è riscaldata e utilizzata pienamente anche in inverno. Mentre ero lì, una signora aveva qualche problema di galleggiamento. Nell’era post Covid sembra quasi impensabile, ma mi sono offerta di aiutarla e le ho spiegato qualche tecnica per migliorare l’assetto in acqua. Io e lei, molto prese, non ci siamo accorte che nel frattempo in quella vasca stava per iniziare una lezione di ginnastica in acqua. E che i non partecipanti avrebbero dovuto lasciare la vasca di lì a poco. Cosa che abbiamo fatto subito dopo, quando ci siamo accorte che tutti stavano uscendo e le signore dell’acquagym stavano entrando. Mentre uscivo, però, l’assistente bagnanti mi ha avvicinato e in inglese mi ha detto: “lei, se vuole, può rimanere”. Aveva visto tutto, la lezione improvvisata e la signora contenta, e ha apprezzato. Ci siamo riconosciuti tra nuotatori! Gli ho fatto un sorriso grande come una cosa e gli ho risposto: “grazie, avevamo finito”. La sera, mentre tornavo all’appartamento che avevo affittato, sulla metropolitana sembravo il padre di Mafalda nella striscia del masochista.

mafalda

L’incontro tra culture diverse 

Non è fantastico? E’ anche per questi fatti apparentemente irrilevanti che mi piace viaggiare e conoscere altre culture. L’amore degli ungheresi per il nuoto e l’acqua mi ha sempre colpito moltissimo e ho scoperto con questa breve conversazione che non è solo una diceria, sono davvero profondi conoscitori del mondo acquatico. Non a caso, Gregorio Paltrinieri ha dichiarato agli europei che “a Budapest è tutto bello”. E’ vero, è proprio un paradiso per nuotatori!

Per saperne di più

L’offerta di terme a Budapest è variegata e ce n’è davvero per tutti i gusti. Potreste ipotizzare anche un giro, se rimanete in città per diversi giorni. Per guardare tutte le opzioni disponibili, vi consiglio di andare su questo sito e di scegliere quella più adatta alle vostre esigenze. Ma non fatevi mancare questa esperienza!

E voi? Avete qualche episodio curioso che vi è capitato in viaggio? Raccontatemi nei commenti 🙂

Leggi anche: 

Bath e il gossip degli antichi romani alle terme

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Librerie di Seoul in cui perdersi, felici e sommersi

Le librerie di Seoul sono pazzesche, non trovo altro termine per definirle. Curioso, in una città in cui ho girato diversi giorni senza mai vedere una, dico una persona, con un libro in mano. Considerando il gusto coreano per l’estetica, forse non dovrei stupirmi. Quale luogo si presta meglio di una libreria a soddisfare il feticismo di un cultore della bellezza? Vi segnalo le librerie più belle che ho visto durante i miei giorni di Seoul e, se volete organizzare un tour del libro, sono già in ordine rispetto a un potenziale giro da fare in giornata. Ovviamente se riuscirete a uscire da quella precedente!

1. Seoul Book Bogo

Quando l’ho visitata aveva aperto da poco e sono molto contenta di averla scoperta, quasi per caso direi. Vale la pena solo per il progetto che le ha dato vita. Il Comune di Seoul voleva recuperare un magazzino inutilizzato da anni  e, contemporaneamente, aveva l’esigenza di salvare molte piccole librerie schiacciate dalla grande distribuzione. E’ così che nasce questa mega libreria pubblica di libri usati, che dà spazio e visibilità a 25 piccoli negozi di libri usati. La cosa bella è che i negozi rimangono indipendenti e sono liberi di scegliere cosa vendere e a quanto, pagando una commissione, mentre la gestione delle aree comuni e di alcuni servizi è affidata al Comune. Anche qui non manca lo spazio per foto sceniche. Gli scaffali, infatti, sono aperti e in acciaio, tagliati da un corridoio tondeggiante che simboleggia un bookworm, cioè un topo di biblioteca. Mentre c’ero io, che scattavo mille foto, una scolaresca di bimbi delle elementari sedeva per terra e leggeva, tutto felice. Un’atmosfera tranquilla e rilassata, se potete passateci di mattina. Per le dramose, qui hanno girato delle scene nella puntata 2 del kdrama Hotel del Luna

seoul book bogo

Orario d’aperturagiorni feriali 10:30 – 2o:30 – festivi 10:00 – 21:00

Indirizzo: 1, Ogeum-ro, Songp

Come arrivare: prendi la metropolitana Linea 2 e scendi a Jamsillaru station, uscita 1.

2. Starfield Library

E qui passiamo alla concezione opposta, in perfetto Gangnam Style. Se amate lo shopping, passerete sicuramente nel quartiere di Gangnam (강남) e farete un giro all’interno dello Starfield COEX Mall. Al suo interno, hanno aperto nel 2017 una biblioteca. Esatto, una biblioteca dentro a un centro commerciale. Esteticamente è così particolare che è diventata meta di pellegrinaggio anche solo per una foto. Come diversi luoghi d’attrazione in Corea del Sud, anche qui ci saranno delle indicazioni sulla posizione migliore da cui scattare. Sul piano estetico niente da dire, è eccezionale. Sul piano pratico, è molto fornita. Gli scaffali immensi contengono oltre 50mila libri e 600mila riviste internazionali, anche se devo dirvi che alcuni di quelli che vedrete sono finti, considerando l’altezza di 13 metri. L’entrata è libera e, se volete fermarvi a curiosare, troverete 200 postazioni tra sedie, poltrone e panchine, neanche a dirlo wi-fi gratuito e prese per ricaricare i dispositivi elettronici. Non è tra le mie librerie/biblioteche preferite, perché mi è sembrato che ci fosse troppa confusione, molta voglia di far vedere “io c’ero” con le foto, ma in percentuale poca gente a studiare o a comprare/prendere in prestito libri. Ma magari è solo una mia impressione. Per le dramose, qui si incontrano Sa Hye-Jun (Park Bo-Gum) e An Jeong-Ha (Park So-Dam) nell’episodio 3 del kdrama Record of Youth. Lui le dice che va lì quando si sente triste. Bè, lo capisco. La biblioteca si vede per poco ma viene inquadrata bene.

seoul coex starfield

Orario d’apertura 10:30 – 22:00

Indirizzo: 513, Yeongdong-daero, Gangnam-gu

Come arrivare: ci sono più opzioni. Prendi la metropolitana Linea 2 e scendi a Samseong Station, uscita 5 o 6. Oppure la Linea 9  e scendi a Bongeunsa Station, uscite 1, 6 o 7. Oppure ancora Linea 7, scendi a Cheongdam Station, uscita 2.

3. Itaewon Foreign Bookstore 

E dopo la biblioteca di Gangnam, oggi mi trovo a Itaewon, il quartiere multietnico frequentatissimo dagli studenti perché zeppo di localini. E anche di angoletti dove farsi servizi fotografici con le amiche. 
Adesso non vi parlo di librerie. A Itaewon c’è un minuscolo chiosco di libri usati, amato dagli stranieri per la bella scelta di libri in lingua straniera. Narrano le cronache che sia gestito da un vecchietto scorbutico, che chiude quando vuole, senza orario.
Io l’ho trovato aperto e c’era un signore anziano sì, ma gentilissimo. Abbiamo parlato dell’Italia, che lui non ha mai visto e che gli piace tanto e poi gli ho chiesto se esistono libri in doppia lingua inglese e coreano. Lui ha consultato il suo archivio mentale e mi ha guidato verso lo scaffale giusto.
Guardate che chicche ho trovato. Entrambi troppo difficili per il mio livello di coreano, ma conosco Jane Eyre a memoria e Agatha Christie quasi, quindi potrei quasi farcela. 
Troppo felice, mi godo un pranzo a base di cioccolata e waffle e poi riparto. 
La gentilezza chiama gentilezza, non c’è niente da fare. Siete d’accordo? 🙂❤️

chiosco libri Itaewon logo

jane agatha

Orario d’apertura: 10:00 – 21:00

Indirizzo: 208, Noksapyeong-daero, Yongsan-gu

Come arrivare: prendi la metropolitana Linea 3 e scendi a Noksapyeong station, uscita 4.

4. Blue Square Book Park

Adiacente a Itaewon, nel distretto di Yongsan, c’è un complesso culturale polivalente chiamato Blue Square (블루스퀘어), dov’è c’è il Blue Square Book Park, uno spazio culturale con una biblioteca di libri specializzati di scienza e arte, aule, una galleria d’arte e caffetterie. Purtroppo, ho scoperto dopo esserci arrivata che il Book Park era chiuso per lavori, ma dato che ha riaperto vale la pena citarlo. L’idea è fantastica: si chiama Book Park perché è concepito come uno spazio dove poter prendere in prestito liberamente dei libri e leggerli sul posto, attrezzato come se il lettore si trovasse in un parco. Altro punto a favore, una caffetteria su ogni piano e la possibilità di bere o mangiare continuando a leggere. Per le dramose, è stata anche location dei kdrama Chicago typewriter e Psychopath Diary

Orario d’apertura: 10:00 – 23:00

Indirizzo: 294, Itaewon-ro, Yongsan-gu

Come arrivare: prendi la metropolitana Linea 6 e scendi a Hangangjin station, uscita 2 o 3. La stazione è collegata direttamente a Blue Square.

5. Arc N BooK

Arc N Book è forse, tra queste librerie, quella che meglio di tutte unisce l’utile al dilettevole. Si trova nel seminterrato del Booyong Eulji Building, in passato di proprietà Samsung ed è famosa per il tunnel di libri più fotografato del mondo, che si trova proprio all’entrata. Un’entrata scenografica che prelude a uno spazio piacevole e molto ben strutturato. È stata pensata, infatti, come un luogo di promozione della lettura, dove fosse possibile condividere la propria passione con altri lettori. Per questo, è divisa in quattro aree tematiche, daily, weekend, style e ispirazioni, e vende anche oggetti per la vita di tutti i giorni. Ovviamente, è stata location di molti kdrama:  nell’episodio 7 di Run OnShin Se-kyung incontra Kang Tae-oh alla cassa della libreria e si siedono alla caffetteria per parlare dei piani futuri. In Live On, all’episodio 2 Go Eun-taek e and Baek Ho-rang ascoltano una canzone nello stand dei vinili. Nell’episodio 4 di Start-Up, Bae Suzy entra in libreria per comprare il manuale per studiare il funzionamento di Sandbox e incontra Nam Joo-hyuk e il suo collega. Nell’episodio 6 di Mother of Mine, Kim Ha-kyung incontra Nam Tae-boo, che sta firmando autografi nel negozio. In Romance is a Bonus Book Wi Ha-joon va lì ogni volta che esce un libro nuovo della casa editrice. Nell’episodio 11 incontra la protagonista, Lee Na-young.

arcnbook arco logo

6. Kyobo Book Store Gwanghwamun

E’ immensa e si trova in pieno centro. La cosa che mi è piaciuta di più? Potete vederlo in foto, qui le persone possono sedersi e leggere quello che vogliono, come se fossero in biblioteca! Ovviamente, anche lei è stata location di kdrama:  nell’episodio 29 di Five enough, Kim Tae-Min e Lee Yeon-Tae, che sono due insegnanti, discutono dei metodi per spingere gli alunni a leggere di più, passeggiando tra le sue navate. Kim Sang-Min le telefona e, come viene a sapere che è lì con un altro, si precipita in libreria. Non sa che l’altro è il fratello!

libreria centro 3

Orario d’apertura: 10:00 – 22:00

Indirizzo: 21, Jong-ro, Jongno-gu

Come arrivare: prendi la metropolitana Linea 5 e scendi a Gwanghwamun.

7. Dongdaemun Secondhand Book Street 

Qui dovete proprio perdervi, non c’è altro da fare. E’ anche un test serio del vostro amore per i libri e librerie, perché bisogna venirci apposta e non è neanche facilissimo da trovare. Ma vale la pena. Sembra un mercatino di libri usati, ma è in realtà una via lunghissima con tanti negozietti dell’usato, uno di seguito all’altro, che hanno interno ed esterno, fuori, dentro, per terra, in alto, stipato di libri, riviste e oggetti vintage. Io ci ho comprato una palla da baseball, per dire. Si trova nelle vicinanze di Dongdaemun (동대문) e di fronte al fiume Cheonggyecheon (청계천) e vi consiglio caldamente di fare una passeggiata lungo gli argini, quando avrete finito di cercare tesori e chicche libresche. E’ l’ideale per respirare lo spirito locale, qui di stranieri se ne vedono pochi, e anche per fare due chiacchiere con gli abitanti, se ve la sentite. A gesti sono bravissimi, e anche noi non ce la caviamo male, vero? 🙂 

second hand book con logo

Orario d’apertura: variabile

Indirizzo: 20, Jangchungdan-ro 13-gil, Jung-gu

Come arrivare: prendi la metropolitana Linea 1 o 4 e scendi a Dongdaemun Station, uscita 9. Il mercatino è a circa 10 minuti di cammino.

***

Il giro delle librerie di Seoul è finito. Che ne pensate? Vi piacerebbe vederle? Ne avete visitata qualcuna? Ne avete altre da segnalare? Scrivetemi nei commenti!

E se poi volete proseguire il giro delle librerie, entrate con me a Bosudong, il labirinto misterioso dei libri.

Leggi anche: 

Autumn in Korea: Corea del Sud, il Paese del Calmo Mattino

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Lo strano caso dell’apprendista libraia – Deborah Meyler

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Quante ne sai? 15 curiosità su Agatha Christie che forse non conosci

Secondo appuntamento con il quiz “Quante ne sai?” dopo quello su Jane Austen. Agatha Christie è così celeberrima che  proporre un quiz su di lei mi sembrava quasi un azzardo. Però, però….sai proprio tutto, tutto, su Agatha? Ricordo le regole: leggi 15 curiosità sulla vita e le opere della dama inglese del giallo e spunta quelle che già conoscevi. Mettiti alla prova con il quiz e poi scrivi nei commenti quante ne sapevi. Solo chi totalizza 15/15 potrà fregiarsi del titolo di Agatha Christie‘s addicted! Pronti? Via!

1) La camera 411 del Pera Palas

Il Pera Palas venne costruito a Istanbul nel 1892 dalla Compagnie Internationale des Wagons-Lits per ospitare i passeggeri dell’Orient Express all’ultima tappa del viaggio. Sembra che nella camera 411 dell’albergo Agatha Christie abbia scritto buona parte di (Murder on the Orient Express) Assassinio sull’Orient Express. Oggi la stanza 411, “The Agatha Christie Room”, è un piccolo museo in onore della scrittrice. L’albergo omaggia la giallista anche nel ristorante, che si chiama non a caso “Agatha”.

2) Bleak House 

Tra i classici, l’autore preferito di Agatha era Charles Dickens, che le ricordava quando la mamma le leggeva Bleak House. Firmò per la MGM una sceneggiatura di Bleak House. Le riprese del film sarebbero dovute iniziare nella primavera del 1962, ma alla fine non se ne fece nulla.

3) Prima scrittrice da 100.000 copie 

Quando nel 1935 furono pubblicati i libri tascabili Penguin, The Mysterious Affair at Styles (Poirot a Styles Court) fu uno dei primi 10 titoli. Nel 1948, fu la prima scrittrice di gialli ad avere 100.000 copie di dieci dei suoi titoli pubblicati da Penguin nello stesso giorno.

4) La prima Miss Marple

La prima Miss Marple televisiva è del 1956. L’episodio A murder is announced (Un delitto avrà luogo) andò in onda una sola volta e solo negli Stati Uniti, all’interno della serie televisiva Goodyear Television Playhouse. Miss Marple era interpretata dall’attrice e cantante britannica Gracie Fields. La prima Miss Marple al cinema è stata, invece, Margaret Rutherford, alla quale la stessa Christie ha dedicato The mirror crack’d from side to side (Assassinio allo specchio).

5) Il primo film 

Il primo film tratto da un romanzo di Agatha Christie è il tedesco Die Abenteuer G.M.B.H. Tratto da The Secret adversary (L’avversario segreto), del 1922, era un film muto, diretto da Fred Sauer e interpretato dall’attore italiano Carlo Aldini e dalle attrici britanniche Eve Gray e Hilda Bayley.

6) La disgrafia

Agatha dettò tutti i suoi romanzi a un assistente. Soffriva di disgrafia, una disabilità dell’apprendimento, che le impediva di scrivere in modo leggibile.

7) Madame Tussauds

Nel 1972 fu immortalata per il museo di Madame Tussauds. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, Agatha Christie posò per Madame Tussaud mentre eseguivano innumerevoli misurazioni, tra cui anche quella del cranio. Ha anche donato un vestito, come era consuetudine. La sua statua di cera per un po’ di tempo è stata esposta con Alfred Hitchcock. Oggi è ancora in mostra, ma le sue statue di cera sono conservate in un’area privata. Due anni fa è stata destinataria di una petizione pubblica perché venisse spostata tra i grandi della letteratura, come Wilde, Dickens e Shakespeare.

8) Le sue fobie

Nella sua autobiografia, l’autrice ha elencato le sue fobie, tra cui folla, musica ad alto volume, feste, fumo di sigaretta, marmellata, ostriche e zampe di uccelli.

9) Donazioni

Agatha frequentava regolarmente la chiesa di Santa Maria Vergine nel villaggio di Churston Ferrers, nel Devon meridionale. Nel 1955, donò alla chiesa i diritti d’autore ricevuti per una storia breve chiamata Greenshaw’s Folly e il suo contributo venne utilizzato per restaurata la vetrata nell’edificio.

10) Autocitazioni

Nel suo romanzo di Miss Marple del 1942, The body in the library, C’è un cadavere in biblioteca, si autocita. Lo fa attraverso il personaggio di Peter Carmody, il quale afferma di amare la narrativa poliziesca e di possedere copie firmate da alcuni autori, tra cui Agatha Christie e Dorothy L. Sayers.

11) I contemporanei preferiti

I suoi scrittori contemporanei preferiti erano l’autrice irlandese Elizabeth Bowen e l’autore inglese Graham Greene.

12) Il New York Times 

Quando morì Hercule Poirot, il New York Times pubblicò il suo necrologio.

13) Il preferito e il peggiore 

Il suo lavoro preferito era Witness for the Prosecution (Testimone d’accusa). Al contrario, ha descritto The mystery of the blue train (Il mistero del treno azzurro) come “il peggior libro che abbia mai scritto”. E c’è un motivo preciso per cui considerava Il mistero del treno azzurro il peggiore ed è strettamente legato alle sue vicende personali. Leggete la biografia e capirete.

14) Beacon cove

A Torquay, di fronte allo yacht club frequentato dal padre, c’è Beacon cove, la baia dove andava a nuotare da piccola, chiamata allora “Ladies Bathing Cove”, e dove rischiò un giorno di affogare, pur essendo un’ottima nuotatrice.

15) Il Pavillion

Agatha amava molto andare ad ascoltare la musica di Wagner al Pavillion, la sala concerti di Torquay. Proprio lì, nel 1913, ricevette la proposta di matrimonio del suo primo marito alla fine di un concerto del compositore tedesco.

 Hai segnato le curiosità che già conoscevi? Quale punteggio hai realizzato? Scrivilo nei commenti! 

Leggi anche: 

Agatha Christie, o la vita avventurosa della Dama in Giallo

Sulle tracce delle grandi scrittrici: a Torquay da Agatha Christie

L’Agatha Christie mile, una chicca per veri giallodipendenti

Tutte le opere di Agatha Christie

Il viaggio letterario: Sulle tracce delle grandi scrittrici