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Book Club P&C: I ponti di Madison County, il nomade e la casalinga

I ponti di Madison County. Abbiamo terminato la seconda settimana di lettura ed è arrivato il momento di concentrarci sui personaggi. Dopo aver commentato tempi e luoghi in cui Robert James Waller ha immerso i suoi protagonisti, ora ci focalizziamo sulle persone.

Robert Kincaid e Francesca Johnson?

Sì, Robert e Francesca, ma non solo loro. Ho preferito non postare un’immagine del film con Clint Eastwood e Meryl Streep per non farci influenzare. Quelli in foto, invece, sono lo scrittore e la seconda moglie, Linda Bow. Vi ho già accennato nelle presentazione del romanzo che la storia personale di Robert James Waller ricalca abbastanza quella di Robert Kincaid, con un finale completamente diverso.

Ma torniamo ai personaggi

Come vi immaginate Robert Kincaid e Francesca Johnson? Cosa sappiamo di loro?

Francesca ha 45 anni. E’ italiana, di Napoli, dove ha conosciuto suo marito, Richard Johnson, un soldato americano. Ha due figli e vive solitaria in una casa di campagna, con il marito agricoltore e due figli adolescenti.

Robert ha 52 anni. Vive in un sobborgo di Washington. Divorziato, gira il mondo scattando fotografie per mestiere.

E gli altri?

E come vi immaginate i consorti, attuali ed ex? Cosa sappiamo di Marian e Richard? E dei figli di Francesca?

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi sta dando, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa sull’ambientazione, cliccate qui:

Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

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Se volete sapere come funziona il Book Club P&C, ecco come partecipare

Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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Book Club P&C: I ponti di Madison County e il Roseman Bridge

rosemanCome anticipato quando abbiamo dato il via al primo romanzo del Book Club P&C, dopo la prima settimana di lettura solitaria, siamo pronti per parlare insieme dell’…ambientazione.

Sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Robert James Waller vi ha comunicato in questa prima settimana. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Siamo nel 1965 

bellingham
Bellingham, Washington

L’ambientazione de I ponti di Madison County, dicevamo: siamo nel 1965 e abbiamo una data precisa. E’ l’8 agosto 1965 quando Robert Kincaid, un fotografo, si incammina verso un viaggio di lavoro. Un viaggio del destino. Robert Kincaid è americano. Chiude il suo piccolo appartamento di due stanze a Bellingham, nello Stato di Washington, sale sul suo pick up e si dirige verso la Route 20. Direzione, senza fretta, Madison County. Qui, nell’Iowa, il giornale per cui lavora vuole che fotografi i ponti coperti della Contea. Ne ha già visti sei, ma quando incontra Francesca Johnson gli manca il settimo.

E’ chiamato Roseman Bridge.

Rosso, un colore un po’ stinto dal sole e dagli anni…

Continuate voi nei commenti, questo è l’inizio di una storia. Robert James Waller come descrive il paesaggio? Siete riusciti a immergervi tramite le sue parole? Vi è sembrato di essere negli anni sessanta, o qualcosa stona?

Sono solo alcuni suggerimenti. Sentitevi liberi di riportare frammenti di testo e le vostre parole. Non ci sono quelle giuste, né quelle sbagliate. Qui quello che importa sono sono le nostre emozioni.

Avete voglia di provare? Aspetto i vostri commenti sotto a questo post!

p.s. ovviamente se l’avete già letto, o se capiterete in futuro su questo post, i vostri pareri sono benvenuti 🙂

Leggi anche: 

Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

Ci siamo. Oggi partiamo con il primo romanzo che leggeremo per il Book Club P&C (penna e calamaro), I ponti di Madison County di Robert James Waller. Un libro al mese, scelto insieme. Parleremo dell’ambientazione, dei personaggi, della storia. Ci confronteremo con sensazioni, modi di pensare, idee diverse dalle nostre. E’ anche questo il bello di condividere e confrontarsi, no? Allora, se siete pronti con il libro in mano, vi lascio qualche dettaglio iniziale sul romanzo che stiamo per leggere e due chicche sull’autore. Alla prossima settimana con altre curiosità sul romanzo e il primo dibattito!

Il romanzo, subito un successo

I ponti di Madison County è un romanzo di Robert James Waller. Pubblicato nel 1992, fu immediatamente un incredibile successo, tanto che nel tempo è arrivato a vendere oltre 50 milioni di copie vendute nel mondo. Successo sicuramente ampliato dall’omonimo film uscito tre anni dopo, con protagonisti Clint Eastwood e Meryl Streep. Ma non solo. Nella copia che ho a casa, ho trovato un biglietto di auguri dove F. scrive a Nonna che le regala I ponti di Madison County perché “E’ un romanzo che sta avendo un grande successo in America. Io l’ho letto e mi è piaciuto, spero che piaccia anche a te“.

Due chicche per partire 

Io spero che piaccia anche a noi del Book Club P&C. Per partire con la lettura, vi lascio due chicche, che forse ci faranno vedere in modo diverso il libro che siamo per leggere. La prima è sull’autore, Robert James Waller. Sembra che nella vita sia stato protagonista di un triangolo simile a quello descritto nel romanzo. Un caso di vita che imita l’arte, e non il contrario. La sua seconda moglie Linda, infatti, era una donna sposata che lavorava nel suo ranch e più giovane di lui di 24 anni. Nel 1997, mentre lui, Linda e la prima moglie Georgia erano in India per un viaggio, sembra che quest’ultima abbia affrontato la questione direttamente, dando ai due la possibilità di spiegarsi. E’ finita con un divorzio e un secondo matrimonio, durato fino alla morte dello scrittore nel 2017.

La seconda chicca è più divertente: quando uscì il romanzo, la rivista National Geographic dovette precisare sul suo sito che nessun Rober Kincaid aveva mai lavorato per la rivista, a causa dei numerosi lettori che chiedevano i suoi reportage.

Vuoi partecipare? 

Se anche tu vuoi partecipare al Book Club P&C leggi qui come farlo.

A.A.A. cercasi lettori per Club di lettura P&C. Ecco come partecipare!

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Sui ponti di Madison County nasce una storia di Natale

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Figlie del mare – le “comfort women” di Mary Lynn Bracht

“Comfort women”. Così venivano e vengono chiamate le donne, o meglio, le bambine coreane, cinesi, giapponesi e filippine, prelevate a forza dai soldati giapponesi durante la seconda guerra mondiale per farne le loro prostitute. Donne di conforto. Un eufemismo per indicare una pagina di storia cancellata per decenni e che solo ora piano piano sta tornando alla luce. Oggi, in occasione del Giorno della memoria, voglio parlarvi di loro, le “comfort women”.

Trama

Corea, 1943. La sedicenne Hana è una haenyeo, una donna pescatrice di Jeju. Fa parte di una stirpe di donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini. Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria. Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera. Corea del Sud, 2011. Arrivata a ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare…

Comfort women 

Già il nome fa ribrezzo, non vi sembra? Donne di conforto per gli uomini che, poveretti, fanno la guerra. Lo so, sono sempre esistite, in tutte le guerre e in tutte le latitudini. In questo caso, però, la cosa grave è che per anni hanno sostenuto che fossero volontarie! E certo, chi di noi non si farebbe deportare per confortare chissà chi? A fatica, e solo recentemente sono uscite fuori le storie delle sopravvissute, secondo me molto parzialmente. Un po’ per l’età delle protagoniste, un po’ per la naturale ritrosia a raccontare vicende così dolorose. Ho rintracciato dei link cinesi e dopo averne letta qualcuna ho dovuto chiudere. Anche se mi riprometto di leggerle tutte.

Figlie del mare 

Tornando al romanzo, le protagoniste sono haenyeo, una figura di cui sto per parlarvi in modo approfondito e che ho conosciuto durante il mio viaggio in Corea del Sud. Il pregio di quest’opera prima è la scrittura, che subito ti trascina nella vita di queste due sorelle, e aver contribuito a far conoscere il dramma vissuto da queste donne. Mary Lynn Bracht è una scrittrice americana di origine coreana e per documentarsi ha trascorso diverso tempo proprio a Jeju. Pur non tacendo alcuni particolari macabri, il tono del racconto è ottimistico e di speranza. Tifiamo tutto il tempo per Hana ed Emi e forse, dico forse, un po’ di luce in fondo al mare c’è. 

Se volete sapere di più sulle donne pescatrici, continuate a seguire Penna e Calamaro e vi racconterò tutto 🙂

A voi è piaciuto Figlie del mare? Raccontatemi nei commenti!

Leggi anche:

http://www.pennaecalamaro.com/2019/10/27/autumn-in-korea/

Le malerbe di Keum Suk Gendry-Kim

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Il Giorno della Memoria, Shoah e non solo

Sui ponti di Madison County nasce una storia di Natale

Una storia di Natale. Un libro non è solo la storia che ci dà da leggere. Un libro ci parla di tante altre storie. Quelle che ha evocato nella mente e nel cuore di chi lo ha letto, quelle che ha visto e che ha ispirato, passando di mano in mano. Spesso un libro è un regalo di Natale e questa, della prima edizione de “I ponti di Madison County”, è una storia di Natale.

8 gennaio 1994

Risale a molti anni fa. Io l’ho comprato qualche giorno fa in un mercatino, senza sapere che, aprendolo, vi avrei trovato un biglietto di Natale.
L’8 gennaio 1994, F. scrive alla nonna per ringraziarla del regalo ricevuto, dispiaciuta per non aver potuto trascorrere il Natale insieme in Italia. Vi ricorda qualcosa? “Dear nonna”, è l’incipit, un incipit che già dice molto di questa storia italo-americana.
I’m sure that you would have liked to have Lorenzo and Susanna in Roma for Christmas, but I hope that you had a happy holiday season anyway“, dice F., che ha provato a scrivere in italiano, rinunciando subito a causa del suo scarso vocabolario. “Non avrei potuto dirti abbastanza“.

Chissà se Nonna è ancora tra noi

C’è una storia di Natale, dietro questo libro, uscito quando ancora non esisteva il film con Meryl Streep e Clint Eastwood che l’ha reso immortale. “E’ un romanzo che sta avendo un grande successo in America. Io l’ho letto e mi è piacuto, spero che piaccia anche a te“. E arrivato a me dopo il film e dopo la visita di Joan a Roma. Chissà cosa avranno fatto, chissà se F. avrà imparato l’italiano, chissà che ne sarà stato delle persone citate nel biglietto. Chissà se Nonna è ancora tra noi. Chissà se ancora oggi, in famiglia, si regalano libri. Spero di sì, ed è uno dei tanti motivi per cui i libri cartacei devono sopravvivere. Perché racconteranno sempre molte più storie di quelle che ci troviamo scritte dentro.

I miracoli di Natale

Forse non sapremo mai cosa ne è stato dei protagonisti. Però, se qualcuno si riconosce, o riconosce qualcuno, in questa storia e in questo biglietto, mi contatti. Magari, alle tante storie che racconta questa prima edizione, ne aggiungeremo un’altra.
Perché i libri non finiscono mai. E neanche i miracoli di Natale.

Buon Natale, lettori! Se avete anche voi una storia di Natale da condividere, lasciate la vostra testimonianza nei commenti 

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Book Club P&C: via alla prima lettura! I ponti di Madison County, di Robert James Waller

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