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Le amiche del venerdì sera – Kate Jacobs

Siamo a metà settimana e venerdì sembra ancora lontano. Mi sono tornate in mente le ragazze che ho visto lavorare la lana nella metropolitana di New York. Allora, niente di meglio che parlare di un romanzo che ha questo giorno nel titolo e un negozio di lana come ambientazione. Quattro chiacchiere con le amiche, un caffè e qualche biscotto: un sogno, vero? La vita della protagonista, però, è tutt’altro che un sogno…

Trama

Tutto è nato un po’ per caso: qualche cliente ritardataria che si trattiene oltre l’orario di chiusura, un paio di consigli sull’arte della maglia che diventano quattro chiacchiere e un caffè. Ed ecco il Club del Venerdì. L’appuntamento è da “Walker & Figlia”, un negozio di filati a Manhattan. Lei è Georgia: mamma single, trentacinque anni o poco più. A ingarbugliarle l’esistenza, il suo ex con un improvviso istinto paterno. E l’ex amica del cuore, che vorrebbe rimediare agli errori del passato. Per fortuna c’è il Club, capace di superare differenze di gusti ed età, riunendo donne in carriera e femministe, signore mature e teenager intraprendenti. Ben presto, le lezioni sul diritto e sul rovescio lasciano spazio a segreti e confidenze, e quelle che erano semplici clienti si trasformano in amiche. Unite da un legame che saprà resistere anche quando sarà la vita a girare a rovescio.

Via lo stress con calze e gomitoli

Sarebbe bello sapere che un negozio così esiste davvero. Un luogo dove la saracinesca non si abbassa all’ora di chiusura e che grazie a ferri e gomitoli di lana ti permette di sfogare le frustazioni della settimana e di iniziare il weekend con allegria, o quantomeno più serenità. Questo è il bozzolo che Georgia e sua figlia hanno saputo creare intorno a un manipolo di clienti molto differenti per cultura ed esperienze di vita, accumunate dal sacro amore per il lavoro a maglia. Non crediate che siano anziane: non lo è Georgia e non lo sono le altre, come la copertina lascia giustamente intuire. D’altra parte, in questi giorni ho visto così tante ragazze sferruzzare nella metropolitana di New York, che ho capito quanta presa abbia ancora, per fortuna, il lavoro manuale. Niente di meglio per scaricare la tensione, soprattutto se come la protagonista sei una ragazza madre che si è fatta da sé.

Un romanzo che procede prima lentamente e poi via via sempre più spedito verso un finale che, francamente, fatico a capire. Come già sapete, ogni romanzo per me deve essere autoconclusivo, anche se ci sono dei seguiti. Questo lo è in parte, perché chiaramente lascia i lettori senza un lieto fine che sappiamo già prima o poi ci dovrà pur essere. Per questo motivo, non ho letto il secondo romanzo e ho lasciato alla mia immaginazione il finale della storia. Ciò non toglie che il libro si lasci leggere con piacevolezza, almeno fino a tre quarti.

Amore e ritorno di Emily Giffin, sposata o libera?

Emily Guffin e il suo Amore e ritorno. Sei sposata. Felicemente sposata. Ti squilla il telefono ed è il tuo ex che si rifà vivo dopo secoli. “Ci vediamo? Devo parlarti”. Tu che fai? Rimani incollata fino all’ultima pagina per sapere come andrà a finire. Succede con Amore e ritorno, di Emily Giffin.

Trama

La vita di Ellen sembra perfetta. Trentatre anni, fotografa, sposata con Andy, l’uomo che ama e che sa sempre tirare fuori il meglio di lei. Tutto fila a meraviglia fino a quando Ellen incontra Leo, che non vedeva da otto anni. Leo, l’uomo che riusciva sempre a tirare fuori il peggio di lei e che, dopo una lunga e appassionata relazione, l’aveva lasciata senza una parola. Leo, l’ex con la E maiuscola, che ovviamente Ellen non ha mai dimenticato. Succede a New York, in un piovoso pomeriggio di gennaio. Due ombrelli che si incrociano per strada. Due persone che si salutano frettolosamente. Niente di più. Ma quell’incontro scatena in Ellen un fiume di emozioni sopite. Quando, poco dopo, Leo decide di rifarsi vivo e in più Andy annuncia di voler tornare ad Atlanta, Ellen comincia a porsi la fatidica domanda: «E se avessi sbagliato tutto?».

New York o Atlanta? Sposata o libera?

Partiamo da una premessa: alzi la mano chi non ha mai pensato a un eventuale incontro con un o una ex. L’Ex con la E maiuscola, quello o quella che ti ha stracciato il cuore in mille pezzi e poi l’ha gettato nel cassonetto dei materiali non riciclabili. Sì, proprio quell’ex. Quante volte avete sognato di incontrarlo mentre siete al top della forma e della vita personale per poterlo schifare una volta per tutte? Ecco, più o meno è quello che succede a Ellen. Solo che l’ex è ancora un gran figo, fa un lavoro figo e gli basta alzare il telefono per sentirsi dire sì a un incontro. Ellen è al top della vita personale: o almeno così sembra. In realtà, la sua vita così perfetta è la vita del marito e della famiglia di lui, sorella del marito migliore amica di Ellen compresa. Andy è la tranquillità, il benessere economico, la vita familiare. E’ Atlanta. Leo è l’incertezza, la frenesia, il talento. E’ New York. Voi, al posto di Ellen cosa avreste scelto?

Prima Andy, poi Leo

Amore e ritorno mi ha tenuto incollata alle pagine fino alla fine, perché all’inizio Emily Giffin mi ha spinto verso Andy, poi decisamente verso Leo, poi ho sperato in un sussulto di carattere da parte di Ellen. Alla fine, non so, non sono convinta fino in fondo che il cerchio si sia chiuso davvero. Forse, non avrei scelto il finale della scrittrice. Probabilmente, opinione meramente personale, le sue origini e il fatto che lei stessa viva ad Atlanta, hanno influenzato non poco gli eventi. M spiego meglio: alla fine, ho avuto la sensazione che dovesse andare così non perché davvero dovesse andare così, ma solo per il rispetto di una visione tradizionale della vita. Un po’ poco, per approvare le scelte di Ellen.

In ogni caso, quello di Emily Giffin un romance che consiglio, orrori di ortografia nella traduzione a parte. Se non altro perché un tuffo nell’ex vita è piacevole. Soprattutto se scopri che, alla fine, non ti manca per niente.

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Real romance – Ginny Baird

Ginny Baird è una scrittrice self americana che ha all’attivo diversi romanzi, credo non tradotti in italiano. E’ anche molto generosa nell’offrire alle sue lettrici dei romance gratis per farsi conoscere. Ne ho scaricati alcuni e ho letto Real romance (che però ora non è più free). Ecco a voi la trama e cosa ne penso.

La trama

L’amore arriva quando meno te lo aspetti. La timida direttrice di una libreria Marie McCloud trascorre ogni notte tra le copertine con un ragazzo sexy…L’eroe di uno dei romanzi rosa che porta a casa dal lavoro e che le piacciono tanto. David Lake è sempre pronto per una sfida fisica. Ma per una intellettuale? Decisamente non è il suo genere. Almeno fino a quando non incontra Marie; David si sente pronto a tutto per attirare l’attenzione della bella bruna. Con un po’ di ricerche, e un sacco di letture, David si prepara a spazzare via tutti i dubbi di Marie. E quelli della sua ingombrante famiglia.

Real romance 

Il titolo è davvero azzeccato. Il romanticismo sprizza da tutti i pori, fin dalle prime pagine. Il romanzo di Ginny Baird è scritto bene e la trama è carina. In più, David e Marie sono due personaggi simpatici, puri e cristallini, senza ombre nella vita. Forse, è proprio tutta questa positività il lato debole del libro. Secondo me, infatti, è un peccato che manchi un sussulto. Nessun brivido, nessun vero punto di rottura. E’ una storia che scorre serena e tranquilla fino al lietissimo fine, intuibile fin dall’inizio, ovviamente. Consigliato a tutte le lettrici che amano le storie super super romantiche, con protagonisti belli e di buoni sentimenti con i quali trascorrere alcune serate rilassanti in buona compagnia. Purtroppo per le lettrici italiane, non credo esista una versione tradotta, ma se masticate un po’ d’inglese non avrete problemi. 

 

 

Quando ti chiama il vento – Barbara Freethy

Quando viaggio in treno, mi piace scegliere dalla piattaforma della compagnia di trasporti un romanzo che mi tenga compagnia, sfidandomi a tentare di finirlo tra andata e ritorno per non lasciare in sospeso la storia. Stavolta è andata benissimo: Quando ti chiama il vento di Barbara Freethy mi ha coinvolto subito e non ho visto l’ora di arrivare all’happy end. Che è arrivato giusto un attimo prima di scendere dal treno per tornare a casa.

La trama

Nella vita di Kate McKenna il vento ha sempre portato cattive notizie. Ogni volta che percuote le cime degli alberi della selvaggia isola di Castleton, o spazza i suoi vicoli acciottolati e le spiagge disseminate di tronchi portati dal mare, un sottile senso di inquietudine si fa strada in lei. Otto anni prima, ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità: spinta dall’ambizione paterna, insieme alle due sorelle ha vinto una gara di vela intorno al mondo. Ma quanto è costata quella vittoria? Qualcosa è successo, qualcosa che ha cambiato in modo irrevocabile le vite di ognuna di loro. Da allora, Caroline scivola lentamente nell’autodistruzione, Ashley non riesce a dominare le sue paure. E Kate, in apparenza la più forte, sembra aver semplicemente deciso di rinunciare alla vita e all’amore, chiusa nella piccola libreria che è diventata il suo rifugio e la sua unica soddisfazione. Ma quando un brillante giornalista, Tyler Jamison, arriva a Castleton a fare strane domande, il passato minaccia di travolgerle. Per Jamison scoprire il loro segreto è l’unico modo che ha per proteggere la sua famiglia e le persone che più ama al mondo.

Nel mondo dei velisti

L’ambientazione mi è piaciuta subito, così come la copertina e il titolo. Barbara Freethy ha scelto un’ambientazione particolare, quella delle gare nautiche e di un’isola soggetta a basse e alte maree, facendo salire su una barca tre ragazze poco più adolescenti alle prese con un padre padrone esperto marinaio, ma altrettanto esperto manipolatore delle figlie. Le quali da adulte si troveranno a dover fare i conti con la propria coscienza e con i guai che l’incosciente genitore ha creato loro. Il libro è avvincente, veloce, parte subito con la sensazione che ci sia qualcosa di grave nell’aria, anche se piano piano tutto si dipana e non è stato difficile intuire abbastanza presto come sarebbe andata finire.

Kate e Tyler, due adorabili…cipollotti  

I due protagonisti sono il mio ideale: lei, Kate, bella e forte. Lui, Tyler, macho al punto giusto e furbo come il mestiere di giornalista impone. I dialoghi sono divertenti e soprattutto Tyler è sempre convincente, è un uomo che sa quello che vuole e come prenderselo. Meno convincenti sono dei particolari da romanzo rosa che la scrittrice usa senza cautele: per esempio, dopo aver spolpato pollo fritto ed essersi buttata sull’insalata di patate, si presume piena di cipolla visto che si trova in america, una protagonista può sapere di VANIGLIA, quando lui la bacia??? 🙂 Anche il finale è coerente con quello che Barbara Freethy costruisce prima. Direi che è il romanzo giusto se volete passare una o due serate in compagnia di una storia romantica, ma non sdolcinata. Unico appunto da lettrice, il personaggio della seconda sorella, Ashley, forse avrebbe meritato un maggiore approfondimento, così come la reazione dei comprimari quando arriva il momento della rivelazione del grande segreto che le sorelle hanno così gelosamente custodito: una confessione così eclatante non può rimanere sotto traccia, anche se sono passati tanti anni. L’aspetto, al contrario, che ho preferito è l’assenza di una vera e propria rottura tra Kate e Tyler, che di solito nei romance non manca mai. Qui i due giovani sanno di aver sbagliato entrambi e tutto sommato accettano le menzogne dell’altro perché, per motivi diversi, in fondo sono due bugiardi. Insomma, il paragone è calzante dato che ci troviamo in ambiente acquatico, sono sulla stessa lunghezza d’onda dall’inizio alla fine.

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http://www.pennaecalamaro.com/2016/11/29/349/

Olive Kitteridge – Elizabeth Strout

Un romanzo per racconti, che ha fatto vincere a Elizabeth Strout il Premio Pulitzer 2009. L’ho trovato in un bar di Courmayeur che partecipa al bookcrossing e l’ho portato a casa. Prima di rilasciarlo, donandolo ad altri lettori che vogliano adottarlo per un po’, vi racconto com’è stato entrare nel mondo melanconico di Elizabeth Strout e della cinica e fragile Olive Kitteridge. Leggete il commento fino in fondo, capirete come mai ci sono due fette sovrapposte di formaggio con i buchi nella foto.

La trama

A Crosby, nel Maine, un piccolo villaggio affacciato sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. Si chiama Olive Kitteridge, ed è un’insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: il figlio Christopher, il marito Henry, i suoi vecchi alunni, i vicini di casa. Con disarmante onestà, in questo microcosmo si susseguono, incontrandosi e più spesso scontrandosi, vicende e situazioni che fanno parte della condizione umana.

Quel che conta è andare avanti, sopportando la fatica di vivere

Parto da una premessa: leggetelo in un momento della vita tranquillo e sereno. Perché malinconia e tristezza vi verranno a bussare alla porta mentre leggete e non vi abbandoneranno fino alla fine. L’argomento principale del libro, infatti, è l’autunno, se non l’inverno della vita. Una provincia americana sonnolenta, gretta e sostanzialmente sconfitta fa da sfondo alle vicende degli abitanti di Crosby, protagonisti di tredici racconti dove solo Olive è sempre presente, o come protagonista, o come comparsa, oppure come figura evocata da un altro personaggio. Olive è l’emblema della società americana: cinica, obesa, estremamente razionale e pratica. Non siamo certo di fronte alla fidanzatina d’America che ci propongono i film: è anziana, non ha peli sulla lingua e fa paura. Fa paura ai suoi alunni, che pure la ricorderanno come un’ottima insegnante, fa paura al figlio, che tra la sua famiglia e la madre metterà km e km di distanza, fa paura al vicinato, che teme il suo giudizio. Sembra forte Olive, e invece è fragile. Non permette a nessuno di scalfire la sua corazza, perché è abituata a tenere il timone e a tenerlo stretto. Ha avuto un’infanzia difficile, aspetto che spiega in parte il suo approccio duro alla vita, e accanto per una vita un uomo docile e benpensante.

E’ una donna sola, Olive, capace di crollare per il gesto gentile di un dentista

Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli schiocchi qualsiasi”. E’ il monito della professoressa Kitteridge che i suoi alunni ricordano in età adulta. “Sto morendo di fame, la fame è ciò che ci accomuna”, ribadisce ormai in pensione a una ragazza sconosciuta, che di fame sta morendo davvero. Forse è proprio questa la cifra del romanzo di Elizabeth Strout: la fame, ottenere qualcosa di più e di meglio, per non sprecare la vita. E’ una fame che accomuna tutte le donne dei racconti. Specularmente, l’assenza di fame accomuna tutti gli uomini dei racconti. Uomini e donne, due universi divisi in due e praticamente inconciliabili. Due mondi che hanno voglie, paure e desideri opposti, per Elizabeth Strout. Gli uomini cercano tranquillità, routine, famiglia. Le donne cercano…cosa? Non si sa, hanno fame ma non sanno di cosa, hanno compagni che non amano, sbagliano con i figli che crescono come egoisti senza speranza. Finché, alla fin fine, non capiscono la vera essenza della vita: passano gli anni, passano le stagioni, quello che possiamo fare è andare avanti, giorno dopo giorno, sopportando la fatica di vivere e di relazionarci con gli altri, facendo i conti e accettando se possibile i nostri difetti, fino alla fine della nostra esistenza sulla terra. Sperando che qualcuno come noi, o anche uno completamente diverso da noi, che in altre circostante non ci avrebbe neanche guardato, appaia sul nostro cammino per camminare insieme come due fette di formaggio svizzero premute insieme, i buchi che ciascuno dei due aveva da dare a quell’unione, i pezzi che la vita ti levava di dosso. E la fame, finalmente placata.

p.s. il quadrotto in foto è una versione con farina di mais  delle piadine che si credevano cotolette. Basta aumentare leggermente la quantità di farina e tagliarle a fette spesse.

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