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‘O Scarpariello degli amanti in terapia

Una delle cose che mi ha incuriosito di più del romanzo Terapia di coppia per amanti di Diego De Silva è l’abitudine dei due protagonisti di farsi due spaghi. Gli amanti vanno sempre di corsa, si sa. Incastrati tra un impegno familiare e uno extra familiare, hanno i minuti contati e devono guardarsi continuamente alle spalle. Non a caso, il piatto preferito dei due amanti in terapia di De Silva è ‘o scarpariello, una pasta super veloce da preparare. Secondo la tradizione, venne inventata dalle mogli degli scarpari. I calzolai, o scarpari, vivevano nei Quartieri Spagnoli di Napoli e spesso venivano pagati in natura dai clienti che non potevano saldare il conto in denaro. Avendo poco tempo per mangiare a pranzo, mogli e sorelle degli scarpari ripiegavano su questa preparazione velocissima ma calda e, soprattutto, gustosa. 

Anche se non avete amanti, sicuramente avrete come tutti i minuti contati. Questo piatto risolve il pranzo in un nanosecondo con pochissimi ingredienti e, soprattutto, è proprio buono. Provatelo e poi scrivetemi nei commenti che ne pensate.

Ingredienti per 4 persone:

  • pasta corta, 400 gr.

  • pomodorini, 500 gr.

  • spicchio d’aglio, 1

  • olio extravergine d’oliva, q.b.

  • sale, q.b.

  • foglie di basilico fresco, abbondanti

  • Parmigiano e pecorino grattugiati, secondo gusto

  • Peperoncino, 1

Procedimento

Tagliate a metà i pomodorini. Nel frattempo, fate soffriggere lo spicchio di aglio con l’olio in una padella. Quando l’aglio è diventato biondo, aggiungete i pomodorini e un pizzico di sale, lasciando cuocere a fuoco basso per circa 10-15 minuti. Nel frattempo fate bollire l’acqua della pasta in una pentola alta. Buttate la pasta e scolatela al dente. Versate la pasta nel sugo che intanto si sarà creato, aggiungete parmigiano e pecorino grattugiato e fate amalgamare. Completate con il basilico, il peperoncino e un filo d’olio a crudo direttamente nei piatti.

Come vi sembra? Ci facciamo ‘o scarpariello per pranzo? 

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Il Cornish pasty, uno street food leggendario

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Terapia di coppia per amanti – Diego De Silva

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L’Albero di Natale di pane, scenografico e buonissimo!

 

Siete invitati a cena e volete fare bella figura? Ecco la ricetta che fa per voi: presentazione scenografica e bontà divina per questi panini aromatizzati che vanno a comporre un albero di Natale di pane fantastico. Fidatevi, successo assicurato!

Sono partita da una ricetta trovata sul web, che però prevede l’uso del lievito di birra, indica un tempo di cottura troppo breve e un po’ meno olio di quanto secondo me serva per assicurare la morbidezza. Ergo, la faccio breve, la ricetta è completamente stravolta, soprattutto perché prevede pasta madre e non lievito di birra. Se usate lievito di birra, male, basta utilizzare le tabelle di conversione che si trovano sul web. Ho testato tutto e la riuscita è garantita. Passiamo quindi alla ricetta,che sotto le feste il tempo di noi donne è sempre troppo, troppo limitato!

Ingredienti:

  • lievito madre, 150 gr

  • farina manitoba, 200 gr, e farina 00, 200 gr (io tutto Molino Gatti)

  • acqua, 210 gr

  • olio d’oliva, 50 gr, e un altro po’ per aromatizzare i panini

  • sale, 8 gr

  • zucchero, 7 gr

  • aglio e aromi a piacere (prezzemolo, rosmarino, origano, maggiorana, basilico,…)

  • ribes (o pepe rosa) e ciuffi di rosmarino per la decorazione

Procedimento:

Sciogliete la pasta madre nell’acqua, poi aggiungete l’olio e mescolate. Aggiungete la farina, il sale e lo zucchero e impastate con forza per circa 10 minuti, fino a ottenere un panetto morbido e liscio. Lasciate riposare un’ora coperto in una ciotola, procedete con un primo giro di pieghe, lasciate riposare 30 minuti, secondo giro di pieghe e mettete il panetto a lievitare per almeno 8 ore a temperatura ambiente, coprendo la ciotola con la pellicola.

Il giorno successivo, tritate finemente gli aromi e mescolateli all’olio che avrete già preparato in una terrina, in quantità e qualità variabili secondo il vostro gusto e quello che avete a disposizione (io ho usato prezzemolo, rosmarino, origano, maggiorana, basilico, timo). Sminuzzate anche l’aglio, meno finemente così potrete rimuoverlo prima di spennellare i panini.

Dividete l’impasto in pezzi da 26 gr e date loro una forma tonda. Passate i panini nell’olio aromatizzato e posizionateli su una teglia a file decrescenti. Iniziate dalla prima fila di 7,poi 6, 5, 4, 3, 2,1. Solo alla fine, mettete gli ultimi due panini, il tronco, in basso al centro. L’albero è costituito da 30 panini e con l’impasto dovreste ottenerne 1-2 in più. Mettete a cuocere anche questi ultimi, separati dagli alberi. Vi serviranno per controllare la cottura degli altri. Lasciate lievitare per 2 ore, fino al raddoppio.

Mentre l’albero lievita, accendete il forno a 180°.

Infornate e lasciate cuocere per 45 minuti circa, o fino a quando la superficie diventa dorata. Prendete uno di quelli singoli e assaggiatelo. Poi infilzate quelli nell’albero con lo stecchino, sia al centro sia sui bordi; se esce asciutto sono pronti. Appena escono dal forno, spennellateli con l’olio aromatizzato e trasferiteli su un vassoio. Tocco finale, la decorazione: ribes o pepe rosa per le palline e ciuffi di rosmarino per i festoni, senza limiti alla creatività.

Non mi resta che augurarvi Buone Feste! E fatemi sapere com’è andata con il nostro alberello!

albero natale 2

Cornish cream tea

In Cornovaglia il rito del tè è una cosa seria, serissima. Non è difficile da comprendere, in una regione dove il freddo penetra nelle ossa e più o meno alle 17, 18 massimo in estate, tutti gli esercizi commerciali chiudono.
Il Cornish cream tea è un’istituzione; è la prima specialità dopo il cornish pasty che il turista assaggia ed è una vera e propria coccola, o auto indulgenza come la chiamano loro.
Il tè, preparato considerando una quantità di almeno due tazze per ogni ospite, arriva in tavola accompagnato da morbidi scones torreggianti, un coltello, e due farciture, clotted cream e marmellata, usualmente di fragole o mirtilli.
Il commensale prende il coltello, divide in due lo scone e, su ogni metà, spalma uno strato di marmellata e uno di clotted cream. In Cornovaglia l’ordine delle creme è rigorosamente questo. Altrimenti, se fate il contrario, state optando per il Devon tea.
Fate attenzione, perché tra Cornovaglia e Devon la guerra sulla paternità di questa delizia è ancora in corso e potrebbero non perdonarvi l’errore. La prima battaglia è stata vinta proprio dalla Cornovaglia, perché a ricevere il bollino DOP dell’Unione Europea è stata proprio la Cornish Clotted Cream DOP, una crema cotta derivante dal latte di mucca non pastorizzato e con almeno il 55% di grassi. Ora capite perché si tratta di auto indulgenza? 🙂

Ingredienti per 8 scones:

  • farina 00, 115 gr. Io Molino Gatti
  • sale, un pizzico
  • bicarbonato, la punta di un cucchiaio
  • scorza grattugiata di un limone
  • zucchero, 1 cucchiaio raso
  • burro, 50 gr
  • lievito madre (anche non rinfrescato), 240 gr
  • latte, 3 cucchiai

Procedimento:

Scaldate il forno a 200°. In una ciotola capiente, mettete farina, sale, bicarbonato, scorza di limone grattugiata, zucchero e amalgamate gli ingredienti con un cucchiaio. Tagliate a dadini il burro freddo di frigorifero e aggiungetelo al resto con la punta delle dita, velocemente, senza scaldare la pasta per evitare che il burro si sciolga. Deve risultare un composto sbriciolato, come un crumble. A questo punto, aggiungete il lievito madre ( o di birra, usate le tabelle di conversione) e il latte. Impastate leggermente, giusto il tempo di rendere il tutto omogeneo. Rovesciate il composto sulla spianatoia e dividetelo in otto pezzi della stessa grandezza. Procedete poi con la formatura, a torretta tonda. Lasciateli riposare per circa un’ora su una teglia. Se avete gli stampini a forma di cono usateli, cresceranno in altezza e non in larghezza come i miei. Se non avete nulla non importa, verranno bene lo stesso. Subito prima di informare, spennellateli con latte o con un uovo sbattuto se li preferite più coloriti. Infornate gli scones finché non diventano dorati. Ci vorranno circa 15-20 minuti, non di più. Appena sfornati, avvolgeteli in un telo, così non induriranno. In ogni caso consumateli appena si freddano, perché inevitabilmente tenderanno a indurirsi con il passare dei giorni. Anche se, in confidenza, non ho potuto testare questa eventualità perché sono stati spazzolati appena usciti dal forno!

Farcitura:

Il cornish cream tea viene servito con due tazze di tè per commensale, gli scones, due ciotole stracolme di clotted cream e marmellata. Ogni ospite taglia a metà uno scone e lo farcisce con marmellata, preferibilmente di fragole o mirtilli fatta in casa, e clotted cream, rigorosamente in quest’ordine, in modo che la crema sia visibile. Quest’ultima è di difficile reperibilità in Italia, e anche di complicata realizzazione in casa, quindi per semplificarvi la vita potete sostituirla con panna, burro o mascarpone se vi piace.

Ah! Quasi dimenticavo la parte più importante della ricetta. Prendetevi tutto, tutto il tempo che volete per lasciare il mondo fuori e gustarvi un sano momento di chiacchiere con i vostri amici o per flirtare con il partner.

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La “Pizza Picasso destrutturata” vince il contest

Non avevo mai partecipato a un contest finora, ma quello del Molino Gatti mi ha ispirato subito. L’azienda di Castiglione del Lago voleva festeggiare l’apertura nella sua cittadina della mostra di Picasso, castiglione 2allestita a Palazzo della Corgna dal 30 aprile al 27 agosto 2017, con un concorso a ricetta libera. Arte e cucina, binomio perfetto per me, sapete quanto ami entrambe. Dopo un weekend di riflessione mi sono messa all’opera e ho creato una pizza dell’amicizia Italia-Spagna, mezza tricolore e mezza giallorossa, come i colori delle due bandiere, perché la mostra celebra appunto i 100 anni dalla venuta in Italia dell’artista. Però Picasso non era tondo, non era quadrato, era…destrutturato! E allora ecco l’idea di spezzettare la pizza per deformarla e darle un aspetto picassiano. Com’è andato il contest? Prima la ricetta, leggete fino in fondo e vi racconterò com’è andata.

Poolish:

  • 120 gr pasta madre rinfrescata
  • 160 gr acqua
  • 120 gr farina manitoba

Impasto finale:

  • 40 gr farina manitoba
  • 200 gr farina tipo 2
  • 200 gr farina integrale
  • 180 gr acqua circa
  • 10 gr malto d’orzo
  • 22 gr olio evo
  • 10 gr sale

Condimento:

  • Polpa di pomodori
  • Burrata
  • Pesto (basilico, pinoli, parmigiano reggiano, olio evo)
  • Formaggio tipo Cheddar

Procedimento

Per l’impasto ho usato come base la ricetta della pizza tonda di Antonella Scialdone, modificandola nel tipo di farina utilizzata e nella quantità di sale, abbassata perché troppo sapida per le mie abitudini alimentari.

La sera prima preparate il poolish

Mettete in una scodella la pasta madre, aggiungete acqua tiepida e con una forchetta o un cucchiaio sciogliere bene il lievito. Aggiungete la farina e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo e molle. Coprite la scodella con pellicola trasparente e lasciate lievitare per 12 ore a temperatura ambiente.

La mattina dopo

Aggiungete al poolish, nell’ordine, l’acqua tiepida meno un cucchiaio, il malto, le farine e mescolare. Aggiungete l’olio emulsionato con un cucchiaio d’acqua preso dal totale e il sale e mescolate bene. Rovesciate l’impasto sulla spianatoia infarinata e lavoratelo energicamente per circa 10 minuti, finché risulti liscio e omogeneo. Formate una palla, coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per un’ora e mezza lontano da correnti d’aria.

Dopodiché, sgonfiate l’impasto e procedete con una serie di pieghe. Coprite e lasciate riposare ancora un’ora, al termine della quale prendete l’impasto e con la spatola spezzatelo in due, formate due pallette e mettetele in due contenitori. Lasciatele riposare in frigo fino al momento di utilizzarle, ricordandovi però di toglierle almeno due ore prima di infornare.

La farcitura

Mentre lei riposa, voi accendete il forno alla massima temperatura e preparate la farcitura. Per la pizza Picasso ho spezzettato la burrata, lasciandola in pezzi grandi perché così mi piace, il formaggio cheddar e ho preparato il pesto, anche se ovviamente potete utilizzare quello già pronto. Per le dosi del pesto sono andata a occhio, come tutte le salse inserisco gradualmente gli ingredienti finché il mix di profumi soddisfa il palato. Ho scelto il Cheddar per dare il colore alla bandiera spagnola, ma potete sostituirlo con il tipo che più vi piace, soprattutto perché non è sempre facile trovarlo.

La cottura

All’ora x, cioè quando manca mezz’ora al momento di andare in tavola, sulla spianatoia leggermente infarinata stendete ciascuna pallina facendo pressione con le mani partendo dal centro e andando verso l’esterno, facendo attenzione a non schiacciare le bolle che si saranno formate e a non strappare la pasta. Arrivati allo spessore e alla larghezza desiderata, trasferitele su una teglia e conditele. Stendete uno strato uniforme di polpa di pomodoro e poi aggiungete su metà la burrata e sull’altra metà il formaggio Cheddar. Dopo un quarto d’ora aprite il forno e controllate che cornicione e retro siano ben cotti, altrimenti prolungate di qualche minuto.

Destrutturatela come farebbe Picasso

pizza picassoDopo averla sfornata, la trasferite in un piatto grande e la tagliate a pezzi irregolari che poi dovrete ricomporre (per l’effetto destrutturato). E’ anche comoda da servire se avete gli ospiti, perché ognuno prenderà il pezzo che gli piace di più per forma. Unica accortezza, il lavoro di taglio dev’essere finito in tempi record, altrimenti servirete una pizza fredda! Ultimo tocco a completamento, il pesto, che da un cucchiaino farete colare su metà pizza come se fosse un quadro astratto, e un goccio di olio extravergine di oliva su tutta la superficie.

logo gattiComunque, il contest alla fine l’ho vinto! E sì, sono tanto soddisfatta, perché ora ho tantissima farina da utilizzare per i miei pasticci e una ricetta sicura quando ho voglia di una pizza speciale. Provatela e poi mi direte.

 

 

 

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Margherita dolcelunedì

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La torta di banana di Candy Candy

Candy Candy era un’appassionata di torta di banana, lo sapevate?

“...Oh, Archie aveva proprio ragione, avrei dovuto sfruttare meglio quei dodici minuti! Forse ci sarebbe stato il tempo per andare in una caffetteria a prendere un tè e a mangiare un muffin…

La mente di Candy non si limitò a immaginare i muffin,ma anche gli scones e la torta di banana”.

Sono quasi certa di non aver mai mangiato una torta di banana in vita mia, forse perché è talmente zuccherina che mangiata al naturale è gustosa come un dessert, ma se Candy addirittura la sogna, non potevo certo esimermi dal provarla. In più, in un certo senso, è una torta svuotafrigo, perché almeno a me capita spesso di avere in casa banane che stanno diventando troppo mature, un po’ di farina avanzata e qualche uovo fresco.

Il risultato è un dolce soffice, aromatico, semplice negli ingredienti e da realizzare. Insomma, se avete voglia di una colazione diversa, oppure una merenda golosa ma non troppo calorica è perfetta. A meno che non decidiate di accompagnarla con una noce di panna o una pallina di gelato. Vi dirò, un peccato di gola che possiamo concederci, siete d’accordo?

Ingredienti:

  • 2 o 3 banane mature
  • uova, 3 medie
  • zucchero di canna, 160 gr.
  • latte, 3 cucchiai
  • farina 00, 260 gr.
  • lievito, 1 bustina
  • cannella, 1 cucchiaio raso
  • burro, 100 gr.
  • noci, 3

Procedimento:

Schiacciate le banane con una forchetta fino a renderle poltiglia e, nel frattempo, sciogliete il burro in un pentolino così avrà il tempo di raffreddarsi prima di aggiungerlo all’impasto. Tritate le noci, o altra frutta secca a piacere. Accendete il forno a 180°.

Come al solito, partite dagli elementi liquidi. Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete la purea di banane al composto continuando a mescolare. Aggiungete la farina e il lievito setacciati, aggiungete i cucchiai di latte e le noci e mescolate. Infine, spolverate di cannella e versate il burro, continuando a girare  fino ad amalgamare il tutto.

Imburrate e infarinate una tortiera e cuocete in forno per 35′ circa. Sfornate quando lo stecchino esce asciutto e lasciate raffreddare.

Poi, servitevi una bella fetta. Chissà che il tenebroso Terence non appaia all’improvviso per dichiararvi il suo amore! <3

torta 2

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Candy Candy il libro, di Keiko Nagira