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La vita in quarantena: il racconto di Skywalker

Galeotto fu l’aperitivo…già, uno di quei famigerati aperitivi che solo a sentirli nominare oggi ci fanno rabbrividire. Eppure per qualcuno, prima della chiusura totale, proprio un incontro ravvicinato ha segnato l’inizio di una storia d’amore. Questa la trama del racconto che Skywalker, si è firmato così, mi ha mandato per partecipare a Scrivi il tuo racconto in quarantena. Chissà se quello che ha scritto è solo fantasia, oppure se davvero oggi è in qualche appartamento romano che tenta di sfuggire alla geolocalizzazione.

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Mariangela non credeva che Nick, il ragazzo con cui stava chattando su Tinder, si chiamasse veramente Nick.

“Se non ci credi vengo in quel Bistrot di Trastevere dove stai adesso”, le scrisse lui sapendo che lei, dopo qualche secondo di silenzio, avrebbe accettato. “Però facciamo finta di conoscerci già, sto con degli amici e non voglio che sappiano che sto su Tinder”.

“Ok, così evito la brutta figura anche io. Ci siamo conosciuti quando sei venuta a Milano per lavoro”.

La geolocalizzazione aveva funzionato, i filtri un po’ meno, infatti Nicola, perché così si chiamava e per questo aveva scelto Nick come nick, riconobbe subito Mariangela al tavolo del bistrot mentre stava consumando l’aperitivo con due amici. La risata di Mariangela alla scoperta del motivo per cui Nick era veramente nick rese subito chiaro a entrambi che questo primo appuntamento era destinato a finire bene. Lo capirono anche Enzo e Laura, che dopo un po’ li lasciarono soli davanti al secondo spritz della serata, mentre l’ora dell’aperitivo era ormai passata. “Tanto domani Milano riparte” era una delle battute della serata che dava a entrambi la scusa per poter concludere il tutto con leggerezza nell’appartamento romano di Mariangela.

La mattina dopo, però, mentre Nicola le stava preparando il caffè prima di riprendere il volo per Milano, Mariangela iniziò a tossire e starnutire.

“Questo caffè non sa di niente, ma non è per te” gli disse prima di misurarsi la febbre e scoprire che aveva 37,5.

Milano riparte si diceva in quei giorni per scacciare la paura del Coronavirus, d’accordo, ma prima di ripartire Milano, anzi Nick, accompagnò Mariangela a farsi controllare.

“Tampone negativo, ma quarantena. Puoi andare, grazie, per un po’ non avrai bisogno di Tinder per sapere dove sono”.

“Ti riporto a casa, meglio che non prendi l’autobus”.

“Ma come fai con l’aereo?”.

“Non so se lo prendo. Prima, mentre eri dal medico, ti ha chiamato per quattro volte Enzo. Alla quinta, ho risposto, pensavo fosse importante. E lo era: anche Laura si è sentita male stamattina, ma il suo tampone è positivo, quindi stanno tutti in quarantena. E devono starci naturalmente tutti coloro che erano al tavolo ieri”.

E’ passato quasi un mese. Mariangela è in cassa integrazione e fa yoga. Nick fa smartworking per la sua azienda milanese e guarda “La casa di carta”. Stanno entrambi bene, la geolocalizzazione alla coreana non li troverà mai. Quando tutto questo sarà finito, racconteranno al mondo di come iniziò la loro convivenza.

Testo di Skywalker

Foto di Huy Phan

Vuoi partecipare all’iniziativa Scrivi il tuo racconto La vita in quarantena? Prendi carta e penna e segui le istruzioni.

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