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Il Pachinko di Min Jin Lee e quello di Lee Min-ho

Pachinko, di Min Jin Lee, il romanzo che stiamo leggendo nel BookClubPeC. La moglie coreana nell’edizione italiana. Nelle settimane precedenti, abbiamo parlato dei personaggi e commentato tempi e luoghi in cui Min Jin Lee ha immerso i suoi protagonisti. Ora abbiamo terminato la terza settimana di lettura e, se abbiamo proseguito senza impedimenti, dovremmo essere giunti a a 3/4 del romanzo. Quindi, possiamo iniziare a dire qualcosa sulla storia in sé. Come di consueto, vi lascio sotto qualche spunto di riflessione. Ai lettori la parola. E alla fine, una novità dramosa.

I pregi e i difetti secondo me 

Vi anticipo quella che è la sintesi del mio commento al romanzo, di cui magari vi parlerò più diffusamente la settimana prossima, a fine lettura. Min Jin Lee ha studiato attentamente un’epoca storica e averla descritta nei minimi dettagli. Purtroppo, se la parte documentale non ha mai mostrato incertezze, la parte romanzata al contrario a un certo punto ha cominciato a mostrare crepe evidenti. Min Jin Lee non riesce a entrare in empatia coi suoi personaggi e neanche io, per la verità. Dalla metà in poi, il romanzo diventa un racconto didascalico di avvenimenti, senza pathos. Anche le tragedie più grandi scorrono in fretta, una o due righe e via, al prossimo evento.

La storia vi convince?

La vostra lettura, invece?  Come prosegue? State incontrando difficoltà o vi piace quello che leggete? La vicenda della famiglia Baek vi appassiona, o in alcuni punti vi sembra un po’ forzata, come sta succedendo a me?

E lo stile con cui la scrittrice Min Jin Lee racconta? 

Vi piace? O avreste preferito un altro modo di narrare?

E adesso la novità dramosa: Pachinko diventerà un kdrama

Mentre ci avviamo alla chiusura, vi do una notizia dramosa abbastanza fresca: Pachinko diventerà un kdrama. Andrà in onda su Apple tv, e speriamo su altre piattaforme a seguire, e tra i protagonisti…udite udite…ci saranno Lee Min-ho nella parte di Hansu e Youn Yuh-jung, l’attrice recentemente premiata con l’Oscar per Minari, nella parte di Sunja. Che ne dite? Io sono molto, molto curiosa! 

Commentate sotto al post 

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il Pachinko vi sta dando, in positivo o negativo. Vi prego solo di badare più alla sostanza che alla forma. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa su personaggi o ambientazione, o se volete sapere come funziona il Book Club P&C, cliccate sotto:

La moglie coreana, sorellanza che non si spezza

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La Korea Week ufficiale e quella di Penna e Calamaro!

La Korea Week torna in Italia per il sesto anno consecutivo, una vera full immersion sulla Corea organizzata dall’Istituto di Cultura Coreano di Roma. Anche quest’anno il programma è ricco e interessante anche se solo online, a causa delle restrizioni Covid. Di seguito tutti i dettagli per vivere una settimana diversa dal solito, a contatto con le tradizioni e le usanze di una Nazione così lontana, ma per certi versi così simile alla nostra. Non ci credete? Provare per credere. Al programma dell’Istituto, infatti, aggiungo la mia personale Korea Week su Penna e Calamaro. Vi farò scoprire questo mondo meraviglioso parlandovi del mio viaggio in Corea del Sud, delle ricette che ho imparato a preparare e, ovviamente, dei libri che leggo. Pronti? Iniziamo dal programma ufficiale! 

Cinema 

L’Istituto Culturale Coreano di solito propone un film al mese, scelto accuratamente tra l’immensa proposta del cinema coreano. Per la Korea Week raddoppia e ne propone due in streaming: Blind di Ahn Sang-hoon, un thriller, e Castaway On The Moon, un film di Lee Hae-jun, una bizzarra favola metropolitana, raccontata con stile eccentrico e ricca di momenti comici.

Attenzione! I film saranno disponibili gratuitamente solo agli iscritti alla newsletter dell’Istituto Culturale Coreano, che fornirà per e-mail la password. I film saranno visibili dal 24 maggio ore 16.00 fino al 28 maggio, sempre ore 16.00. Ci si può iscrivere alla newsletter mandando un’e-mail a cinemacoreano.icc@gmail.com. 

Cucina 

Sabato Sabato 29 maggio 2021 lo chef Fabrizio Ferrari, conosciuto in Corea del Sud per aver partecipato a una sorta di Masterchef coreano, terrà una video lezione  su salse e condimenti (yangnyeom) tipici della cucina coreana. Parlerà di Ganjang (salsa di soia), doenjang (pasta di soia) e gochujang (pasta di peperoncino), oli vegetali aromatici come Chamgireum (olio di sesamo) e deullgireum (olio di perilla).

Moda

Giovedì 27 maggio è previsto uno degli appuntamenti a mio avviso più interessanti, quello con la moda ecosostenibile di Danha, la designer che ha disegnato l’hanbok, il vestito tradizionale coreano,  delle Blackpink, il gruppo kpop femminile più famoso nel mondo. Danha presenterà, per la prima volta in Italia, la propria moda ecosostenibile che ha fatto del vestito tradizionale coreano rivisto in chiave moderna il proprio simbolo. 

Arte

Ricco anche il programma artistico. Venerdì 28 maggio ore 19.00 (con video disponibile fino a domenica 30 maggio) è previsto in streaming lo spettacolo per bambini Doodle PopIn questo spettacolo, la pittura a mano incontra l’arte dello schermo e la magia degli scarabocchi. Due ragazzi birichini disegnano degli animali su un enorme muro di lavagna schizzando goccioline d’inchiostro e queste, grazie ad un proiettore, iniziano a muoversi prendendo vita. 

Inoltre, da mercoledì 26 maggio sarà disponibile, in un video a 360°, la mostra Le Nove Sedie: Cento capolavori dell’artigianato coreano. La mostra, promossa anche dall’Ambasciata della Repubblica di Corea in in collaborazione con Seoul Design Foundation, Associazione Culturale per le Opere di Artigianato Reale e Korean Royal Heritage Gallery, sarà realizzata in contemporanea a Seoul in versione live. 

La mostra si ispira all’eccellenza del design italiano, 9 celebri designer italiani hanno ispirato altrettanti maestri artigiani per produrre per produrre con materiali e tecniche tradizionali 9 sedie alle quali si aggiungono altre 91 opere di pregiata arte manifatturiera.  

Ulteriori informazioni

Trovate il programma completo della Korea Week sul sito dell’Istituto di Cultura Coreano in Italia.

Leggi anche: 

 Come vi ho detto, anche io parlerò di Corea del Sud per tutta la settimana. Vi do un assaggio con questo tag, a cui aggiungerò piano piano informazioni fino a domenica. Buona Korea Week a tutti! E se volete informazioni, o anche solo commentare quello che vivrete, scrivetemi nei commenti 🙂
http://www.pennaecalamaro.com/tag/corea-del-sud/

La moglie coreana, sorellanza che non si spezza

La moglie coreana è il romanzo che stiamo leggendo per il BookClubPeC di maggio. Siamo a metà dell’opera e ormai i personaggi hanno preso vita. Dopo aver commentato tempi e luoghi in cui Min Jin Lee ha ambientato la sua storia, ora ci focalizziamo sulle persone.

La famiglia Baek

Stavolta i protagonisti non sono una coppia, ma un’intera famiglia, la famiglia Baek, di cui seguiamo la vita per generazioni. . Come ve li immaginate? Cosa sappiamo di loro?

Sunja all’inizio del libro è una giovanissima coreana che rimane incinta di Hansu, più grande di lei e già sposato. Sunja è ingenua, sì, ma eticamente incorruttibile. Non vuole diventare l’ennesima amante di un uomo ricco e accetta di seguire Isak in Giappone. E di sposarlo. 

Isak è un uomo cagionevole di salute, profondamente religioso e molto buono. Proviene da una famiglia che una volta era benestante ed è elegante nei modi. Vuole aiutare Sunja e la mamma, che hanno fatto molto per lui. Per questo sposa Sunja e raggiunge il fratello a Osaka.

Kyunghee è la cognata di Sunja, la moglie del fratello di Isak, Yoseb. E’ più grande di Sunja e diventa subito la sua Onnie (Onnì la pronuncia in italiano), la sorella più grande secondo il complesso vocabolario dei nomi familiari coreani. E’ una donna pratica e molto devota al marito e, negli anni, lei e Sunja diventeranno l’una per l’altra le colonne cui appoggiarsi per fronteggiare la vita.

Yoseb è il fratello di Isak. Un uomo che della protezione della sua famiglia ha fatto un credo, che porta avanti nonostante tutto e tutti. Un uomo disposto a lavorare a testa bassa, e a farsi mettere i piedi in testa, pur di non perdere il precario equilibrio che ha raggiunto nella società.

Hansu è forse il personaggio che mi ha colpito di più. Enigmatico, scaltro, è un coreano che è riuscito a farsi valere in Giappone, usando tutte le risorse a sua disposizione, criminali e non. E’ forse il personaggio che rimane più coerente con se stesso, dall’inizio alla fine. E anche quello che riesce a leggere i moti della storia e della società meglio di tutti gli altri. Questo, però, non gli garantisce la felicità.

E voi? Cosa pensate di Sunja e gli altri?  

Come vi ho già detto, sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro di Min Jin Lee vi sta dando, in positivo o negativo. Non fatevi bloccare dalla timidezza, più riusciamo a esprimerci liberamente e più una lettura condivisa acquista valore.

Aspetto i vostri commenti qui sotto! 🙂 

Se volete recuperare o aggiungere qualcosa sull’ambientazione, cliccate qui:

La moglie coreana tra i venti taglienti di Busan

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La moglie coreana tra i venti taglienti di Busan

Per il Book Club, stiamo leggendo La moglie coreana, di Min Jin Lee. Dopo la prima settimana di lettura solitaria, o qualcosa di più, siamo pronti per parlare insieme dell’ambientazione.

Sentitevi liberi di commentare sotto il post le vostre sensazioni, perplessità, emozioni, e tutto ciò che il libro della scrittrice americana vi sta trasmettendo, in positivo o in negativo.

Il romanzo inizia nel 1910 

E finisce nel 1989. Inizia in Corea, e precisamente a Yeongdo (Iondò in italiano, 영도), un isolotto di circa otto chilometri nella baia della città portuale di Busan, e finisce in Giapppone, a Tokyo. Comincia raccontandoci la storia del matrimonio combinato tra Hoonie e Yangjin e la nascita di Sunja, la protagonista che poi seguiremo per (quasi) tutto l’arco della vita. La vita sull’isola non è facile: “la piccola locanda era sferzata da venti taglienti, e le donne imbottivano gli indumenti infilando dell’ovatta tra gli strati di stoffa. In tutto il mondo c’era la cosiddetta Depressione, affermavano i pensionati, ripetendo quanto avevano sentito al mercato da chi sapeva leggere i quotidiani“. Non è facile sull’isola, ma neanche la prospettiva di emigrare rappresenta una soluzione: “la povertà era la stessa in America, in Russia o in Cina. E, in nome dell’imperatore, anche in Giappone la gente comune viveva di stenti e così nella Corea occupata“.

Osaka

Qualche anno dopo, ritroviamo Sunja a Osaka. Perché ci sia andata e con chi lo scopriremo la prossima settimana, quando parleremo dei personaggi. Per ora, andiamo avanti con l’ambientazione.  Aspetto i vostri commenti: Min Jin Lee come descrive il paesaggio? Siete riusciti a immergervi tramite le sue parole? Vi è sembrato di essere con Sunja in una remota isola asiatica? Vi piacerebbe vedere com’è oggi Busan? E il distretto coreano di Osaka?

Sono solo alcuni suggerimenti. Sentitevi liberi di riportare frammenti di testo e le vostre parole. Non ci sono quelle giuste, né quelle sbagliate. Qui quello che importa sono sono le nostre emozioni.

Avete voglia di provare? Aspetto i vostri commenti sotto a questo post!

p.s. ovviamente se l’avete già letto, o se capiterete in futuro su questo post, i vostri pareri sono benvenuti 🙂

Leggi anche: 

A maggio leggiamo Min Jin Lee e il pachinko

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A maggio leggiamo Min Jin Lee e il pachinko

Il Book Club PeC lascia, ma non del tutto, l’ambientazione americana e, per la terza lettura, si avventura in Asia. Un libro al mese, scelto insieme. Stavolta, leggeremo La moglie coreana dell’autrice americana, di origine coreana, Min Jin Lee.  Parleremo dell’ambientazione, dei personaggi, della storia. Ci confronteremo con sensazioni, modi di pensare, idee diverse dalle nostre. E’ anche questo il bello di condividere e confrontarsi, no? Allora, se siete pronti con il libro in mano, vi lascio qualche dettaglio iniziale sul romanzo che stiamo per leggere e un’avvertenza su cosa l’abbia ispirato. Alla prossima settimana con altre curiosità sul romanzo e il primo dibattito!

Pachinko

La moglie coreana, Pachinko nel titolo originale, è un romanzo di Min Jin Lee, un’autrice americana nata nel 1968 da una famiglia di origine coreana. Ormai per me è una condanna, anche stavolta ritengo Pachinko un titolo più azzeccato per la storia che racconta? Perché? Ne parleremo durante la lettura, magari alla fine. Intanto, vi dico che il pachinko è una sala giochi, un business considerato equivoco.

pachinko-parlor

Prima di partire 

E’ la stessa Min Jin Lee, nella prefazione, a spiegarci come le è venuta l’idea per questo romanzo: “ero al terzo anno di università, nel 1989, e un giorno assistetti a un ‘Master’s Tea’, una lezione tenuta da un relatore d’eccezione ospite di Yale. Un missionario americano che svolgeva il proprio operato in Giappone teneva una lezione sugli zainichi, un termine spesso usato per descrivere i giapponesi di origine coreana che erano migranti di epoca coloniale, oppure loro discendenti. Il missionario parlò di questa lunga storia e raccontò la vicenda di un ragazzino delle scuole medie il cui nome era stato infangato all’interno dell’annuario scolastico per via delle sue origini coreane. Il ragazzino si era lanciato da un edificio ed era morto. Non lo dimenticherò mai. Dopo aver abbandonato la carriera legale, fin dal 1996 ho deciso di scrivere dei coreani che vivono in Giappone”. 

Vuoi partecipare? 

Sei capitato qui per caso, ma vorresti saperne di più? Se anche tu vuoi partecipare al Book Club PeC leggi qui come farlo. Unico requisito: tanta voglia di leggere.

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