Archivi tag: autrici

Come parole nel vento – Diane Chamberlain

Con The Midwife’s Confession (La confessione dell’ostetrica), che nella versione italiana diventa Come parole nel vento, ho conosciuto Diane Chamberlain. Quest’autrice americana, con 25 romanzi all’attivo, esplora la psiche femminile costruendo storie in cui le donne sono assolute protagoniste. In Come parole nel vento, due amiche scopriranno che la terza non era proprio chi diceva di essere. O meglio, chi loro pensavano che fosse…

Trama

Ogni azione, ogni decisione, innesca reazioni a catena imprevedibili. Noelle, Emerson e Tara sono tre donne molto diverse, ma amiche inseparabili da più di vent’anni. Hanno condiviso gioie e dolori, sostenendosi a vicenda nei momenti bui. Credono di sapere tutto l’una dell’altra. Ma quando Noelle, eccentrica levatrice, si toglie la vita senza aver mai dato il minimo segno di disagio, Emerson e Tara si rendono conto che, dopotutto, non la conoscevano affatto. Questo gesto apparentemente inspiegabile, altro non è che il risultato di un errore lontano. E a mano a mano che cercano di mettere insieme i tasselli della vita dell’amica, emergono verità che sconvolgeranno la loro esistenza.

Cosa sappiamo davvero degli altri? 

Cosa sappiamo davvero degli altri? Niente. O meglio, quello che loro decidono di farci sapere. Soprattutto, una volta che i loro segreti vengono a galla, su quali aspetti siamo disposti a passare sopra? Riassumerei così il punto centrale del romanzo. Noelle e i suoi errori danno vita a una serie di cambiamenti nelle esistenze delle persone che ruotano intorno a lei. Ma chi è davvero Noelle? Un’ostetrica, un’amica e una zia premurosa? Oppure una codarda che pur di coprire una disgrazia sarebbe disposta a tutto? Un’eccentrica, libera, donna? O una persona in preda a sensi di colpa insopportabili, come il suo mal di schiena? Dopo il suo suicidio, tocca alle sue amiche di sempre Tara ed Emerson darsi una spiegazione. Una spiegazione che, purtroppo per loro, non tarderà ad arrivare. Saranno pronte a fronteggiare l’urto della verità e a rimanere unite? Insieme a loro, lottano per capire e capire se stesse le due figlie adolescenti, Jenny e Grace. Anche nelle loro vite irrompono grandi cambiamenti, che forse le costringeranno a crescere prima del previsto.

Colpi di scena

Il romanzo di Diane Chamberlain è ricco di colpi di scena e accelera il ritmo con il susseguirsi delle scoperte e delle reazioni di Emerson e Tara, ma anche di Jennie e Grace. Sarà proprio quest’ultima a scatenare degli eventi che avranno delle conseguenze impreviste. Un buon romanzo, in cui l’autrice maneggia con sapienza flashback, indizi, liti e riappacificazioni, il difficile rapporto con la maternità e le sue declinazioni, il complicato rapporto tra amiche di una vita. Il risultato, però, non è angosciante, anche grazie alla prevedibilità di alcuni risvolti, che chi legge non faticherà a cogliere prima dei protagonisti.  L’unica cosa che mi dispiace è la quasi totale mancanza delle figure maschili, che in questa complessa costruzione avrebbero potuto e dovuto, secondo me, avere un ruolo più incisivo. Come avrebbero dovuto essere esplorati di più alcune storie secondarie e parallele che rimangono, invece, nel limbo. Come mai? Forse perché i protagonisti non ci sono più, oppure perché l’autrice voleva lasciare i suoi personaggi ignari, per non turbarli più di quanto già non fossero. Certo è che il lettore chiude il libro conoscendo dei fatti che alle protagoniste restano taciuti e questo lascia un sapore di sale in bocca. Come parole al vento, appunto. 

Rosamunde Pilcher, Settembre, il mese dei nuovi inizi

Stasera in televisione trasmetteranno l’ennesima replica di un film tv in quattro parti ispirato al romanzo Settembre, di Rosamunde Pilcher. Improvvisamente, mi sono resa conto di non avervi mai parlato del libro. E’ ora di rimediare e di preparare cioccolata e biscotti, prima coprirsi con un plaid e gustare ancora una volta una storia che più romantica non si può.  Peccato solo che manchi il camino…

Trama

Settembre è il mese dei nuovi inizi, il mese che in Scozia chiude una corta e piovosa estate e che prelude all’inverno della  brughiera. A maggio i Balmerino e gli Aird ricevono un invito per la festa da ballo degli Steynton: “A casa, per Katy”. La festa per i 21 anni della ragazza si tiene a settembre, il mese dei nuovi inizi e della fine dell’estate, e segnerà un profondo cambiamento nei protagonisti. In Violet, ormai anziana ma che veglia ancora sul clan, in Virginia Aird ed Edmund, con un matrimonio profondamente in crisi, in Alexa, che ha appena conosciuto l’amore, in Archie, che non hai mai dimenticato gli orrori della guerra. E, forse, in Pandora, la bella e misteriosa Pandora, che dopo venti anni di esilio all’estero torna a Strathcroy per scompigliare ancora una volta la vita di chiunque incroci la sua strada.

Un romanzo magnificamente corale

In questo romanzo corale, i personaggi sono splendidamente vivi. Sembra davvero di essere lì con loro, nel villaggio scozzese in cui vivono, nelle tenute che amministrano, con alterne fortune. E poi Pandora, la conturbante Pandora, è un personaggio che mi ha catturato subito. Bellissima, magrissima, un’anima senza pace, torna dopo anni di assenza. Perché? Cosa cerca Pandora? Forse un riavvicinamento al suo grande amore giovanile Edmund? Cosa farà Virginia se queste sono le intenzioni di Pandora? La sofisticata americana è in piena crisi: ama il marito, ma l’educazione del figlio sta diventando un muro contro muro. Adoro anche Alexa, la sgraziata figlia di Edmund, capace di creare magie ai fornelli. Riuscirà a conquistare il cuore del cinico Noel, oltre al suo letto? Oppure Noel è in cerca solo di un consistente patrimonio da amministrare?

La tempesta nel cuore

Attorno, si muovono personaggi e situazioni in un’armonia cui fa da sfondo la campagna scozzese, con i suoi colori vividi e i picnic all’aperto, con le sue grandi distanze e le sue violente tempeste. Le stesse bufere che muovono i gesti e le parole dei protagonisti. Sarà un evento tragico, per ironia della sorte, a sistemare tutte le tessere del puzzle nel posto giusto.

Meraviglioso

Meraviglioso. Incantevole è dire poco. Nonostante sia ambientato in Scozia e non in Cornovaglia, Settembre è senza alcun dubbio il mio romanzo preferito di Rosamunde Pilcher e uno dei miei favoriti in assoluto. Sono innamorata dei personaggi, ho sofferto, pianto e sospirato proprio come loro e con loro. Se vi piacciono le storie romantiche, se amate le saghe familiari e se, soprattutto, avete voglia di una storia d’amore scritta in modo magistrale, vi consiglio caldamente di aprire Settembre e iniziare a leggerlo. Se l’avete già fatto, scommetto più di una volta, lasciatemi il vostro commento in basso e ditemi se siete d’accordo con me. Su Penna e Calamaro trovate anche la biografia della scrittrice, che ho scritto dopo essere tornata dalla Cornovaglia: date un’occhiata. Vi assicuro che Rosamunde Pilcher ha avuto una vita più avventurosa dei protagonisti dei suoi romanzi!

Curiosità

Nel 1996 dal romanzo fu realizzato un film con un cast internazionale. Il titolo è Il segreto di Pandora, interpretato da  Jacqueline BissetEdward FoxMichael York.

Altri libri della stessa scrittrice

Il giorno della tempesta – Rosamunde Pilcher

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Voci d’estate – Rosamunde Pilcher

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Leggi anche:

Rosamunde Pilcher, una vita da romance

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Marito amante – Sylvia Day

Marito amante di Sylvia Day. Ecco uno di quei romanzi che mi ha posto di fronte all’eterno dilemma: lascio o non lascio? Alla fine non ho lasciato e posso raccontarvi qualcosa di un romanzo che la copertina definisce “erotico” e primo della scrittrice a essere inserito nella collana Extra passion di Mondadori.

Trama

Lady Isabel Pelham e il marchese Gerard Faulkner sono la coppia più scandalosa di Londra. Isabel è rimasta vedova da poco, Gerard è perdutamente innamorato di una donna già sposata: per sfuggire alle pressioni imposte dalla società, decidono di sfruttare la loro amicizia di lunga data per combinare un matrimonio di convenienza. Entrambi non hanno alcuna intenzione di rovinare tutto innamorandosi l’uno dell’altra. Del resto, Isabel sa benissimo che un libertino come Gerard non potrebbe mai fare breccia nel suo cuore. Ma un tragico evento allontana improvvisamente Gerard, confinandolo nel silenzio per quattro anni… Quando fa ritorno a casa è una persona completamente diversa. Gerard è ora un marito che desidera il corpo e l’anima della moglie e non si fermerà di fronte a niente pur di vincere la ritrosia di Isabel e conquistarla.

Storico e volgare non si sposano bene

Dico subito che ho fatto una gran fatica a proseguire e vi spiego perché. Non amo il linguaggio volgare, ma volgare sul serio, associato a romanzi storici. Non fatico a credere che anche i nostri avi potessero adottare un linguaggio spinto nell’intimità. Tuttavia, certamente i rapporti tra i sessi non contemplavano frasi sboccate frutto solo del nostro linguaggio. Quindi, non capisco la scelta di Sylvia Day di associare un’ambientazione storica a un modo di esprimersi totalmente inadatto. Forse è una cifra stilistica che la contraddistingue e che piace certamente alle sue lettrici. Quindi, il consiglio che vi do è leggetelo solo se riuscite a passare sopra a termini tipo “stuprevole” per definire una donna bella e desiderabile ed altre amenità di questo tipo, che a un certo punto lo confesso ho cominciato a saltare a piè pari.

Che fine fanno Rhys ed Abby? 

La storia in sé non sarebbe male. Una vedova con una visione romantica della vita di coppia, decide di sposarsi per convenienza, scoprendo però di amare il marito quando questi torna dopo anni di assenza. Lo svolgimento della trama è tranquillo, non ci sono grandi rivali o nemici a parte una suocera ingombrante e dopo la tempesta tutto sembra volgere al bello. Peccato che non venga approfondito abbastanza il percorso di redenzione di Gerard, né la fase di innamoramento di Isabel. Potenzialmente più interessante era all’inizio la storia parallela del fratello di lei, Rhys, con un’ereditiera americana. Nel finale, però, Sylvia Day ci lascia con l’amaro in bocca: cosa sarà successo tra i due? Forse pensava a un sequel con Rhys ed Abby protagonisti? Chissà.

Leggi anche: 

Il principe corvo di Elizabeth Hoyt strega Anna

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

La bruttina stagionata – Carmen Covito

Un romanzo premio Bancarella e un’altra scrittrice. Stavolta ho letto La bruttina stagionata, di Carmen Covito. Quando una donna non è o non si sente bella, come reagisce alle ingiustizie della vita? Soccombe o trova comunque una sua strada?

Trama

Marilina Labruna vive in una Milano livida, popolata di donne solitarie e di furbi che approfittano dei bisogni d’amore. Perciò lei, quarantenne non brutta ma, peggio, bruttina, deve trovare un modo diverso di trionfare. Professoressa mancata, piccola, grassottella, gambe corte e tozze, occhiali da intellettuale, vive sola e scrive tesi di laurea per conto terzi. Senza alcuna ambizione apparente, ha scelto un lavoro che le permette di fuggire il confronto diretto con gli altri. Convinta di non poter mai anelare a conquistare un certo tipo di uomo, si troverà a respingerne ben due.

Marilina vive nell’ombra

Carmen Covito con questo romanzo ha vinto il premio Bancarella nel 1993. Probabilmente perché propone un modello di donna a cui non siamo abituati, decisamente fuori dagli schemi. Non è bella Marilina, non ha un marito, non ha figli, non ha una professione appagante, non ha amici. E’ una donna che vive e trama nell’ombra, nel sottobosco degli emarginati, quelli che non lo sono per condizioni economiche ma semplicemente perché non hanno le caratteristiche sociali giuste. O, forse, perché scelgono di auto escludersi. Marilina, o Marilyn come a volte chiede di essere chiamata con brutale auto ironia, invece di fare l’insegnante scrive tesi per conto di altri. Così è più facile nascondersi nell’ombra della propria casa o della biblioteca. Perché Marilina non sarà bella, ma non è neanche brutta, condizione che le avrebbe comunque conferito dignità. No, è solo bruttina, anonima, dimenticabile.

Rapporti umani grigi

Un giorno Marilina fa qualcosa che mette in moto gli eventi. Risponde a un annuncio e si compra un amante. Già, la bruttina ha una vita sessuale e non lo nasconde. Anche questo è un aspetto a cui non siamo abituati. In questo sottobosco, si muovono una serie di personaggi, tutti accumunati dalla stessa necessità di usare ed essere usati. L’amante, perché Marilina lo paga. Il figlio di papà perché Marilina scrive per lui. Lo straniero, perché si sente più solo di lei. L’amica, perché le servono continuamente favori. Tutti rapporti umani che si muovono nel grigio della Milano nebbiosa e fredda e che Marilina giudica con occhio ironico e sprezzante, che rivolge prima di tutto a se stessa.

Bridget Jones? Ma anche no

Da più parti, Marilina viene definita la prima Bridget Jones. Io trovo il paragone quantomeno azzardato, per ragioni di età delle protagoniste e anche di contesto sociale in cui si muovono. Marilina a me sembra più il prodotto di una furbizia tutta italica, votata più alla sopravvivenza che al miglioramento, di se stessi e dell’ambiente circostante. Marilina dai più è giudicata simpatica. Io la trovo antipatica come poche, sempre pronta a trovare il peggio nelle persone e in se stessa. Marilina è una sconfitta, ma non dalla vita: da se stessa, perché chi dice che le donne vincenti sono solo le donne belle? Nessuno, e sta proprio alle donne dimostrarlo. Il finale salvifico non toglie nulla a un’atmosfera deprimente e provinciale nel suo significato peggiore. I corsivi che sottolineano le parole straniere scritte così come si pronunciano non fanno altro che accentuare quest’impressione. Ed è forse proprio quello che Carmen Covito voleva (di)mostrarci.

Vaniglia e cioccolato – Sveva Casati Modignani

Finisco il 2018 con un romanzo di Sveva Casati Modignani, Vaniglia e cioccolato. Con Palazzo Sogliano sono tornata a leggerla dopo diversi anni, grazie Vaniglia e cioccolato mi sono resa conto di aver per fortuna recuperato uno dei suoi migliori, anche se ormai vintage. Una storia commovente, che acquista corpo a poco a poco andando avanti con la lettura.

Trama 

Vaniglia e cioccolato: due gusti diversi che però insieme legano benissimo. Come capita, talvolta, nell’amore. Com’è capitato anche a Pepe e Andrea, che dopo diciotto anni di matrimonio e tre figli non hanno mai smesso di amarsi. Ma un giorno la magica alchimia si spezza e lei, delusa e umiliata dalle scappatelle del marito, decide di andarsene e lasciarlo da solo a cavarsela con i mille problemi quotidiani. Una separazione che tuttavia si rivela decisiva per entrambi, aiutandoli a far chiarezza in se stessi e a ritrovarsi…

Leggerezza

Penelope, la donna che  aspettava il suo uomo Ulisse, che tutti credevano morto, è cresciuta. Oggi non tesse il suo filo chiusa in casa, ma si ribella a un marito sempre in cerca di nuovi mondi. Che la ama, certo, ma che non riesce a rinunciare ad avventure senza futuro, lasciando che la moglie si sobbarchi tutte le incombenze gravose che impone una famiglia. A un certo punto Pepe semplicemente si stanca  di essere moglie, madre e padrona di casa e lascia una lettera al marito: disgrazia della mia vita, vai avanti tu. Io mi prendo una pausa. E Andrea, il marito scavezzacollo, non si sottrae, scoprendo un mondo di difficoltà e di problemi che la moglie gli aveva sempre risparmiato.

Pepe si ribella

Fin qui, Una routine che nelle famiglie si ripete spesso: quante volte uno dei coniugi viene lasciato solo a sbrogliarsela? Eppure Pepe non ci sta, intende riappropriarsi della sua vita. Di cosa, esattamente? Del grande amore, che lei ha lasciato andare per non abbandonare la famiglia. Qui il romanzo di Sveva Casati Modignani acquista profondità e diventa originale. Pepe se ne va, lascia la casa e i figli, pieni di problemi che lei da sola non ha saputo risolvere. Con che coraggio? Con il coraggio della soluzione estrema. Chi sono io? Per capirlo deve prendere le distanze, lasciare che il padre conosca finalmente i figli, riflettere sui due uomini della  sua vita per dire finalmente a se stessa la verità: Andrea o Mortimer?

Le ragioni del cuore o le responsabilità della vita?

L’originalità della storia di Sveva Casati Modignani è a mio avviso proprio nella figura dell’amante. Difficile non innamorarsi di lui nonostante il nomignolo orrendo, ancora più complicato non gridare a Pepe: “vai da lui, che aspetti?” Il fatto è che non sempre le ragioni del cuore vanno d’accordo con le responsabilità della vita. Il problema è che anche Andrea fin da subito appare un uomo innamorato. E allora? Cosa scegliere? Ci penserà il destino a dare ragione alla scelta di Penelope, lasciandoci però un quesito non risolto, che non svelo per non fare spoiler. Ognuno finita l’ultima pagina si darà la risposta che preferisce. Rimarrà in bocca un gusto di vaniglia e cioccolato, il bianco e il nero, che nella vita si fondono fino a mescolare colori e sapori.