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Agatha Christie, o la vita avventurosa della Dama in Giallo

Ed eccoci arrivati alla biografia dell’ultima scrittrice, sua maestà del giallo Agatha Christie, colei che chiude più che degnamente il viaggio letterario Sulle tracce delle grandi scrittrici. In realtà è stata la seconda che ho incontrato nel mio giro in Inghilterra, ma è sicuramente la più popolare delle cinque (Jane Austen, Agatha Christie, Daphne Du Maurier, Rosamunde Pilcher, Virginia Woolf) e anche quella di cui sappiamo, o pensiamo di sapere, tutto. Eppure, fermatevi qualche minuto a leggere la sua biografia: anche in questo caso potrebbero aspettarvi delle sorprese… perché non sarebbe la Regina del giallo senza qualche colpo di scena, non credete?

Agatha Mary Clarissa Miller nasce a Torquay

IMG_6096Agatha Mary Clarissa Miller nasce il 15 settembre 1890 in Inghilterra e precisamente a Torquay, nel Devon, in una famiglia benestante dell’alta borghesia. Il padre Frederick Alvah Miller è un ricco agente di cambio americano, la madre è figlia di un militare inglese. Cosa inusuale anche per i suoi tempi, Agatha non frequenta la scuola, ma viene educata soprattutto dal padre. Molto più piccola dei suoi due fratelli, Agatha si annoia spesso a stare in casa e impara da sola a leggere all’età di cinque anni, nonostante la madre Clara Boehmer volesse aspettare il compimento degli otto anni. Inizia leggendo i libri per ragazzi di Edith Nesbit, I cercatori di tesori  e The railway children (I bambini della ferrovia), e certamente Piccole donne di Louisa M. Alcott. Le piacciono però anche le poesie e i thriller che giungevano dall’America. Agatha ha una fervida immaginazione: inventa amici immaginari, gioca con gli animali, danza e inizia a scrivere le prime poesie. Sempre a cinque anni, la famiglia si trasferisce temporaneamente a Parigi dopo aver affittato la casa di famiglia di Ashfield per economizzare. Nella capitale francese Agatha, accudita dalla governante Marie, impara un francese idiomatico, anche se scorretto nella pronuncia.

A undici anni muore il padre 

A undici anni Agatha affronta un momento durissimo: il padre, provato dalle difficoltà finanziare, muore a 55 anni dopo una serie di attacchi di cuore. Clara è sconvolta e preoccupata per i soldi. Si parla di vendere Ashfield, ma madre e figlia in qualche modo trovano il modo per salvarla. Agatha in seguito affermerà che la morte di suo padre, avvenuta quando aveva 11 anni, segnò la fine della sua infanzia. Clara, infatti, è una donna dotata di grande fantasia che fatica a fare i conti con la realtà. Anche il padre non si poteva certo definire un esempio di virtù familiari, essendo un uomo più dedito al cricket e alle carte che alla famiglia. La vita comunque fino alla tragedia scorreva tranquilla.L’anno successivo alla disgrazia inizia a ricevere un’istruzione formale presso la Scuola per ragazze della signorina Guyer a Torquay, ma non riesce ad adattarsi alla disciplina imposta. Così, a quindici anni torna a Parigi, dove viene educata a Les Marroniers da mademoiselle Cabernet e poi dalla signorina Dryden. Quest’ultima serviva principalmente come scuola di perfezionamento. Prende lezioni di piano e di canto ed è così brava che avrebbe potuto diventare una pianista professionista. Peccato che la sua insuperabile timidezza glielo abbia impedito (meglio per noi lettori, visto come è andata, n.d.r.).

Inizia a scrivere per divertimento

A diciotto anni inizia a scrivere racconti per divertimento con l’amico di famiglia e scrittore Eden Philpotts, che dà alla ragazza consigli utilissimi per il suo futuro: “L’artista è solo il vetro attraverso il quale vediamo la natura, e più il vetro è chiaro e puro, tanto più l’immagine sarà perfetta e potremo vedere attraverso di essa. Non intrometterti mai“. Molto più tardi, alcuni di questi racconti saranno totalmente rivisti e pubblicati.

Al Cairo. E poi arriva l’amore

archie christieNel frattempo, la salute di Clara peggiora e Agatha decide di tornare a casa. Nel 1910, le due donne si trasferiscono al Cairo e soggiornano per la stagione al Gezirah Palace Hotel. E’ un po’ difficile per noi immaginare la giallista come una It girl odierna, eppure il tempo della giovane Agatha trascorre sereno tra feste, vestiti da cocktail, nuove amicizie, e proposte di matrimonio. Ma è solo nel 1912 che Agatha conosce l’amore: incontra il suo futuro marito Archibald “Archie” Christie, un esperto aviatore che aveva chiesto di unirsi al RFC (Royal Flying Corps), la forza aerea inglese. E’ amore a prima vista: entrambi vogliono disperatamente sposarsi, ma non hanno soldi. Secondo l’autobiografia della scrittrice, erano attirati dalla “eccitazione per lo sconosciuto” più che dall’amore in sé. Riescono a sposarsi la vigilia di Natale del 1914, nella chiesa dell’Emmanuele di Clifton, Bristol, vicino alla casa dei genitori dello sposo, dopo che entrambi hanno vissuto in pieno l’inizio della prima guerra mondiale: Archie in Francia e Agatha sul fronte interno, nel distaccamento volontario in un ospedale pubblico gestito dalla Croce Rossa di Torquay. I due sposi trascorrono la loro brevissima luna di miele al Grand Hotel di Torquay, perché il 27 dicembre lui deve fare ritorno in Francia. Durante gli anni della guerra si incontrano di rado e solo nel gennaio del 1918, quando Archie viene inviato al War Office di Londra, Agatha sente iniziare davvero la sua vita da sposata.

Il 1919, un anno epocale per Agatha

ll 1919 è un anno epocale per Agatha. Con la fine della guerra, Archie trova un lavoro nella City e ci sono soldi sufficienti per affittare un appartamento a Londra. Il 5 agosto, Agatha dà alla luce la loro unica figlia, Rosalind. Il 1919 è anche l’anno in cui un editore londinese, John Lane di The Bodley Head, accetta di pubblicare The Mysterious Affair a Styles (Poirot a Styles Court) negli Stati Uniti e mette sotto contratto Agatha per altri cinque libri. Lane, il quarto ad aver ricevuto il manoscritto, insiste solo su un paio di modifiche al manoscritto, tra cui il capitolo finale, con l’epilogo in biblioteca. E pensare che Agatha Christie inizia a scrivere romanzi gialli solo per scommessa! Infatti, la sorella Margaret era convinta che non ne fosse capace e, giustamente, bisognava darle una lezione!

Entra in scena Poirot 

stylesIl mondo, dunque, conosce il mitico investigatore belga nel 1920. Da dove prese ispirazione per il personaggio di Hercule Poirot? Durante la prima guerra mondiale c’erano rifugiati belgi in molte parti della campagna inglese e Torquay non faceva eccezione. Sebbene non fosse basato su nessuna persona in particolare, Agatha pensava che un rifugiato belga, un ex poliziotto, potesse diventare un eccellente detective per The Mysterious Affair at Styles. Nasce così l’amato, odiato da Agatha, Hercule Poirot. Per la sua prima storia, Agatha aveva preso spunto dalle conoscenze sui veleni acquisite durante la prima guerra mondiale, nel suo lavoro come infermiera volontaria nel dispensario dell’ospedale.

Tommy e Tuppence

Dopo la guerra, Agatha continua a scrivere, sperimentando diversi tipi di gialli e thriller. In un primo momento crea Tommy e Tuppence, due investigatori dilettanti, che nel 1922 sono i protagonisti di The Secret Adversary (Avversario segreto). Il romanzo però non va benissimo, tanto che i due torneranno protagonisti solo sette anni dopo, nella raccolta di racconti Partners in Crime (Tommy e Tuppence: in due s’indaga meglio, 1929). Sempre nel 1922, lasciando Rosalind con la tata e la nonna, lei e Archie viaggiano attraverso l’allora Impero britannico per promuovere la Empire Exhibition del 1924, una mostra coloniale che si teneva a Wembley. Viaggiano in Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Hawaii. Nel frattempo, continua a scrivere e, mentre si trova a Città del Capo, diviene anche la prima donna britannica a surfare in piedi. Nel 1923 esce il secondo libro di Poirot, The Murder on the Links (Aiuto, Poirot!). Nel 1924, il capo di Archie le ispira il personaggio di Sir Eustace Pedlar in The man in the brown suit (L’uomo vestito di marrone), ambientato in Sudafrica.

1925 – 1928, un periodo duro per Agatha 

La coppia torna dal Grand Tour nel 1925 e la famiglia si stabilisce in una casa di nome, non a caso, Styles, nella periferia di Londra. Nello stesso anno, esce The Secret of chimneys (Il segreto di Chimneys), nel quale fanno la loro comparsa il sovrintendente Battle e Lady Eileen “Bundle” Brent., ma anche questo romanzo riceve un’accoglienza tiepida. A questo punto, Agatha Christie decide di cambiare editore, non soddisfatta dei termini economici del contratto firmato. Il contratto, infatti, prevede solo 25 sterline di anticipo e l’esclusione dagli utili prima della vendita di 2000 copie. Cerca così un agente, Edmund Cork di Hughes Massie & co, che le trova un nuovo editore: William Collins and Sons (ora HarperCollins). Per Agatha è un momento difficile: la sua adorata madre muore il 5 aprile del 1926 e la scrittrice si trova spesso sola in casa, mentre faticosamente cerca di scrivere un romanzo per Collins. La relazione tra Archie e Agatha ne risente pesantemente. Agatha è triste, confusa e neanche il successo di The Murder of Roger Ackroyd (L’assassinio di Roger Ackroyd, o anche Dalle nove alle dieci) che esce a giugno la risolleva. Archie finisce per innamorarsi di Nancy Neale, compagna di golf e amica di famiglia. Per Agatha è un durissimo colpo, tanto che senza preavviso ha un colpo di testa.

Scomparsa!

found aliveLa notte del 3 dicembre 1926, Agatha lascia Rosalind alle cameriere senza dire dove stia andando. La mattina dopo la sua auto viene ritrovata abbandonata a diverse miglia di distanza, in fondo a un dirupo, ma di lei non c’è traccia. L’unico indizio è una lettera per il suo segretario nella quale dice di essere andata nello Yorkshire. Le battute di ricerca iniziano immediatamente. Iniziano tra la stampa e il pubblico diverse speculazioni su cosa possa essere accaduto, ma nessuno sa niente con certezza. Tale era la speculazione che il segretario di stanza del giorno, William Joynson-Hicks, fece pressione sulla polizia per fare progressi più rapidi. Addirittura vengono coinvolti i famosi scrittori del crimine Sir Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, e Dorothy L Sayers, autore della serie di Lord Peter Wimsey. Conan Doyle, che si interessa di occulto, prende un guanto della Christie e lo porta a un medium, mentre Sayers analizza la scena della scomparsa, in seguito usandola nel romanzo Unnatural Death (1927). Tra le ipotesi più accreditate dal largo pubblico, una trovata pubblicitaria o il tentativo di far credere alla polizia che suo marito l’avesse uccisa per vendicarsi della sua relazione. Questa seconda ipotesi a livello di un giallo della stessa Christie. Alla fine, si scopre che Agatha è arrivata in qualche modo fino alla stazione di King’s Cross, da dove ha preso il treno per Harrogate. Alloggia allo Swan Hydropathic Hotel, ora Old Swan Hotel, dove si è registrata sotto il nome di Theresa Neale, di Cape Town. In pratica, la giallista si è registrata con il cognome della rivale. Harrogate a quel tempo era una città termale alla moda e tutti i frequentatori si vestivano in modo elegante. Agatha Christie non desta sospetti. Anzi, mostra di apprezzare molto la sua permanenza, unendosi spesso alle danze e all’intrattenimento. Alla fine, viene riconosciuta da un suonatore di banjo dell’hotel, Bob Tappin, che allerta la polizia. Quando Archie il 14 dicembre va a prenderla, Agatha sembra non riconoscerlo, facendolo aspettare nella hall dell’albergo mentre lei finisce di vestirsi per la cena.

Finzione o vera amnesia?

Recentemente, il biografo Andrew Norman crede di aver scoperto la vera ragione della sua scomparsa usando casi di studio medici. Secondo la sua ricostruzione, Agatha avrebbe potuto soffrire di una condizione medica rara ma sempre più riconosciuta nota come “stato di fuga”, ovvero amnesia extracorporea indotta dallo stress. Non lo sapremo mai con certezza. Certo è che, profondamente gelosa della sua privacy, da quel momento in poi Agatha ha sempre rifiutato di parlare di questa vicenda con amici o familiari e si è portata il suo segreto nella tomba. La fuga e il ritrovamento, tuttavia, non cambiano lo stato delle cose. Agatha e Archie rimangono separati; lei vive con Rosalind e il suo segretario Carlo a Londra e segue una terapia psichiatrica in Harley Street. Avendo bisogno di soldi e incapace di produrre nuovo materiale, il cognato Campbell Christie suggerisce di combinare i racconti di Poirot scritti per la rivista The Sketch, creando così nel 1927 The Big Four (Poirot e i quattro). Finalmente, accettando che il suo matrimonio sia finito, concede il divorzio ad Archie l’anno dopo, nel 1928. Agatha fugge immediatamente con Rosalind dall’Inghilterra verso le Isole Canarie, dove finisce The Mystery of the Blue Train (Il mistero del treno azzurro), il libro con cui aveva lottato mentre piangeva sua madre. Forse anche per questo, Agatha ha sempre definito questo romanzo “il peggior libro che abbia mai scritto“.

1929 – 1938, Agatha rinasce 

Nell’autunno del 1928 Agatha realizza uno dei suoi sogni segreti, viaggiare sull’Orient Express. L’occasione nasce una sera da una conversazione casuale e Agatha non se la lascia scappare. In quel momento, la scrittrice ha già deciso che una vacanza solitaria nelle Indie Occidentali potrebbe aiutarla a riprendersi dalla rottura. Ma due giorni prima di partire, cena a casa di un amico a Londra e qui incontra una coppia che è appena tornata da Baghdad. Rimane così affascinata dai racconti sul Medio Oriente e delle scoperte sensazionali dell’archeologo britannico Leonard Woolley. Allora, il modo più semplice per raggiungere quei posti era il battello a vapore. Oppure c’era un’altra opzione: l’Orient Express, il treno che portava i viaggiatori a Baghdad via Istanbul.  Il giorno seguente la scrittrice annulla il suo biglietto per la Giamaica e ne compra uno per Baghdad. Parte per Baghdad e da lì arriva nel sito archeologico di Ur, dove fa amicizia con i Wolley, Leonard e sua moglie Katherine, gli archeologi che gestiscono lo scavo. Katharine è una fan della Christie e le due donne fanno subito amicizia. Tornata in Inghilterra, Agatha invita i Woolley nella sua casa di Londra. I coniugi, a loro volta, la invitano a unirsi a loro per la successiva campagna di scavi a Ur. La Christie è ben felice di accettare e nel 1930 torna nel luogo che l’aveva tanto stregata. L’anno precedente, nel 1929, è uscito The Seven Dials Mystery (I sette quadranti), con di nuovo protagonista il sovrintendente Battle.

Il 1930, un altro anno epocale 

Agatha e il secondo marito Max
Agatha e il secondo marito Max

Il 1930 è un altro anno fondamentale nella vita di Agatha Christie. Innanzitutto, a Ur incontra il venticinquenne Max Mallowan, che lavora come apprendista archeologo. Katherine Woolley gli chiede di mostrare i siti ad Agatha e la visita guidata diventa per entrambi una scintilla d’amore. I due diranno successivamente di aver trovato la compagnia dell’altro rilassante. Max chiede la mano di Agatha l’ultima sera della sua visita alla casa di famiglia di Ashfield e i due si sposano l’11 settembre 1930 nella chiesa di St Cuthbert a Edimburgo. Piccolo particolare curioso: Agatha, con un vezzo tutto femminile, ritocca leggermente verso il basso la sua età nel nuovo passaporto richiesto per la luna di miele. Max torna per l’ultima volta e da solo allo scavo dei Woolley, mentre Agatha fa ritorno a Londra per scrivere. Inizia così una routine di spostamenti abituale e soddisfacente per entrambi: trascorrono le estati ad Ashfield con Rosalind, il Natale con la famiglia della sorella di lei ad Abney Hall, il tardo autunno e la primavera agli scavi e il resto dell’anno a Londra o nella loro casa di campagna a Wallingford, Oxfordshire. La loro relazione è stata fortemente cementata dall’amore per i viaggi.

Arrivano Miss Marple…

La copertina della prima edizione
La copertina della prima edizione

Sempre nel 1930, appare per la prima volta il suo personaggio di maggior successo insieme a Poirot, che esordisce in The Murder at the Vicarage, La morte nel villaggio Miss Marple. Miss Marple ribalta completamente la figura del detective fin lì scelta dai giallisti: innanzitutto è la prima donna a svolgere indagini, e poi è zitella, anziana, provinciale, impicciona e astuta. E’ l’antitesi perfetta a personaggi famosi dell’epoca, come per esempio Sherlock Holmes o Maigret.

…e Mary Westmacott

Ed è ancora nel 1930 che Agatha si trasforma in Mary Westmacott, scrivendo il suo primo romanzo d’amore con questo pseudonimo, Giant’s Bread (Il pane del gigante). In seguito, per i romanzi d’amore userà sempre il nome di Mary Westmacott.

La fabbrica di salsicce (!)

Dopo un triennio di minore produzione, in termini di quantità, dal 1934 in poi di regola Agatha scrive due o tre libri l’anno, alimentando senza sosta quella che lei stessa ha definito una “sauge machine”, cioè una “una fabbrica di salsicce”. Nel triennio 1931-33 escono in sequenza The Sittaford Mystery (Un messaggio dagli spiriti, 1931) e due ritorni di Poirot, Peril at End House (Il pericolo senza nome, 1932) 1933 e Lord Edgware Dies (Se morisse mio marito). Nel 1934 esce Why Didn’t They Ask Evans? (Perché non l’hanno chiesto a Evans?), un giallo ingegnoso risolto da investigatori dilettanti, che purtroppo non hanno avuto chance in un giallo successivo. Sempre del 1934 è il secondo titolo come Mary Westmacott, Unfinished Portrait (Ritratto incompiuto).

L’influenza dei viaggi in Medio Oriente

Agatha Christie supervising the workmen-minLa vita di Agatha, intanto, scorre tranquilla. Quando Max è a casa, di solito scrive un capitolo o due durante le mattinate tranquille ed esce il pomeriggio e la sera. L’atmosfera del Medio Oriente non l’ha mai abbandonata ed è grazie ai suoi numerosi viaggi che abbiamo potuto leggere capolavori come Murder on the Orient Express (Omicidio sull’Orient Express, 1934), Murder in Mesopotamia (Non c’è più scampo, 1936), Death on the Nile (Poirot sul Nilo, 1937), Appointment with Death (Appuntamento con la morte, o La domatrice, 1938) e They Came to Baghdad (Il mondo è in pericolo, 1951), così come diverse storie brevi scritte proprio in questo periodo. In contemporanea, Agatha pubblica un libro dietro l’altro, lasciando molto spazio alle avventure di Hercule Poirot, che non piace a lei ma il pubblico adora. Escono uno dopo l’altro: Three Act Tragedy (Tragedia in tre atti) e Death in the Clouds (Delitto in cielo) nel 1935, The A.B.C. Murders (La serie infernale), Murder in Mesopotamia (Non c’è più scampo) e Cards on the Table (Carte in tavola) nel 1936, Dumb Witness (Due mesi dopo) e Death on the Nile (Poirot sul Nilo) nel 1937, Appointment with Death (Appuntamento con la morte, o La domatrice) e Hercule Poirot’s Christmas (Il Natale di Poirot) nel 1938. Dumb Witness (Due mesi dopo) dopo è l’ultimo romanzo in cui vediamo comparire Hastings, prima dell’atto finale compiuto con Curtain (Sipario) quasi quarant’anni dopo.

1939 – 1945, di nuovo la guerra 

tenLa seconda guerra mondiale vede Max impegnato al Cairo, mentre Agatha rimane in Inghilterra, scrivendo e facendo volontariato al Dispensario dell’University College Hospital di Londra. Il ritmo dei romanzi pubblicati non subisce battute d’arresto, nonostante le difficoltà legate al nuovo conflitto. Anzi, in questo periodo Agatha produce alcuni dei titoli di maggior successo, alimentando quella fabbrica di salsicce con cui ironicamente chiamava i suoi lavori. Escono quindi Murder Is Easy (È troppo facile) e, soprattutto, Ten Little Niggers, o And Then There Were None (Dieci piccoli indiani, o…e non ne rimase neanche uno) nel 1939. Quest’ultimo, ha fatto di lei la scrittrice più venduta di tutti i tempi e tradotta in più di 50 lingue. “Era così difficile da realizzare“, ha scritto, “che l’idea mi ha affascinato.” L’idea è stata poi replicata da innumerevoli scrittori e sceneggiatori, ma all’epoca si tratta di una vera e propria rivoluzione del genere. Dieci persone vengono invitate da uno sconosciuto a passare un fine settimana su un’isola non collegata alla terraferma, al largo della costa del Devon, e tutti loro hanno commesso qualche colpa nel passato. Qualcuno riuscirà a salvarsi da un assassino determinato a farli fuori tutti?

Seguono Sad Cypress (La parola alla difesa) e One, Two, Buckle My Shoe (Poirot non sbaglia) nel 1940. Evil Under the Sun (Corpi al sole) e N or M? (Quinta colonna) nel 1941. The Body in the Library, Five Little Pigs e The Moving Finger (C’è un cadavere in biblioteca, Il ritratto di Elsa Greer e Il terrore viene per posta) nel 1942. Towards Zero e Death Comes as the End (Verso l’ora zero e C’era una volta) nel 1944. Sparkling Cyanide (Giorno dei morti) nel 1945.

1946 – 1973, verso il tramonto 

Con il ritorno di Max alla fine della guerra, Agatha diviene meno prolifica e si gode i frutti del suo successo, anche economico. Nel 1946 torna Poirot in The Hollow (Poirot e la salma). Alla fine dello stesso anno, un recensore americano scopre e rivela la vera identità di Mary Westmacott. La regina del giallo subisce il contraccolpo, perché rimpiange la libertà perduta di scrivere senza la pressione di essere Agatha Christie. Gli anni ’40 e ’50, inoltre, la vedono impegnata nelle riduzioni teatrali dei suoi lavori, e il tempo dedicato alla sua fabbrica di salsicce diventa sempre meno. Nel 1947 quando chiedono alla regina Mary, cosa desideri come regalo di compleanno per i suoi ottantanni, la regina risponde “una commedia radiofonica di Agatha Christie”, una delle sue autrici preferite.

Tre topolini ciechi

9059-fitandcrop-890x500Detto, fatto: la commedia radiofonica Three Blind Mice (Tre topolini ciechi) fu trasmessa per la prima volta sulla BBC nel 1947. L’anno successivo, Agatha Christie adattò il testo radiofonico facendolo diventare un racconto breve, che viene publbicato su Cosmopolitan e successivamente negli Stati Uniti con il nome nella collezione statunitense Three Blind Mice and Other Stories (Tre topolini ciechi e altri racconti). Il racconto non è mai stato pubblicato nel Regno Unito per l’insistenza della stessa Christie sul fatto che non dovrebbe scontrarsi con l’adattamento teatrale del 1952, The Mousetrap (Trappola per topi). Secondo la scrittrice, finché l’adattamento avesse funzionato nel West End di Londra (come ha fatto per oltre 60 anni), il racconto non doveva essere pubblicato. The Mousetrap è ancora oggi in scena nel West End. Nel 1971, inoltre, le viene assegnata la massima onorificenza concessa dalla Gran Bretagna a una donna: il D.B.E., Dama dell’Impero Britannico.

1948 – 1973, i romanzi 

1948 Taken at the Flood (Alla deriva), 1949 Crooked House (È un problema), 1950 A murder is announced (Un delitto avrà luogo), 1951 They Came to Baghdad (Il mondo è in pericolo), 1952 Mrs McGinty’s Dead (Fermate il boia) e They Do It with Mirrors (Miss Marple: giochi di prestigio), 1953 After the Funeral (Dopo le esequie) e A Pocket Full of Rye (Polvere negli occhi), 1954 Destination Unknown (Destinazione ignota), 1955 Hickory Dickory Dock (Poirot si annoia), 1956 Dead Man’s Folly (La sagra del delitto), 1957 4.50 from Paddington (Istantanea di un delitto), 1958 Ordeal by Innocence (Le due verità), 1959 Cat Among the Pigeons (Macabro quiz), 1961 The Pale Horse (Un cavallo per la strega), 1962 The Mirror Crack’d from Side to Side (Assassinio allo specchio), 1963 The Clocks (Sfida a Poirot), 1964 A Caribbean Mystery (Miss Marple nei Caraibi), 1965 At Bertram’s Hotel (Miss Marple al Bertram Hotel), 1966 Third Girl (Sono un’assassina?), 1967 Endless Night (Nella mia fine è il mio principio), 1968 By the Pricking of My Thumbs (Sento i pollici che prudono), 1969 Hallowe’en Party (Poirot e la strage degli innocenti), 1970 Passeggero per Francoforte (Passenger to Frankfurt), 1971 Nemesis (Miss Marple: Nemesi), 1972 Elephants Can Remember (Gli elefanti hanno buona memoria) 1973 Postern of Fate (Le porte di Damasco).

L’ultima apparizione 

L’ultima apparizione pubblica risale al 1974, quando presenzia all’anteprima della versione cinematografica di Omicidio sull’Orient Express, con Albert Finney nei panni di Hercule Poirot. La scrittrice lo giudica un buon adattamento, lamentandosi solo del fatto che i baffi di Poirot non siano abbastanza “lussuosi”.

Il testamento di Agatha 

thumbnail_poirot_marpleDopo una carriera di enorme successo e una vita felice, Agatha muore pacificamente il 12 gennaio 1976. È sepolta nel cimitero di St Mary’s, a Cholsey, vicino a Wallingford. Questa signora eccentrica e dalla vita avventurosa, anche nel testamento non manca di riservare delle sorprese. Dal 1945 teneva chiuso nel cassetto Curtain: Poirot’s Last Case (Sipario), romanzo in cui Poirot esce definitivamente di scena, dopo essere tornato a Styles, dov’era ambientato il primo romanzo in cui appare, per risolvere un ultimo caso. Sipario avrebbe dovuto essere pubblicato solo dopo la dipartita della penna creatrice. Invece, viene pubblicato nel 1975, solo qualche settimana prima della morte di Agatha. Perché? Forse perché Agatha lo odiava così tanto da essersi voluta togliere un’ultima soddisfazione prima di lasciare questa terra?

Addio, Miss Marple

agathaIl testamento prevedeva anche la pubblicazione di un romanzo postumo in cui Miss Marple dicesse addio ai suoi innumerevoli fan. Le volontà sono state rispettate con la pubblicazione di Sleeping Murder (Addio Miss Marple) nove mesi dopo la morte della celebre autrice. Se è vero che dietro la mite Miss Marple si nascondesse l’acutissima Agatha, è chiaro che questo romanzo non avrebbe mai potuto essere dato alle stampe prima della morte dell’originale vivente. Ma quando è stato scritto l’Addio? Nella sua autobiografia, Agatha fa pensare che sia stato scritto insieme a Sipario durante la guerra. Il regista John Curran, che ha pubblicato due libri basati sui quaderni segreti di Agatha, mette in dubbio questa versione, affermando che sarebbe stato scritto molto tempo dopo. A chi dobbiamo credere? Alla regina dell’inganno o a un suo estimatore? Secondo voi? Agatha non si sarà divertita con una sua personale Trappola per topi scrivendo quella che noi pensiamo sia la sua autobiografia, mentre in realtà architettava una delle sue geniali storie?

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Un’estate così – Roisin Meaney

La seconda proposta per i libri da ombrellone si traduce in questo delizioso romanzo di Roisin Meaney, che mi ha fatto degna compagnia sotto il sole e nelle pause tra una nuotata e l’altra. Le avventure degli abitanti di Roone mi hanno conquistato fin da subito e quasi quasi è stato un dispiacere terminarlo. Quanto mi piacerebbe vivere su un’isola, possibilmente semi deserta!

Trama

Nell Mulcahy è cresciuta su un’isoletta al largo della costa irlandese e sta per sposarsi con Tim, un affermato programmatore. Le spese per le nozze, però, sono tante e Nell sta cercando disperatamente un modo per racimolare qualche soldo in più e avere finalmente la cerimonia perfetta che ha sempre sognato. Decide così di affittare durante l’estate il vecchio cottage che possiede sull’isola. Ma con l’arrivo degli ospiti, tutto comincia ad andare a rotoli e anche il suo matrimonio sembra sul punto di essere annullato. Perfino lei dovrà rimettere in discussione le sue convinzioni: la nostra vita è scritta nelle stelle o siamo noi i responsabili del nostro destino? Di sicuro, una sola cosa è certa: sarà un’estate che nessuno sull’isola dimenticherà facilmente…

A casa di Nell

Roisin Meaney ha scelto una costruzione azzeccata. Tante mini storie dentro un unico capitolo. Fin dall’inizio, la storia degli abitanti di Roone è corale. D’accordo, le vicende di Nell e Tim sono il motore principale. Ben presto, tuttavia, ti ritrovi avvolto nelle storie degli abitanti dell’isola e degli ospiti che Nell alloggia a casa sua. Una casa delle favole, quella dove tutte vorremmo abitare. Con un vicino che tutte vorremmo avere. E un aiutante nei lavori faticosi che tutte vorremmo ammirare. Insomma, una vita paradisiaca, tranquilla, senza la congestione del traffico e la fretta di andare da qualche parte che da qualche anno si è impossessata più o meno di tutti. La vita sull’isola è così. Anche nel mio Una corsa per amore, ambientato in Corsica, i ritmi sono placidi e Manon fatica a riabituarsi.

Una bella protagonista 

Nell, invece, è nata per vivere in un posto così, dove tutti conoscono tutti e l’aiuto è reciproco e donato senza riserve. Roisin Meaney ha tratteggiato un bel personaggio, tondo e lineare nei comportamenti. E’ l’amica per definizione, sempre pronta a farsi in quattro per gli altri. Peccato che non sempre venga ripagata con la stessa moneta, soprattutto dal fidanzato. Il quale a sua volta non ha nessuna colpa, se non quella di sentirsi distante, non solo fisicamente perché vive a Dublino, dalle logiche che regolano la vita sull’isola. Sarà il destino di Nell, avere a che fare con uomini che scappano? Perché anche il padre non è che la racconti proprio giusta.

V’innamorerete 

In definiva, un romanzo che vi consiglio. So che amerete Nell, e James, e Moira, e Walter (Roisin Meaney, che mi combini!!!), e Hugh, e i gemelli, e le storie collaterali degli ospiti di Nell. E soprattutto il mio preferito, Andy. So già che la soffitta commuoverà anche voi. Leggete Un’estate così e poi scrivetemi nei commenti cosa ne pensate.

Curiosità

Valentia Island Kerry
Valentia Island Kerry

Roone non esiste, ma la scrittrice consiglia di fare un viaggetto a Valentia Island, nel Kerry, che le ha dato l’ispirazione. Che dite? Suggerimento buono per il prossimo viaggio letterario?

Nel risvolto di copertina della versione italiana, si accenna al fatto che “in paese gira voce che quella casa sia stregata“. Dove? Quando? Che libro avete letto? 🙂

La traduzione è condivisa tra due traduttrici, con pagine ben definite. L’avevo capito prima di guardare il nome del traduttore, non vi dirò perché.

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Cupcake club – Roisin Meaney

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Altri libri ambientati in Irlanda

Facciamo finta che non sia successo niente – Maddie Dawson

Sarà che non ho mai creduto alle coppie modello. Tutti i rapporti d’amore sono soggetti alle alte e basse maree, è fisiologico, non siete d’accordo? Ecco perché fin dall’inizio Annabelle e Grant non mi hanno convinto. C’era in lei qualcosa d’inespresso, di non compiuto. Una traccia del passato ancora forte. Di nome Jeremiah…

Trama

Annabelle e Grant sono sposati da trent’anni e sembrano la coppia modello: Grant è l’uomo solido, idealista, buono e fedele che tutte le donne desidererebbero al proprio fianco. Certo, ultimamente passa tutto il tempo sul libro che sta scrivendo e dedica al sesso con sua moglie solo il mercoledì mattina, come se fosse una delle numerose incombenze della settimana. A volte sembra proprio non accorgersi di niente e Annabelle, con i figli ormai fuori casa e un lavoro poco impegnativo, si sente terribilmente sola. Così sola che una mattina, al reparto surgelati del supermercato vicino a casa, scoppia in un pianto dirotto. E da lì si dipana il racconto della sua vita, la storia con Grant e la sua maldestra proposta di matrimonio, gli anni passati nella scoppiettante New York della sua gioventù, la passione travolgente per Jeremiah e l’attrazione per un mondo fatto di artisti e ambizioni appena nate. 

Cosa è successo a New York?

Questo romanzo mi ha convinto fin dalle prime pagine. Maddie Dawson ha scelto di alternare presente e passato, così sappiamo cosa sta succedendo oggi e, piano piano, quello che è successo tanti anni prima. Sappiamo che Annabelle e Grant sembrano una tranquilla coppia di provincia in attesa del primo nipote e che nei primi anni di matrimonio hanno vissuto a New York. E che a New York è successo qualcosa di grave tra loro. Ed è proprio nella grande mela che la figlia sta per dare alla luce sua figlia. Solo che la gravidanza non va tanto bene, così Annabelle torna sul luogo del delitto.

Quando iniziamo a vivere?

Da lì, scoprirete da soli cosa succede. Vi dico, però, che Maddie Dawson descrive New York in modo superlativo e che la scrittura è brillante, ironica. Mentre la storia fa riflettere sulla vita di coppia e sul trantran quotidiano, che rischia di affossare ogni slancio personale. Ma è davvero così? La vita si esaurisce nelle incombenze quotidiane e basta? Ecco che allora un grande amore del passato diventa una scialuppa cui aggrapparsi per non naufragare nelle lacrime. Qual è il rischio? Quello di vivere in un mondo di fantasia, dove verità e menzogna si fondono e si confondono.

Parliamo, per favore

Mentre Annabelle quasi affoga, Grant che fa? Sembra un uomo distaccato, totalmente preso dai suoi progetti. Tanto da non vedere che Annabelle piano piano si sta allontanando. Ma è Annabelle che lo vede in questo modo? O lui ha issato bandiera bianca? In uno dei commenti online ho letto che per capire quello che succede tra i due bisognerebbe avere più di cinquant’anni. Secondo me non è proprio così. Per comprendere il messaggio, tuttavia, serve credere in due elementi di base: il primo, che il dialogo è fondamentale in una coppia. Due, che va ricercato sempre, a tutti i costi. Anche quando siamo stanchi e non vediamo l’ora di spegnere la luce. In tutti i sensi.

Curiosità 

Maddie Dawson ha detto che Annabelle non è ispirato a lei stessa. Ha detto anche di aver scritto il romanzo sulle note di questa canzone  di Rupa  the April Fishes e che le dita volavano sulla tastiera. Visto che tentar non nuoce, ci proverò anch’io! Chissà che tra un po’ non debba ringraziarla! 🙂

Sempre su tradimento e triangoli 

Amami ancora – Tracy Culleton

La metà di niente – Catherine Dunne

Amore e ritorno – Emily Giffin 

Single jungle: uomini, drink e caccia grossa – Sarah Mlynowski

Inauguro con Sarah Mlynowski e questo romanzo super vintage la serie “libri da ombrellone”, quei libri a cui non chiedi nulla se non di farti divertire, appunto, sotto l’ombrellone. Single jungle è il primo romance dell’autrice canadese, che mi ricordo avevo trovato come allegato a Cosmopolitan e pubblicato nella collana Red dress ink di Harlequin Mondadori. E’ uscito nel 2001, sull’onda del grande successo di Sex and the city  e racconta le vicende tragicomiche di ragazze che tentano di farcela da sole. Senza uomini. Ci riusciranno?

Trama

Jackie Norris è stata appena mollata via e-mail da Jeremy, partito per la Thailandia per ritrovare se stesso. Ma la ragazza ha intenzione di reagire. Invece di chiudersi in casa a piangere, decide di dedicarsi alla caccia grossa. La preda? Un nuovo fidanzato. C’è solo un piccolo problema: tutti gli uomini che incontra hanno le mani sudaticcie, sono lunatici, pieni di tic, poco galanti, troppo galanti o morbosamente interessati al suo arredamento! 

Confusione post laurea

Immaginatevi la situazione: ti trasferisci per amore (mai, per carità!) a Boston e lui che fa? Ti molla via e-mail per andare dall’altra parte del mondo a ritrovare se stesso. Neanche puoi confidarti più di tanto con le amiche: una è a New York e non fa altro che lavorare, un’altra è ultra fidanzata e aspetta solo l’anello, la terza ti accompagna nelle scorribande notturne all’Orgasm (!) per accalappiare un buon partito. Per di più, lavori all’agenzia Cupido come editor di romanzi rosa (il mio sogno segreto) e i tipi che incontri sono tutti uno più strano dell’altro. C’è gente che per molto meno si è suicidata.

E ora? 

Chi ha criticato Sarah Mlynowski non è entrato nello spirito della storia. Che secondo me incarna perfettamente la confusione di una ventenne non solo di fronte al fallimento della sua storia d’amore, ma anche al cospetto delle sfide che l’attendono. Chi di noi dopo la laurea non ha pronunciato la fatidica frase: e ora? sentendosi gelare? E chi di noi non ha accettato per il vile denaro un lavoro che definire palloso suona come un complimento? Ecco, se avete vissuto questi due momenti tragici, e anche se riuscite solo a immaginarli beati voi, riuscirete a ridere delle disgrazie di Jackie. Tra cui includerei anche una sorella piccola da consolare, una madre pazza da arginare, un padre lontano da sintonizzare.

Un chick lit che mantiene le promesse

E un uomo nuovo da incontrare. Insomma, Single jungle è un chick lit che fa il suo dovere, mantiene le promesse “da ombrellone”. Soprattutto nel finale, uno dei più riusciti in assoluto. Perché quando una donna impara a navigare nella jungla selvaggia dei single, non c’è uomo che possa arginarla.

La regina della casa – Sophie Kinsella

La regina della casa di Sophie Kinsella dimostra la mia teoria che, per quanto un romanzo non stia appassionando, conviene sempre arrivare fino in fondo. Perché non puoi mai sapere cosa succederà qualche pagina dopo. E, soprattutto, non saprai mai come va a finire. Non metterò La regina della casa tra i miei libri preferiti, però Sophie Kinsella riesce sempre a convincermi per la sua rara dote di coniugare umorismo e ironia a una sana e ogni tanto necessaria riflessione sulla vita…

Trama 

A soli ventinove anni, Samantha Sweeting è la star di un noto studio legale di Londra. Pochi minuti di una sua consulenza valgono una fortuna. Lavora giorno e notte ed è tutta concentrata sulla carriera. Ma proprio mentre aspetta con ansia di essere nominata socio si accorge di aver commesso un errore che le costerà il posto. Sconvolta, fugge dall’ufficio e si ritrova in aperta campagna. Si ferma davanti a una splendida villa e per un malinteso viene scambiata dai proprietari per una delle candidate al posto di governante. E viene assunta, senza che i suoi datori sappiano che Samantha è sì una ragazza dal quoziente intellettivo stratosferico, ma non ha la più pallida idea di cosa significhi tenere in ordine una casa…

Work life balance  

Confessiamolo: il disagio che prova Samantha è lo stesso che ogni donna sperimenta almeno una volta nella vita. Carriera? Amore? Entrambi? E se scelgo uno dei due, o entrambi, che prezzo dovrò pagare? In pratica è quello che chiamano il problema del work life balance. O in italiano, se possibile con un termine ancora più brutto, conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Lei se ne accorge solo per un caso fortuito: un errore nel suo posto di lavoro non è tollerato e lei viene silurata immediatamente. Che si fa in questi casi? La cosa migliore è allontanarsi, prendere le distanze da tutto e da tutti. Anche in questo caso, Samantha sceglie questa via solo per caso, perché sta scappando. Non vi dico come prosegue per non fare spoiler. Anticipo solo che a Samantha servirà un po’ di tempo e qualche prova da superare per capire che la vita è una sola e che non puoi viverla come vorrebbero gli altri. Né che puoi avere tutto se non rinunci a essere miss perfezione.

Promosso? Ni

Mi piace Sophie Kinsella perché nasconde sotto strati di zucchero a velo temi importanti, utilizzando uno stile apparentemente frivolo e ironico che risulta ancora più efficace. Peccato che questo romanzo prenda il volo troppo tardi, nei primi tre quarti l’avrei classificato come uno dei suoi peggiori tra quelli letti. Troppi stereotipi, troppo surreali i guai in cui si caccia Samanta. Andiamo, chi può credere che in due fine settimana di corso di cucina si possa imparare a cucinare manicaretti per 20 persone a tavola? In più, mi è dispiaciuta l’ambientazione. Scarsissima: insomma, Sophie, le Cotswolds sono uno dei posti più belli del mondo! Faccele sognare, no? Per fortuna, sono intervenuti due elementi finali a correggere il tiro: il primo, è stata citata la mia amata Cornovaglia, e già questo mi sarebbe bastato. Il secondo, è il siparietto comico con Dominic e il cameraman che, lo confesso, mi ha fatto morire dal ridere. Alla fine, La regina della casa è quasi promosso.

Curiosità

La traduttrice italiana di Sophie Kinsella è stata in qualche caso, non in questo,  la scrittrice piemontese Stefania Bertola.

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