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Il vaso di Pandora – Rae Foley

Questa per me è l’estate dei Gialli Mondadori, ne ho già letti due e ne ho appena acquistato un altro. Mi rilassano e un bell’omicidio è quello che ci vuole per combattere il caldo, siete d’accordo? 🙂 Il vaso di Pandora è un romanzo del 1971 scritto dalla scrittrice Elinor Denniston con lo pseudonimo di Rae Foley.

Trama 

Charles Sheridan, un ricco antiquario di mezza età, regala alla giovane libraia e amica Mary Turner un cottage che possiede nel Connecticut, facendole però promettere di distruggere alla sua morte il contenuto di una scatola di metallo che ha nascosto lì. Non sarebbe di nessuna utilità, anzi potrebbe risultare il vaso di Pandora. Poche settimane dopo, Charles viene ucciso. Miller, il domestico, entra nell’appartamento di Sheridan appena in tempo per sentire le sue ultime parole e nella mano la vittima stringe ancora il bottone di una giacca. Ora, con la morte di Charles, Mary scopre improvvisamente che la sua stessa vita è minacciata… 

Gradevolissima lettura, ma…

Un giallo classico, gradevolissima lettura che però lascia molto poco all’intuito del lettore. A parte l’affetto che ho sviluppato subito per il povero Sheridan, la vittima, devo dire che grandi colpi di scena non ce ne sono e, tutto sommato, di tutti i possibili indiziati solo uno ha davvero un motivo importante per uccidere. O il carattere giusto per farlo. Rae Foley cerca in tutti i modi di portarci fuori strada, ma il giallista amatore è troppo scafato per cadere nella trappola. Per esempio, cara autrice, come mai un avvocato così untuoso non ha commesso un illecito perfettamente alla sua portata? Questo è un indizietto per voi, cari lettori…;)

Illustrazione in copertina di Carlo Jacono

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Tuttavia, c’è un’appendice a questo regalo. In un vecchio baule, in soffitta, tra lenzuola e coperte messe in naftalina, c’è una piccola scatola di metallo, del tipo che si usa per metterci gli assegni annullati. Si apre con la chiave più piccola del mazzo. Vi ho conservato della roba, forse malignamente, in una specie di assicurazione, e l’ultima volta che sono stato sul posto ho aggiunto altre carte. Volevo…be’, non so esattamente cosa avessi in mente, avere delle prove, forse. Ad ogni modo, quando sarò morto, non avrà più alcuno scopo utile e potrebbe diventare come un vaso di Pandora. Perciò voglio che tu mi prometta di distruggere il contenuto della scatola, senza leggerlo. Lo farai, vero (…)?

Cupcake club – Roisin Meaney

L’estate è il momento dei libri da ombrellone e dei romanzi di Roisin Meaney. L’anno scorso vi avevo consigliato Un’estate così. Quest’anno ho letto un suo lavoro precedente, Cupcake club. Che però, ahimè, non si è rivelato carino come l’altro…

Trama

Grazie a una piccola eredità lasciata dal nonno, Hannah riesce ad aprire il Cupcake Club,  una novità assoluta per la tranquilla cittadina irlandese di Clongarvin. Ma proprio il giorno prima dell’inaugurazione del negozio, il suo fidanzato Patrick le confessa di essere innamorato di un’altra e va via di casa. All’improvviso, il coronamento di un sogno sembra coincidere con il peggiore degli incubi. Hannah non può fare altro che rifugiarsi nel suo dolce mondo di dolcetti appena sfornati, glasse al caffè, vaniglia e cioccolato. E dal bancone del suo negozio osserva la vita degli abitanti di Clongarvin, che continua a scorrere tra nuovi amori, pettegolezzi, colpi di scena e incidenti. Ma presto Hannah scoprirà che anche per lei il destino ha in serbo una dolcissima sorpresa…

Senza coralità

Devo dire che sono rimasta un po’ delusa da Cupcake club, forse perché mi ero creata delle aspettative. Un’estate così, che avevo letto l’anno scorso, mi era piaciuto molto e pensavo che anche questo sarebbe stato allo stesso livello. Invece, alla fine sono rimasta insoddisfatta. Roisin Meaney ha una scrittura fluida e in appena due giorni ho terminato più di 300 pagine. Aspettandomi che il personaggio di Hanna finalmente prendesse quota. Invece, lei rimane sempre un po’ sottotono, come in fondo la descrive Nora, che dovrebbe essere la donna superficiale e inutile e che invece è l’unica coerente fino in fondo. Di tutti gli altri capiamo poco e anche la storia d’amore più interessante finisce per essere quella tra Adam e Vivienne, a patto di sorvolare sulle lezioni di clarinetto. E’ evidente che l’autrice non abbia idea di quanto sia difficile imparare a suonare uno strumento e che prima di far uscire un suono da uno strumento a fiato ce ne vuole. Non bastano certo due lezioni!

Riscatto nel finale

Invece le vicende di Hanna, che dovrebbero essere il fulcro, si risolvono in pochissime pagine e senza grandi emozioni. Pure il villaggio in cui vivono non viene descritto quasi per niente, quindi potrebbe trovarsi in qualsiasi parte del mondo, dopotutto. Si riscatta però il finale, che ho trovato gradevolissimo e anche poco convenzionale. Non so, forse a penalizzare la storia è stato il tentativo poco riuscito di creare una storia corale, che alla fine lascia tutto in superficie. Peccato, perché per quanto ho visto con Un’estate così la scrittrice merita. Ne leggerò altri e vedremo se confermare l’impressione.

Voi ne avete letti altri? Quali mi suggerite?

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Storie ambientate in Irlanda

Libri da ombrellone 

Sirene – Patty Dann

Vi ricordate Sirene, il fim del 1990 con Cher? E’ tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Patty Dann, pubblicato quattro anni prima. Mentre nel film l’estro di Cher fagocita il resto, nel romanzo la vera protagonista è Charlotte, con le sue ansie adolescenziali.

Trama 

Protagonista è una madre americana degli anni ’60, single atipica, che ha la spiccata propensione a trasferirsi altrove non appena le cose con l’uomo di turno iniziano ad andare male. E soprattutto appena le figlie si stanno ambientando: una quindicenne, Charlotte, che vorrebbe farsi suora ma inizia a sentirsi attratta dagli uomini e la piccola Kate, che vuole suolo nuotare. Quando la famiglia si trasferisce per l’ennesima volta, Charlotte è molto soddisfatta perché la nuova abitazione si trova vicino a un monastero cattolico. L’unico problema è che s’invaghisce di Joe, trentenne che lavora come tuttofare.

I turbamenti di Charlotte

Questo romanzo  di Patty Dann è particolare. Quando l’ho aperto avevo in testa il film con Cher, anche perché è in copertina, e nelle prime pagine mi è sembrato molto simile. A un certo punto, invece, ha preso una strada tutta sua. Mentre nel film è chiaramente la madre, Mrs. Flax, la protagonista, qui la storia ruota intorno ai pensieri contorti della figlia maggiore, Charlotte.

L’ossessione per la religione

Per un verso uguale a tutte le adolescenti in cerca di se stesse; per l’altro, una ex bambina in cerca di un equilibrio psichico che una famiglia disfunzionale come la sua non può certo assicurarle. Mentre sua sorella più piccola ha trovato il centro del suo mondo nel nuoto, quindi in un’attività fisica che l’assorbe, Charlotte cerca nella religione un punto fermo. Anche qui, però, senza vera convinzione, ma solo per inseguire un’ideale mistico irrealizzabile. La metafora perfetta di questa incomunicabilità è il suo colloquio con la madre superiora del convento, che una sera le offre cioccolata calda e biscotti. Charlotte (che è ebrea) vorrebbe parlare di religione e confessarsi, la madre superiora non ha nessuna intenzione di ascoltarla, ma solo di parlare, più che altro a se stessa, del fratello morto.

L’ossessione per Joe 

La religione non è l’unico mantra di Charlotte. C’è anche il sesso, incarnato da Joe. Un uomo di trent’anni, che potrebbe essere molto immaturo o leggermente disabile, questo non lo sappiamo. Le due fragilità però si combinano bene e, forse, trovano aiuto uno nell’altra. Anche di Charlotte non saprei dire se avrebbe bisogno di aiuto psichiatrico, come un’insegnante dice alla madre, o se è solo troppo impegnata a superare il grande egoismo che caratterizza la sua età, per scoprire dentro di sé la donna che si avvia a diventare. L’ultima pagina non scioglie il dubbio e, forse, è meglio così.

La crociera imprevista – Marie-Anne Desmarest

Marie-Anne Desmarest è stata una scrittrice francese di inizio novecento e La crociera imprevista uno degli ultimi romanzi che ha scritto prima della sua morte, nel 1973. Ogni tanto mi piace rifugiarmi in queste letture romance vintage, garbate e con un pizzico di mistero.

Trama 

Nulla per Nathalie poteva suonare più gradevole e imprevisto d’una crociera nel mediterraneo , come hostess sullo yacht del signor Fervacque. Ma che cosa accadeva di notte su quella imbarcazione? C’è un mistero a bordo, e Nathalie cerca di scoprirlo tra volti sorridenti ed enigmatici, sussurri appena bisbigliati, ombre in fuga sul ponte…

Una lettura riposante 

Una di quelle edizioni vecchio stampo, con la copertina illustrata, che tutti abbiamo in qualche scatola dentro casa. Trovo rilassante ogni tanto stendermi sul divano e gustarmi queste letture riposanti, scritte in modo piacevole con un linguaggio che ormai non usiamo più, dense di personaggi eleganti nei modi e nell’abbigliamento. In questo romanzo, Marie-Anne Desmarest aggiunge anche un’atmosfera di mistero che rende interessante la storia, ambientata su una nave da crociera. Cosa succede a bordo dell’Atalante? La nostra Nathalie, che sembra incarnare tutte le qualità femminili più alte, finirà per mettersi nei guai se continua a indagare. E chi l’ha scoperta, perché non l’ha fatta licenziare? La scrittrice francese è brava a sviare i sospetti del lettore su due o tre personaggi, ma tranquilli, il lieto fine non mancherà. Anche perché la nostra protagonista non è solo una bella statuina…

Ditemi che anche voi adorate queste letture 🙂

p.s. l’illustrazione di copertina è del pittore milanese Marcello Cassinari Vettor, classe 1930.

***

– Hai trovato qualcosa per me? 

– Sì, non preoccuparti. E penso che, se accetterai le condizioni, tutto andrà bene per te, ormai.

– Non ho scelta, lo sai bene!

Jocelyne sentì l’amarezza di quella risposta e disse dolcemente: – Ho fatto del mio meglio, soprattutto cercando una sistemazione che ti permetta di uscire rapidamente dalle difficoltà che stai attraversando in questo momento. Si tratta di un posto di hostess o di addetta alle “pubbliche relazioni”, come si dice oggi. Naturalmente, ho dato sul tuo conto tutte le referenze che mi venivano chieste, ma la persona con cui ho parlato desidera vederti prima che tu incontri il tuo nuovo datore di lavoro. E’ la condizione sine qua non che ha posto sulla sua raccomandazione. Se tu non la osservassi, la tua assunzione come hostess sull’Atalante sarebbe annullata.

– L’Atalante?

– E’ il nome della nave su cui presterai servizio.

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Colazione da Darcy – Ali McNamara

Una sperduta isola irlandese, un’eredità inattesa e un gruppo sparuto di persone in cerca di un’occasione per ripartire o cambiare la propria vita. Sono gli ingredienti che Ali McNamara mixa in Colazione da Darcy, un romance leggero che sotto l’ombrellone vi porterà un po’ di vento celtico.

Trama

Quando Darcy McCall perde l’adorata zia Molly, l’ultima cosa che si aspetta è di ricevere in eredità un’isoletta in mezzo al mare. Secondo le ultime volontà della donna, però, per entrarne in possesso, Darcy dovrà trascorrere almeno dodici mesi sull’isola di Tara, al largo delle coste occidentali dell’Irlanda. Una bella sfida, non c’è che dire, per una come lei, abituata alla frenetica vita londinese. E così, senza quasi rendersene conto, da un giorno all’altro si ritrova a dover dire addio alle amate scarpe con il tacco per indossare un paio di orribili stivali. Adattarsi alla spartana vita dell’isola sarà un’impresa tutt’altro che facile, ma presto Darcy scoprirà che l’isola ha molto da offrire… Nuovi amici e forse un nuovo amore l’attendono dietro l’angolo: chi, tra l’affascinante Conor e il testardo Dermot, saprà far battere il suo cuore?

Sorvola senza mai atterrare

Gli ingredienti per una compagnia senza impegno di qualche ora ci sono tutti. A tenere insieme il racconto ci pensa l’amore che Ali McNamara nutre per l’Irlanda e che poi ci spiegherà alla fine della storia, dando anche qualche suggerimento di viaggio. La narrazione in sé è semplice, credo che a parte Darcy tutti i lettori abbiano capito qualche pagina prima della rivelazione dei misteri…i misteri. Si fa leggere, e niente più. Tutto sommato per una lettura poco impegnativa sotto l’ombrellone può andare. Personalmente avrei preferito che venisse dato più spazio alle singole storie e meno alle marche di quello che indossano, perché alla fine posso dire di conoscere solo la vita di Darcy e neanche questa più di tanto. Non so, è stato come sorvolare l’isola con un deltaplano, senza mai atterrare.

p.s. per una volta non mi posso lamentare del titolo italiano, che è uguale all’originale. Perché infilare il famoso film e Audrey Hepburn ovunque, anche con un tubino nero che non collima con la storia? E perché chiamare Darcy la protagonista? Di Darcy ce n’è uno solo ed è un uomo 🙂

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