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Il giardino dei Finzi Contini – Giorgio Bassani

Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi Contini…è possibile rimanere folgorati da un incipit? A me è successo con Giorgio Bassani e con un romanzo che la prima volta ho letto per dovere a scuola. Ed è proprio di quell’incontro fulminante che vorrei parlarvi in occasione del Giorno della Memoria. Allora non sapevo quello che so oggi: Micòl, Alberto e gli altri non mi avrebbero più abbandonato.

Trama

finzi continiDurante una gita domenicale nella necropoli etrusca di Cerveteri un anonimo io narrante ricorda la grande tomba della famiglia Finzi-Contini nel cimitero ebraico di Ferrara. Questo ricordo porta con sé la memoria degli anni giovanili e, in particolare, dello speciale rapporto che aveva legato il narratore a quella famiglia. Il narratore ricorda così la Ferrara di fine anni Venti e Trenta e i primi contatti con la famiglia, ebrea come la sua. I Finzi Contini sono chiusi in un isolamento altezzoso, protetto dal muro di cinta che chiude l’enorme giardino della loro villa. Nel 1938, il narratore è un universitario e riceve un inaspettato invito a giocare a tennis nel campo privato di Alberto e Micòl. Il circolo del tennis di Ferrara ha cominciato a ritirare le tessere degli iscritti ebrei e i due giovani Finzi-Contini organizzano una sorta di circolo alternativo. Il narratore coglie l’occasione e inizia a frequentare assiduamente la “magna domus”. Al gruppo ristretto dei tennisti si aggiunge spesso Giampiero Malnate, un perito chimico di tendenze marxiste. Il circolo dei Finzi-Contini e il loro immenso giardino diventano così uno spazio protetto e chiuso rispetto alla tragedia che incombe sul mondo. Ma niente dura per sempre e la persecuzione degli ebrei si fa spazio in un mondo incantato, dove l’io narrante s’innamora perdutamente di Micòl.

L’io narrante è Giorgio Bassani?

Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga – e di quanti altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d’Este, a Ferrara, poco prima che scoppiasse l’ultima guerra. Ma l’impulso, la spinta a farlo veramente, li ebbi soltanto un anno fa, una domenica d’aprile del 1957. Fu durante una delle solite gite domenicali.

Chi è quest’uomo che ripensa a quei giorni e decide di scriverne la storia? E’ Giorgio Bassani stesso, che in effetti scrisse il romanzo in una stanza d’albergo di Santa Marinella, vicino Roma, e forse potrebbe aver visitato la necropoli che si trova lì vicino? E Micòl è veramente esistita? La famiglia Finzi Contini era davvero ferrarese e davvero fu deportata? Oppure lo scrittore usa un espediente letterario per fornire maggiore veridicità alla storia? Sono domande di cui ancora oggi non possediamo risposte, o almeno non le abbiamo con certezza. Certo è che Giorgio Bassani sembra parlare a se stesso più che a noi, immerso in un limbo nostalgico che fin dalle prime pagine ha avvolto anche me senza speranza in un finale salvifico.

Un libro per sempre

E’ proprio questo l’aspetto che ha reso questo romanzo uno dei miei libri per sempre. Sapete? Quelli di cui a volte hai bisogno di rileggere qualche passaggio perché sono di conforto. La storia di confortante non ha nulla, però il ricordo del tempo che fu, di una giovinezza spezzata dalla guerra, di un amore che forse poteva essere e non è stato, si attaccano alla pelle come un tatuaggio, e lì rimangono. Soprattutto perché un racconto malinconico e apparentemente basato su vicende personali, fa emergere in tutta la sua brutalità la follia della persecuzione contro gli ebrei.

Il futuro negato 

E’ proprio Micòl il simbolo dell’assenza di speranza nel futuro. Vi rendete conto? Una ragazza che non crede nel futuro e si ripiega nel passato rappresenta il fallimento della società, quasi come se prefigurasse quello che sarebbe successo e dentro di sé trovasse conforto in un passato certo e confortante. Al contrario di un futuro che non ci sarà, cosa che lei sembra sapere fin dall’inizio. Consapevolezza che cela dietro un atteggiamento ambiguo e sfuggente, che la rende irraggiungibile agli occhi innamorati di chi scrive di lei. Occhi innamorati e uguali ai suoi: può esistere vero amore tra due persone così simili?

L’epilogo (spoiler)

Alla fine, Bassani ci svela quello che già sapevamo. Nessuno dei personaggi che ci hanno rubato il cuore è sopravvissuto, neanche Giampiero Malnate, morto durante la disastrosa Campagna di Russia. Chissà se è andata peggio a loro o a chi ha dovuto convivere con gli orrori della guerra e dei morti senza colpa, che dopo tanti anni tornano ad affliggere la coscienza dei sopravvissuti.

Il Giorno della Memoria: Shoah e non solo

Berlino: Sachsenhausen e gli orrori della guerra. La mia visita al campo di concentramento

Altre letture per il giorno della memoria

La donna dei fiori di carta – Donato Carrisi

Donato Carrisi è un autore italiano di grande successo e forse sto fidando legioni di suoi fans con questo mio commento, che non è del tutto positivo. Per colpa del finale, purtroppo, perché fino a 3/4 avrei detto di aver letto un bellissimo racconto.

La trama

Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio, teatro di una battaglia decisiva. Ma l’eco dei combattimenti non varca l’entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che all’alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L’altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici, in realtà, sono legate. Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande: chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l’uomo che fumava sul Titanic?

Un non-noir 

E’ il primo libro che leggo di questo autore di successo e fino alla fine avrei voluto detto di aver letto un racconto bello. Dopo aver terminato il libro, però, mi sono dovuta parzialmente ricredere, perché ho trovato il finale deludente. Non entro nei dettagli per non rovinare la lettura ai curiosi che leggono recensioni prima di iniziare un romanzo, ma l'”incontro” è solo tratteggiato e non soddisfacente. Sembra quasi tirato via, forse con l’intenzione di giungere a un non-finale. D’altra parte, l’autore classifica “La donna dei fiori di carta” come noir, pur non essendolo. E’ forse la mancanza di un finale dritto al cuore che può farlo rientrare nel genere? Chissà. Io non credo. 

Fratello Oceano – Folco Quilici

Folco Quilici è stato forse l’ultimo, grande, documentarista italiano e proprio quest’anno ci ha lasciato, a quasi 88 anni. Ho ritrovato per caso uno dei suoi libri mentre rovistavo in uno scatolone e per curiosità ho iniziato a sfogliare qualche pagina. Che ve lo dico a fare, la storia di Atemi mi ha preso subito e in due giorni l’ho ingoiato come uno dei suoi pescecani.

La trama

Tre personaggi e tre racconti formano le tre parti di questo libro. Nel primo racconto è protagonista Atemi, un ragazzino che aveva paura dell’oceano, ma che l’oceano stesso a poco a poco è riuscito a guarire da quel terrore. Nel secondo c’è Ti-Koyo, un bambino che giocava con i pescecani, come in un antica favola delle sue isole. Nel terzo, Tanai, un ragazzo che attraversò un tratto d’Oceano così vasto che, se questi non gli fosse stato fratello, l’avventura non gli sarebbe mai stata possibile.

Perfetto per i ragazzi, ma non solo

Leggere questi racconti è divertente, sembra quasi di sentire la voce narrante di un documentario. Il linguaggio è talmente semplice e diretto che sembra fatto apposta per la televisione. Il che lo rende adatto come testo scolastico, perfetto per esempio come lettura per la pausa estiva. E’ però riduttivo considerarlo solo un libro di lettura per la scuola. E’ secondo me valido a qualsiasi età per volare con la fantasia verso viaggi favolosi a contatto con la natura incontaminata e con quel paradiso terrestre che tutti immaginiamo essere la Polinesia. Salvo poi scoprire proprio leggendo che i paradisi in terra vanno scomparendo e che l’uomo non solo crea disastri ovunque allunghi le sue mani sudicie di arrivismo e guerra, ma anche che nessun popolo è immune dal fascino del consumismo e del guadagno facile.

L’amore è la speranza

Tuttavia, al contrario de La passione del dott. Christian, romanzo fantaecopolitico di Colleen McCullough che ho letto in contemporanea, qui una speranza c’è. E’ tutta in quella parola nel titolo: fratello. Folco Quilici è uno che sa vedere e raccontare il bello del mondo. E il bello in questo caso è l’oceano. Sterminato, potente, selvaggio, eppure accogliente, salvifico per le genti che si nutrono dei suoi frutti, ospitale per le specie animali che lo popolano. Fratello, per chi lo sa ascoltare e rispettare. Ecco che la storia di Atemi è la storia di un ragazzo che diventa uomo superando la paura dell’acqua e imparando ad amarla. L’amore e il rispetto, per la natura, gli altri, noi stessi, sono in fondo la nostra unica speranza di sopravvivenza.

I love Capri – Flumeri&Giacometti

Ok, la primavera è incerta e l’estate sembra ancora lontana. Però iniziare a sognare faraglioni spettacolari e giornate assolate non è un delitto, giusto? Soprattutto se per piatto vi servono un antipasto di mare piccantino…I love Capri di Flumeri&Giacometti ci porta nell’atmosfera giusta.

La trama

Sul traghetto per Capri c’è Mel Ricci, giovane blogger di cucina, che ha appena ricevuto da una piccola casa editrice un’offerta favolosa: diventare la ghostwriter dell’autobiografia di Fabrizio Greco, famosissimo e affascinante chef, che ha raggiunto il successo grazie alle sue sensuali mise en place e ora gestisce il locale più trendy di Capri. All’inizio, l’idea l’aveva entusiasmata, perché sperava che facendo un buon lavoro la casa editrice avrebbe accettato la sua idea per un libri di cucina. Una volta approdata sull’isola e aver lavorato gomito a gomito con lui, però, i dubbi cominciano ad assalirla. Perché Fabrizio non solo è inaccessibile, ma è anche un diavolo tentatore…

Melania Ricci, in arte Mel

Una casa editrice che ti scrittura per realizzare un’autobiografia con cui finanziare il tuo blog e forse anche un futuro libro. Uno scenario da sogno, Capri. Uno chef pazzesco che cucina come fa l’amore, o almeno questo le vibrazioni che emana lascerebbero pensare. Ragazzi, praticamente il sogno di ogni blogger che si rispetti. Invece Mel che fa? Rigida come una matriarca uscita direttamente dall’’800, si mette a questionare sul passato “americano” di Fabrizio, pieno di belle donne e opportunità. Mel, sii tutte noi, ripensaci subito!

La piazzetta, le boutique, i turisti 

Sto scherzando, naturalmente. E’ che purtroppo Mel, sarà stato il diminutivo che proprio non mi piace, mi ha suscitato una sottile antipatia fin dall’inizio e voi sapete meglio di me quanto questo aspetto possa condizionare la lettura. Il romanzo, invece, mantiene quello che promette il titolo, una storia estiva da leggere in vacanza, o sognando di essere in vacanza, un protagonista bello e impossibile, uno scenario da sogno. Vi dirò, a tratti mi è sembrato di essere davvero a Capri, in piscina, mentre la zia Maria porta qualche leccornia come aperitivo. A proposito, sarebbe interessante sapere con quanti kg Mel è tornata a casa! Se è tornata. Questo potrete scoprirlo se deciderete di leggerlo. Insieme alle ricette di Fabrizio, che le due autrici ci hanno svelato a fine libro (grazie!) e alla chiassosa e festosa compagnia della famiglia d’Ascenzo, che di farsi i fatti propri proprio non ne vuole sapere.

Succede – Sofia Viscardi

Sofia Viscardi è una youtuber, una ragazza appena ventenne che pubblica video su youtube. Prima di criticare i fenomeni, bisognerebbe conoscerli, di questo sono convinta. Certo, non sono più nell’età in cui appassionarmi a dei personaggi tanto da seguirli e considerarli quasi parte della mia giornata, come succede agli adolescenti, però sentivo una gran curiosità: cos’è che li attira tanto verso ragazzi come loro? Quale carisma tirano fuori parlando a una telecamera nel buio e nella solitudine delle loro stanze? Così, quando ho visto il romanzo di una di loro a prezzo stracciato, non ci ho pensato due volte e ho cominciato a leggerlo. Com’è andata? Beh…

La trama

Margherita è un’adolescente milanese timida, goffa, insicura. Fa fatica a relazionarsi con gli altri, non le piace attirare l’attenzione. Una ragazza come tante, che va a scuola, dovrebbe studiare di più e invece passa il tempo con gli amici di sempre, Olimpia e Tom. Un giorno sull’autobus incontra casualmente Samuele, un ragazzo appena arrivato a scuola, che la corteggia insistentemente. Perché? Eppure lei non si sente bella, né eccezionale. Lei vorrebbe essere come Olimpia, la disinibita amica del cuore, che più di una volta sorprende a parlare fitto fitto con Samuele. Che c’entra lei con il nuovo arrivato? E Tom, il suo amico di sempre, che quando serve c’è sempre, cosa prova per lei?

Non Succede proprio niente

Mi sento un po’ in difficoltà nell’esprimere quello che penso di questo romanzo. Soprattutto per l’età di Sofia Viscardi. Ammesso che non sia stato utilizzato un ghostwriter, eventualità che alcuni passaggi farebbero pensare, un’adolescente intraprendente che cerca e trova una sua strada nella comunicazione secondo me è comunque apprezzabile. Alla fine, dopo aver tentennato per qualche giorno (“lo dico o non lo dico?”), qualora Sofia finisca casualmente nel mio spazio e legga le poche righe dedicate a Succede, spero che le sia utile accogliere qualche critica costruttiva.

Innanzitutto sulla trama. Inconsistente: la storia non c’è e andiamo avanti per pagine e pagine sperando che qualcosa Succeda, appunto. Speranza che si infrange miseramente sugli scogli di un susseguirsi di fatti senza pathos, senza approfondimento. La protagonista, e noi con lei, rimane sempre in superficie. Alla fine, non conosco lei, non so nulla dei genitori, né degli amici, i pochi che frequenta. I genitori, soprattutto, sono i grandi assenti. Si limitano a convivere nella stessa casa, a iscriversi a facebook, a ridere a tavola, come se fossero dei conoscenti incontrati alla fermata del tram. La sua migliore amica, anzi l’unica amica, è petulante, disturbante, intriga alle sue spalle in modo plateale e lei non si accorge di niente. Il suo migliore amico, l’unico che abbia, sembra che passi la vita ad ascoltare musica e a occuparsi insieme alla migliore amica di cui sopra dei fatti suoi, quando solo verso la fine scopriamo che è uno sportivo. Passione definita “stupida” da Margherita! Come “strana” è una ragazza della scuola che, udite udite, è attenta all’alimentazione, agli animali e alla natura, ed esce la sera col suo gruppo di amici. I professori, altri grandi assenti, si limitano a rimproverare blandamente mentre parlano in classe. Il finale, poi, è una chicca: buttano lì, con la solita leggerezza, una bomba che rimane sospesa nell’aria. Cioè, fino al seguito del romanzo, che era evidentemente programmato fin dall’inizio. Operazione su cui dissento sempre, lo sapete, l’ho scritto anche di Candy Candy. Il romanzo, anche se prevede un seguito, deve essere autoconclusivo. Se non mi è piaciuto, voglio essere libera di non leggere, né comprare, la seconda parte.

A.A.A. cercasi adolescenti

Parafrasando un famoso blog, il primo commento a caldo è stato: “ma che davvero?”. Non mi riferisco tanto al romanzo di Sofia Viscardi, su cui penso di aver già detto abbastanza, ma allo spaccato di mondo che ne viene fuori, roba da far rimpiangere Moccia, Il tempo delle mele e Sposerò Simon Le Bon in un colpo solo. Davvero gli adolescenti sono monadi che non si relazionano minimamente con i compagni di classe? Davvero i professori sono entità impalpabili? Dove sono finiti i capitani che fanno salire i ragazzi sui banchi? E i genitori? Davvero chiedono l’amicizia su facebook e si limitano a mandare messaggi sul cellulare? Soprattutto, grandi assenti sono le passioni, che a quell’età dovrebbero essere totalizzanti: a parte la playstation, tre pagine di un libro di moda che fa sembrare profondi, due canzoni con le cuffiette e gli shottini in discoteca, non c’è altro. Nient’altro? Davvero? Sport, impegno sociale, concerti, gite scolastiche, strumenti musicali, teatro, cinema, sesso. Niente, niente di niente. Solo il cellulare sempre in mano. Ripeto: ma che davvero? Perché se questa, invece di un’opera di fantasia, fosse una seppure edulcorata realtà, ci sarebbe davvero, ma davvero, da preoccuparsi.

Se qualcuno l’ha letto, mi scriva sotto cosa ne pensa, magari riuscirò a guardarlo anch’io con occhi diversi…