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Ne uccide più la gola…- Douglas Clark

Con Ne uccide più la gola…, secondo romanzo dell’anno, chiudo la raccolta della serie Il giallo Mondadori “L’alta cucina del delitto” iniziata con “La ricetta del diavolo” di Ellery Queen e completata dal racconto “Morte in ascensore” di Cornell Woolrich, che avevo già letto in precedenza. Stavolta, una triade di ispettori deve stabilire se una donna, morta dopo aver cenato da un’amica, sia stata assassinata o se si sia trattato solo di una tragica fatalità…

Trama 

“Veleno” dice l’impulsivo ispettore Green. “E’ evidente.” Ma l’astuto sovrintendente Masters non è persuaso. E all’autopsia non risulta la benché minima traccia di veleno. Causa della morte di Daphne Bymeres: emorragia cerebrale e paralisi cardiaca. E’ morta in casa di un’amica, dopo un pranzetto delizioso. Perché, poi, tanti sospetti? Il medico curante si rifiuta di firmare il certificato e guarda caso l’amica è l’amante del marito di Daphne, anch’egli medico… Alt! andiamo piano con le conclusioni affrettate! In ogni modo, come è stata ammazzata? Ma sarà davvero un crimine o si tratta solo di una tragica fatalità?

Un giallo tranquillo, ma non troppo

Il romanzo rischia di essere prevedibile, perché tutti gli elementi porterebbero verso la colpevolezza annunciata del marito e dell’amante di lui. Invece, la trama costruita da Douglas Clark regge. Perché più di una persona avrebbe avuto dei motivi per uccidere, perché fin dall’inizio i lettori vengono messi al corrente dei ragionamenti che fa la polizia. Perché non basta aver capito chi è stato, servono anche le prove. Oppure, vuoi vedere che siamo di fronte a un suicidio attuato per far incolpare i traditori? Perché, infine, c’è anche un filone parallelo rosa che non guasta. Chi è stato è abbastanza chiaro fin dall’inizio anche al lettore. Ma come fare a dimostrarlo? Un giallo leggero e godibile per due o tre serate di evasione.

La ricetta del diavolo – Ellery Queen

Il primo romanzo dell’anno è un giallo e fa parte di una raccolta di due libri e un racconto della serie Il giallo Mondadori, che s’intitola “L’alta cucina del delitto”. Il racconto è “Morte in ascensore”, di cui vi ho già parlato qualche tempo fa e scritto dall’autore americano Cornell Woolrich nel 1938. “La ricetta del diavolo”, invece, è del 1966 e fa parte dei gialli apocrifi di Ellery Queen. Una donna scompare mentre sta preparando “lo stufato dello studente“. Cosa le sarà successo? 

Trama 

Terry Miles, bella e disinibita, è scomparsa un venerdì pomeriggio dopo aver detto a due vicini di casa, Ben e Farley, che doveva uscire per un appuntamento. Cosa le è successo? E’ stata rapita? Uccisa? Entrambe le cose? Le piste possibili non si contano, a partire da un marito per nulla preoccupato. Ma per il capitano della polizia Bartholdi, un posto speciale tra gli indizi spetta a uno stufato con troppa cipolla.

L’inventore del genere noir

Ellery Queen è una firma prestigiosa nell’ambito dei gialli. In realtà dietro lo pseudonimo si nascondevano due penne, come nel caso di Sveva Casati Modignani. I Queen sono due cugini che hanno dato vita a quello che oggi sarebbe chiamato un brand. Quindi, nel tempo hanno concesso l’utilizzo del nome a diversi ghostwriter, che hanno continuato a scrivere libri a loro nome anche quando la produzione originale era ormai esaurita. “La ricetta del diavolo è uno di questi” ed è stato in realtà scritto da Fletcher Flora, uno scrittore americano morto due anni dopo averlo finito. E’ bene tenerlo presente durante la lettura, perché in effetti si capisce quasi subito di non essere di fronte a Ellery Queen nelle sue produzioni migliori. Il romanzo comunque, seppur breve, è appassionante. L’autore è bravo a disseminare indizi e a far capire che lo stufato dello studente ha un ruolo centrale. Ma quale? Alla fine gli elementi del giallo ci sono tutti, compresa la suspense, quindi l’ho letto con piacere. L’unica cosa a non convincermi del tutto è una mossa a sorpresa dell’assassino che poteva avere sì una motivazione, ma secondo me non quella che gli viene attribuita a posteriori! Non posso dire di più per non fare spoiler, ma se dopo averlo letto volete parlarne scriviamoci 🙂 

Per la ricetta dello “stufato dello studente” clicca qui.

Il giardino segreto – Frances Hodgson Burnett

Continuiamo con le idee librose per chi oltre ai dolci ama infilare letture nella calza della befana. Dopo Lucia Vaccarino e una serie mistery rosa, Me, mum & mistery, detective per caso, e un racconto per i bambini che amano la danza e, più in generale, i diari, Il sogno di Ellie, stavolta parliamo di classici. E di un giardino segreto, che fa scoprire a una bambina capricciosa e al suo cuginetto malato quant’è bello essere indipendenti…

Trama 

La piccola Mary Lennox è una bambina viziata, scontrosa e decisamente antipatica che, rimasta orfana di entrambi i genitori, lascia l’India per essere affidata a uno zio inglese, il nobile Archibald Craven. A poco a poco Mary scoprirà tutti i misteri che si celano a Misselthwaite Manor, soprattutto quando, con l’aiuto di un vanitoso pettirosso, riuscirà a penetrare in un giardino segreto, abbandonato a se stesso dopo una terribile disgrazia. Grazie all’amicizia del giovane Dickon, ammaliatore di piante e animali, Mary farà rifiorire il giardino e riporterà a nuova vita non solo se stessa, ma anche un altro misterioso abitante del castello. 

La principessa smorfiosetta

Il giardino segreto è un libro meraviglioso, zeppo di temi importanti per la crescita. Innanzitutto, nelle prime pagine l’autrice ci dice che Mary è “un vero campione di bruttezza e antipatia“, al contrario della mamma, “una bella signora dai capelli d’oro“. Peccato che la bella mamma non si curi della figlia, che cresce sola, rancorosa e senza l’aria sana dei bimbi che giocano all’aperto. Quanto ci condizionano le esperienze del passato? Molto, soprattutto quelle della prima infanzia. E’ Mary a essere un campione di bruttezza, o l’ambiente asfissiante in cui vive?

Il giardino segreto, metafora della vita

La brutta Mary a un certo punto scopre il giardino segreto, la metafora dello spazio verde che è in ognuno di noi: anche se incolto, grigio, informe, sotto sotto batte la vita, un germoglio che spunta all’improvviso e cambia la nostra percezione del mondo, di noi stessi, degli altri. La molla può essere un uccellino che ci viene a trovare, una brughiera ventosa e piena di fiori, un amico inaspettato, un cugino da salvare. Aprirsi al mondo e scoprirne la bellezza sotto la cappa grigia. Percepire la Natura e la sua armonia perfetta, nonostante tutti i nostri tentativi di distruggerla. Allora, prendersi cura di un fiore, di una pianta, di un giardino, di una persona bisognosa d’aiuto, dà uno scopo alla nostra esistenza. Sotterra il rancore e la rabbia sotto un manto verde di gioia e speranza in un futuro migliore.

Consigliato perché

Sono di parte, vi avviso. Il giardino segreto è il libro del mio cuore, quello che ancora oggi campeggia in prima fila nella  mia libreria. Credo che tutti i bambini dovrebbero leggerlo e non solo loro. Pur essendo stato scritto oltre cento anni fa, è di una modernità sconcertante, innanzitutto perché tocca temi di grandissima attualità. In secondo luogo, perché è scritto bene, cosa che oggi è sempre più difficile poter dire. Terzo, ultimo ma non per ultimo, la storia è appassionante e commovente allo stesso tempo, colma di mistero e magia. Nel finale qualche lacrimuccia scende e il (piccolo) lettore non può che chiudere con un sospiro di soddisfazione.

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Cose assai sorprendenti possono accadere a chi, avendo nella mente un pensiero sgradevole e scoraggiante, abbia semplicemente il buonsenso di accorgersene e scacciarlo via in tempo sostituendolo con un altro pensiero piacevole e ottimista.
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Illustrazione di Gianni Benvenuti per le edizioni Valentina

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La piccola principessa

Vaniglia e cioccolato – Sveva Casati Modignani

Finisco il 2018 con un romanzo di Sveva Casati Modignani, Vaniglia e cioccolato. Con Palazzo Sogliano sono tornata a leggerla dopo diversi anni, grazie Vaniglia e cioccolato mi sono resa conto di aver per fortuna recuperato uno dei suoi migliori, anche se ormai vintage. Una storia commovente, che acquista corpo a poco a poco andando avanti con la lettura.

Trama 

Vaniglia e cioccolato: due gusti diversi che però insieme legano benissimo. Come capita, talvolta, nell’amore. Com’è capitato anche a Pepe e Andrea, che dopo diciotto anni di matrimonio e tre figli non hanno mai smesso di amarsi. Ma un giorno la magica alchimia si spezza e lei, delusa e umiliata dalle scappatelle del marito, decide di andarsene e lasciarlo da solo a cavarsela con i mille problemi quotidiani. Una separazione che tuttavia si rivela decisiva per entrambi, aiutandoli a far chiarezza in se stessi e a ritrovarsi…

Leggerezza

Penelope, la donna che  aspettava il suo uomo Ulisse, che tutti credevano morto, è cresciuta. Oggi non tesse il suo filo chiusa in casa, ma si ribella a un marito sempre in cerca di nuovi mondi. Che la ama, certo, ma che non riesce a rinunciare ad avventure senza futuro, lasciando che la moglie si sobbarchi tutte le incombenze gravose che impone una famiglia. A un certo punto Pepe semplicemente si stanca  di essere moglie, madre e padrona di casa e lascia una lettera al marito: disgrazia della mia vita, vai avanti tu. Io mi prendo una pausa. E Andrea, il marito scavezzacollo, non si sottrae, scoprendo un mondo di difficoltà e di problemi che la moglie gli aveva sempre risparmiato.

Pepe si ribella

Fin qui, Una routine che nelle famiglie si ripete spesso: quante volte uno dei coniugi viene lasciato solo a sbrogliarsela? Eppure Pepe non ci sta, intende riappropriarsi della sua vita. Di cosa, esattamente? Del grande amore, che lei ha lasciato andare per non abbandonare la famiglia. Qui il romanzo di Sveva Casati Modignani acquista profondità e diventa originale. Pepe se ne va, lascia la casa e i figli, pieni di problemi che lei da sola non ha saputo risolvere. Con che coraggio? Con il coraggio della soluzione estrema. Chi sono io? Per capirlo deve prendere le distanze, lasciare che il padre conosca finalmente i figli, riflettere sui due uomini della  sua vita per dire finalmente a se stessa la verità: Andrea o Mortimer?

Le ragioni del cuore o le responsabilità della vita?

L’originalità della storia di Sveva Casati Modignani è a mio avviso proprio nella figura dell’amante. Difficile non innamorarsi di lui nonostante il nomignolo orrendo, ancora più complicato non gridare a Pepe: “vai da lui, che aspetti?” Il fatto è che non sempre le ragioni del cuore vanno d’accordo con le responsabilità della vita. Il problema è che anche Andrea fin da subito appare un uomo innamorato. E allora? Cosa scegliere? Ci penserà il destino a dare ragione alla scelta di Penelope, lasciandoci però un quesito non risolto, che non svelo per non fare spoiler. Ognuno finita l’ultima pagina si darà la risposta che preferisce. Rimarrà in bocca un gusto di vaniglia e cioccolato, il bianco e il nero, che nella vita si fondono fino a mescolare colori e sapori.

Il sogno di Ellie. Royal Ballet School – Alexandra Moss

Altra idea librosa da infilare nella calza della befana. Dopo Lucia Vaccarino e una serie mistery rosa, Me, mum & mistery, detective per caso, stavolta vi propongo il racconto giusto per i bambini che amano la danza e, più in generale, i diari. Il romanzo, infatti, è narrato in prima persona da una bambina di dieci anni che vola in Gran Bretagna per partecipare alle selezioni della Royal Ballet School di Londra. Ne succederanno tante…

Trama 

Caro diario, la vuoi una notizia strepitosa? Sto per iniziare il corso per allievi esterni alla Royal Ballet School di Londra! Ci pensi? Io, Ellie Brown, nella migliore scuola di danza di tutta l’Inghilterra! E pensare che non volevo saperne di lasciare Chicago per trasferirmi qui a Oxford con la mamma. Certo mi mancano i nonni e la mia migliore amica, Heather, ma… e se il mio sogno di diventare una grande ballerina si avverasse? Tra poco comincia, non sto più nella pelle! Tu augurami in bocca al lupo, poi ti racconterò tutto…

Una storia profonda e ben costruita 

billy-20elliot-2010Anche questo libro è adatto alla fascia 9-11 anni, quella delle prime passioni sportive e non. Anche in questo caso gli elementi sono dosati benissimo. L’ambientazione, Londra e la vita frenetica di una giovanissima ballerina, una mamma precocemente vedova e afflitta da problemi di salute importanti, una ragazzina che non ha mai conosciuto il padre, morto quando lei era piccolissima, ma che ha un sogno nel cuore, diventare una grande ballerina. Mamma e figlia lasciano gli Stati Uniti per ricostruirsi una nuova vita in Europa, con tutti i problemi di adattamento che una scelta del genere può comportare, soprattutto per una ragazzina di quell’età. Se poi la bambina deve anche affrontare una malattia importante in famiglia, ecco che la storia acquista immediatamente profondità e consistenza. In un passaggio, addirittura sembra leggere la storia al femminile di Billy Elliot. 

Consigliato perché

E’ un racconto ben costruito, che pur essendo pensato e scritto per un target di giovani lettori, convince anche i più grandicelli. Innanzitutto, sembra di essere alla scuola di danza mentre Ellie e i compagni fanno lezione, perché il linguaggio tecnico è curato e preciso. Poi, la storia parallela della mamma, alle prese con un trasloco, un nuovo lavoro, la gestione della malattia e, forse, un nuovo amore, commuove. C’è poi un accenno al bullismo a scuola, per fortuna quasi subito rientrato, e il sogno. Realizzare il sogno e trasformare la passione per la danza in qualcosa di più. La nostra Ellie ci riuscirà? Noi facciamo il tifo per lei!